Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

martedì 31 agosto 2021

DI COSA PARLA PIETRAMELARA?

 

Di cosa parla Pietramelara? Appare chiaro che, se fino a qualche anno fa, il centro fisico e geografico delle discussioni e dei capannelli era Piazza San Rocco, oggi il fulcro è diventato virtuale e si è spostato sui social network, ed allora: restauri della cappella di Santa Maria a Fradejanne, avvicendamento del parroco in Sant’Agostino (immaginato o reale?), centinaia di mutuati senza medico di base, embrioni di movimenti pre-elettorali.
Che qualcosa si cominci a muovere nella politica locale è avvertito ed avvertibile; certo, a distanza di soli otto mesi dalle elezioni, sembra un po' tardi per cominciare a dire la propria: la vita e le azioni di un’amministrazione vanno seguite da quanto essa si insedia, cercando di intuire le motivazioni delle scelte e delle non-scelte, esercitando il ruolo di controllo che la legge assegna alle minoranze consiliari, ruolo che sembra l’attuale gruppo di opposizione abbia esercitato di rado e con limitatissima incisività. Al di fuori dell’assise, al contrario, cominciano i primi sussulti: per il momento è ufficiale solo l’iniziativa del giovane Mario D’Ovidio, che insieme ad un gruppo di amici ha cominciato a riflettere sul futuro del paese, con l’obiettivo dichiarato di dialogare con tutte le compagini politiche presenti sul territorio, al fine di progettare assieme la città che verrà. Interessante la dichiarazione programmatica resa a un web giornale locale: “Rendere Pietramelara attraente deve essere una prerogativa fondamentale – queste le parole di Mario- vogliamo che Pietramelara diventi un paese operoso: ambiente, sviluppo economico, associazionismo e cultura saranno al centro del dibattito”. Sono parole a cui l’unica chiosa riguarda il fatto che Pietramelara “operosa” lo è già, e da sempre. Dalle voci raccolte sembra che al primo incontro, tenutosi in località “segreta” si siano registrate numerose adesioni al progetto.
Qualcun altro, già elettore (per propria ammissione)  di “Per Pietramelara unione e solidarietà” gruppo che fa capo al sindaco Di Fruscio, ed evidentemente deluso dal dopo elezioni, si è già attivato per tentare un esperimento simile: lo si vede soffermarsi tra tavoli e panchine della piazza, insieme ad amici da coinvolgere. I due gruppi si fonderanno… oppure no? Staremo a vedere, sono comunque tentativi a cui guardare con interesse.
Nulla trapela dai gruppi “storici” …Cosa farà Di Fruscio? Si ricandiderà o cederà lo scettro? Confermerà la squadra già trionfatrice delle scorse elezioni, o apporterà qualche correzione? Ci saranno defezioni volontarie? Chi vivrà vedrà. Dall’altra parte ciò che è evidente, tra i  leonardiani, reduci da un mandato elettorale trascorso in assoluto silenzio, è che  "ritiratisi in aventino", si interrogano, nei pomeriggi d’estate davanti a un frequentato bar, su quale futuro li aspetti.
Loredana Palumbo, altra ex difrusciana delusa, prendendo spunto dalla nota vicenda del medico di base, affida a fb un post lamentando di essere stata considerata solo “un numero per la lista” e, in polemica con il gruppo che l’ha portata in assise, continua: “l’attuale maggioranza si appropria dei meriti di tutti… basta scorrere i social o la pagina istituzionale dell’ente impropriamente utilizzata per scopi propagandistici”. Come non essere d’accordo?  … ci si fa fotografare in ogni luogo e in ogni frangente, cercando di aumentarsi la visibilità, sgomitando fra compagni ed avversari.
 

giovedì 19 agosto 2021

CI PENSERANNO GLI ELICOTTERI E I CANADAIR...

 

