Il periodo natalizio
determina un innalzamento dei consumi in generale, e più nello specifico di
alcuni alimenti tradizionalmente legati ai climi invernali; in particolare i
salumi e derivati della carne suina sono entrati da tempo immemore nella
cultura popolare e nella memoria collettiva delle nostre zone. Chi, come il
vostro blogger scribacchiante, ha vissuto molte primavere ricorda che in questo
periodo cominciava il rituale sacrificio del maiale allevato in famiglia, e chi
ne vuol sapere di più può riportarsi alle note già pubblicate su questo blog: (https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2012/12/il-dio-nigliu.html,
https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2012/01/una-mattina-di-gennaio-un-sacrificio.html).
Erano occasioni fra il cruento ed il festoso, che stimolavano rapporti di
vicinato e di socialità, tutto quello insomma che in una comunità e/o in una
popolazione comporta la nascita e il consolidarsi di una tradizione. Una volta
che l’attività di produrre salumi (salsicce, prosciutti, capocolli, ventresche
ecc.) ha perlopiù lasciato le case, si è andata sempre più consolidando nelle
macellerie artigianali locali la fama di un’elevata qualità di queste
produzioni. Tali ditte hanno l’obbligo di seguire con serietà e rigore le norme
igieniche dettate dalla legge, e sono sottoposte al controllo delle istituzioni
a tanto deputate, ASL e NAS dei Carabinieri. Ne è derivata una nomea positiva,
foriera di sviluppo ed occupazione, ed alimentata dal passaparola, che porta
anche gruppi provenienti da realtà metropolitane ad approvvigionarsi presso le
nostre macellerie di tali leccornie rurali.
Ci si trova spiazzati allora se qualcuno, incurante del danno collettivo procurato, cerca di barare, aggirando le regole, così come avvenuto qualche giorno fa e riportato dalla stampa web locale: si confezionavano salumi senza alcuna autorizzazione e certificazione, e questi ultimi finivano in diversi negozi in tutta la provincia di Caserta, nel corso dell’attività ispettiva venivano sequestrate merci per il valore di circa 20mila euro.
Il problema, lamentato da imprenditori seri e ligi alle norme, operanti in Pietramelara, consiste nel fatto che l’articolista non riporti alcun riferimento al salumificio “abusivo”, nel quale sono state violate le regole, ma si limiti a scrivere che il personale dell’ASL di Caserta abbia “fatto irruzione all’interno della struttura, ubicata quasi nel centro di Pietramelara”, lasciando il lettore, vicino o lontano che sia, nel dubbio di essersi rifornito proprio in quella ditta, dato che le macellerie pietramelaresi risiedono tutte nel centro del paese. Il diritto di cronaca è sacro, e nel corso delle indagini bisogna mantenere riserbo, tuttavia vanno tenute presenti le conseguenze che ciò che si scrive possono causare a chi, invece, ha agito e agisce nell’ambito della legalità.
Ci si trova spiazzati allora se qualcuno, incurante del danno collettivo procurato, cerca di barare, aggirando le regole, così come avvenuto qualche giorno fa e riportato dalla stampa web locale: si confezionavano salumi senza alcuna autorizzazione e certificazione, e questi ultimi finivano in diversi negozi in tutta la provincia di Caserta, nel corso dell’attività ispettiva venivano sequestrate merci per il valore di circa 20mila euro.
Il problema, lamentato da imprenditori seri e ligi alle norme, operanti in Pietramelara, consiste nel fatto che l’articolista non riporti alcun riferimento al salumificio “abusivo”, nel quale sono state violate le regole, ma si limiti a scrivere che il personale dell’ASL di Caserta abbia “fatto irruzione all’interno della struttura, ubicata quasi nel centro di Pietramelara”, lasciando il lettore, vicino o lontano che sia, nel dubbio di essersi rifornito proprio in quella ditta, dato che le macellerie pietramelaresi risiedono tutte nel centro del paese. Il diritto di cronaca è sacro, e nel corso delle indagini bisogna mantenere riserbo, tuttavia vanno tenute presenti le conseguenze che ciò che si scrive possono causare a chi, invece, ha agito e agisce nell’ambito della legalità.
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