Quali danni può aver determinato sui boschi e gli habitat del Monte Maggiore il vasto incendio dei giorni intorno al ferragosto? E quali sono i tempi in cui si può ipotizzare che tutto ritorni alla normalità?
Andiamo per ordine: quello a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi, almeno sulla pendice nord del Monte Maggiore, la nostra, possiamo dire si sia trattato “solo” di un incendio di sottobosco, che ha percorso una superficie boscata stimabile in quattro/cinque ettari.  La parte interessata, a monte della strada panoramica per Rocchetta, tra le località “nevere” e “noccia”, è ricoperta da boschi cedui in stato di avanzata conversione in alto fusto, l’essenza prevalente è il faggio, seguono per importanza macchie di carpino e castagno. Il fatto che il danno si sia limitato al sottobosco non attenua la gravità dell’incendio; il sottobosco, infatti, esercita un importante azione idrogeologica e di mantenimento della biodiversità di un ambiente. Lo strato di terreno vegetale in tali luoghi è estremamente sottile, e pertanto dilavabile alla prima pioggia intensa; inoltre il sottobosco costituisce nutrimento e ricovero per moltissime specie animali selvatiche. Inoltre va detto che per le specie arboree colpite dal fuoco i danni effettivi potranno essere valutati solo nella prossima primavera, alla ripresa vegetativa.
Lo strato di cenere depositato dal fuoco è impermeabile, per cui nei primi 1–2 anni dopo l’incendio l’acqua piovana potrebbe stentare a penetrare nel suolo, defluendo in superficie. In questo modo, in particolare in caso di forti piogge, si verificheranno fenomeni erosivi. In caso di piogge prolungate ciò può addirittura provocare colate detritiche.
La rapidità di recupero del bosco dipende dal tipo e della frequenza degli incendi. In caso di incendi frequenti e intensi, sopravvivono solo quelle specie che si sono adattate al fuoco, le cosiddette specie piroresistenti. D’altra parte, gli incendi boschivi alterano le condizioni di vita e favoriscono la diffusione di nuove specie. Dopo un incendio, la struttura temporaneamente più rada della foresta e l’aumento di sostanze nutritive nel breve termine offrono buone condizioni di vita per molti animali e piante.
Facciamo adesso il punto “ex post” sulla situazione determinatasi: è la rassegnazione davanti alla dimensione del fenomeno (di per se modesto) ciò che ho potuto notare; in altre parole siamo stati di fronte a una filosofia del tipo “ci penseranno gli elicotteri e i canadair a spegnere l’incendio”, e così pensando e facendo un incendio che si poteva estinguere in un paio d’ore è stato lasciato a bruciare per ben tre giorni (14, 15 e 16 agosto); mi si perdoni l’autocitazione, ma già nel pezzo di domenica su questo blog si affermava che “Il bosco si spegne da terra(cfr. http://scribacchiandoperme.blogspot.com/2021/08/una-maledetta-tradizione.html). I mezzi aerei possono costituire un valido aiuto, nient’altro! D’altronde senza uomini a terra, una volta domato l’incendio non si può procedere alla bonifica, cioè alla separazione fisica delle superfici percorse dal fuoco a da quelle non raggiunte da esso, servendosi di zappe o pale; senza un’efficace bonifica, e specie in questi giorni di caldo intenso, basta un nonnulla perché il fuoco riprenda vigore facendo ulteriori e gravi danni.
 
 

domenica 15 agosto 2021

UNA MALEDETTA TRADIZIONE

 

Tanto tuonò che piovve! ... si dice così quando qualcosa di negativo che accade è stato da tempo previsto; il vecchio adagio è riferito all’incendio che da ieri interessa il nostro caro Monte Maggiore. Si tratta di una vera e propria consolidata e maledetta tradizione che nei giorni di ferragosto e della festa patronale di San Rocco, qualche malvagio ci debba rovinare l’occasione. Si parte da lontano: nel 1974, circa un cinquantennio or sono assistetti da adolescente al grande incendio della località in seguito detta “tunnu iarsu” (rotondo bruciato, ndr); in seguito ero giovane e facevo volontariato antincendio come tanti miei coetanei, forse nell’85, e proprio nel giorno dell’Assunta, dovetti intervenire con i miei compagni in un altro vasto incendio in località “quattro cuponi”, ai confini con Riardo... oggi purtroppo ci risiamo!
Mi sembra alquanto fuori luogo additare le responsabilità istituzionali coinvolte, è questo il momento dell’operatività, non delle recriminazioni. Da blogger del territorio, l’analisi del fenomeno con il quale ci confrontiamo trae spunto anche dal commento dell’amico Carmelo Colapietro, posto in calce ad un post su FB dell’onorevole Aldo Patriciello, imprenditore nel settore sanitario ed eurodeputato, nel quale descrive la giornata particolare vissuta a Vallefiorita, nel cuore delle Mainarde ed afferma che quei luoghi incantevoli che meriterebbero una cura e un’attenzione migliore.
Nella sostanza Colapietro, con anni di esperienza nell’organizzazione del volontariato antincendio, evidenzia il bisogno che la Regione delegata dallo Stato abbia più attenzione alla questione aumentando gli investimenti sulle dotazioni dei mezzi ed sulla formazione di uomini specializzati. “La trasformazione del Corpo Forestale dello Stato in Carabinieri Forestali- continua nel commento- ha spiazzato gran parte del sistema operativo per la lotta attiva agli incendi boschivi e quello di polizia giudiziaria. È bene richiamare l’attenzione che tutte le calamità possono essere fronteggiate se le stesse sono precedute da un sistema di prevenzione costante e specializzato”.
Vado oltre: l’investimento maggiore deve riguardare il capitale umano, soprattutto in questo periodo di clima balzano, che ci espone a picchi di temperature estreme. Si deve partire da lontano, dalla scuola, con una campagna di sensibilizzazione ambientale, più pratica che teorica; inoltre ogni comune mantenga in costante allerta una nucleo di volontari all’uopo formati, perché il fuoco, al di là degli elicotteri   e dei Canadair, costosi ed imprecisi, si spegne da terra; solo chi è presente sul posto, a pochi metri dalle fiamme è in grado di affrontarle con energia e facendo leva sull’esperienza. Ed allora gli investimenti devono riguardare l’equipaggiamento leggero: motoseghe, decespugliatori, pompe a spalla;  il nostro territorio, infatti,  non permette per l’orografia l’impiego di autobotti e ingombranti mezzi fuoristrada. Lo dico nella veste di blogger ma anche e soprattutto di tecnico, con alle spalle un’intensa esperienza di volontariato.

mercoledì 11 agosto 2021

AL TEATRO TEMPIO DI NOTTE

 


Scoperto una ventina di anni or sono quasi per caso dal Prof. Nicolino Lombardi, nel corso di un volo ultraleggero, il teatro tempio del Monte San Nicola in Pietravairano, rappresenta quasi un unicum nel suo genere, anche fra le emergenze monumentali più antiche, in particolare per la posizione. Con il restauro ormai completo la fruizione è possibile per chiunque abbia voglia di un’escursione con livello di difficoltà medio/basso; per i più pigri, e/o per coloro che sono impossibilitati, a breve sarà completato anche un impianto di risalita che permetterà di raggiungere il sito in pochi minuti. A parte la bellezza del teatro e del sovrastante tempio, si è in presenza di un luogo caratterizzato da particolare panoramicità, posto sul crinale di Monte San Nicola: da quel punto è possibile, infatti, far spaziare lo sguardo verso sud est, lato Pietravairano, valle del Volturno e Matese, oppure a nord ovest, lato Vairano Patenora, con Presenzano e l’area venafrana.
Nella sua veste di santuario di altura, a controllo di un’importante ed antica via di comunicazione, la via Latina, è facile pensare che il complesso rappresentasse un punto di riferimento per le popolazioni circostanti, disperse sul territorio. Era dunque un forte simbolo di potere e di identità collettiva.
Nella calda serata di ieri 10 agosto, notte di San Lorenzo, il teatro è stato meta e location di un evento originale e suggestivo: l’ascensione in notturna, organizzata dall’Amministrazione Comunale, retta dalla Dr.ssa Marianna Di Robbio. Oltre duecento i partecipanti, giunti da Pietravairano e dai paesi limitrofi, ma anche da luoghi più lontani ed attirati dalla diffusione della notizia avvenuta tramite i social. Il vostro blogger scribacchiante, con zaino e parte della famiglia al seguito, ha seguito tale evento con interesse e curiosità, partecipandovi; contenuto dello zaino: un paio di bottigliette d’acqua e un plaid per star comodi con il naso all’insù, per osservare meglio la volta celeste.
Che dire? ... grande suggestione, sforzo moderato, atmosfera allegra, anche per la diffusa presenza di famiglie con bambini; non è mancato l’intrattenimento musicale, un po' mortificato dall’impossibilità di amplificare i suoni (certo, sarebbe stato ben problematico portare fin lassù casse ed amplificatori). Chi era andato con la speranza di ammirare stelle cadenti, era quella la notte dell’anno in cui si concentra il fenomeno, è rimasto deluso, ma… tant’è, sembra che il picco delle “perseidi” ci sia domani o dopodomani, d’altronde la delusione è stata ampiamente contemperata dall’abbondanza delle note positive, sopra citate. Da ripetere? Certo! Un ciclo di eventi che abbiano una cornice tanto scenografica, magari con spettacoli teatrali ed appuntamenti musicali, sicuramente sarà coronato dal successo.

(su questo blog sullo stesso tema: http://scribacchiandoperme.blogspot.com/2015/05/al-teatro-tempio.html)