Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

martedì 15 giugno 2021

UNA STORIA PIETRAMELARESE

 

Parsippany-Troy Hills, comunemente chiamata Parsippany, è un comune degli Stati Uniti d'America della Contea di Morris, nello Stato del New Jersey. Il comune è stato istituito come township il 12 marzo 1928: 53.238 gli abitanti, non si tratta affatto quindi della megalopoli americana a cui siamo di solito abituati a pensare. Nel 2006 Parsippany secondo la rivista Money venne riconosciuta al diciassettesimo posto delle città da visitare negli Stati Uniti. Per la cronaca, in questa cittadina risiede anche la sede americana della Ferrero, tra le maggiori industrie italiane nel mondo. È in questo piccolo comune statunitense che si svolge la storia che vi vado a raccontare.
Partito da Pietramelara, dopo aver perso la mamma Filomena (guarda caso il nome di mia madre e di mia figlia) morta nel dare alla luce la sorellina Maria, che qualcuno ricorderà, il 24 maggio 1905 Antonio Cerbo (foto di copertina), fratello di mio nonno Pasquale, arrivò a New York, sbarcando dalla nave “Città di Torino” (dati desunti dal sito CISEI- Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana); aveva 17 anni e di mestiere faceva il contadino, non era analfabeta. Spaesato come può esserlo un ragazzo proiettato in un universo così distante e distinto da quello di origine, non si perse affatto d’animo, giunto che fu, non so come, a  Parsippany, fu il primo italiano a risiedervi, e qui avviò un'azienda agricola lungo la strada. Il piccolo   stand crebbe fino a diventare formalmente Cerbo's nel 1913. Come da tradizione la conduzione familiare è durata da quel momento sino ad oggi, ed ora è gestita dalla 3a e 4a generazione della famiglia Cerbo, proprio qui nello stesso punto in cui tutto è iniziato.
Cerbo's Greenhouse and Garden Center è l'attività più antica di Parsippany, persino più antica della città stessa! L'atto originale è stato completato su un pezzo di carta pergamena e consisteva in 26 acri (circa 10 ettari e mezzo), molti dei quali sono stati espropriati per la realizzazione della Route 80, una lunga autostrada che percorre gli states da Est a Ovest. Il 2021, quindi è il 108simo anno di attività, con l’orgoglio di portare avanti l'impegno di Antonio nei confronti della comunità locale.
Attualmente la Cerbo's Greenhouse vanta ben 3 sedi in tutto il North Jersey. Il garden center a Parsippany è attivo da 105 anni e funge anche da cantiere di vendita al dettaglio/all'ingrosso. Il vivaio a Hampton è un altro cantiere di vendita al dettaglio/all'ingrosso dove coltiviamo anche il nostro vivaio. La terza sede è la fattoria di alberi nella città di Branchville, divenuta maggior produttrice di alberi da ombra, ornamentali e sempreverdi. A novembre e dicembre viene gestita anche una fattoria di alberi di Natale "scegli e taglia".,
Una storia di drammi familiari, affetti spezzati dalla sorte, alterne fortune ma anche di orgoglio profondo e legame con la tradizione, con l’amore viscerale per la terra che fa da filo conduttore in un viaggio fra Pietramelara e gli USA. L’epilogo di questa storia ci consegna una realtà produttiva di grande valenza esemplare, offertaci da  Antonio Cerbo, un uomo del popolo i cui discendenti ancora onorano la sua memoria nel migliore dei modi.
(il pezzo è stato scritto in seguito al desiderio realizzato di mia figlia Maria Francesca di ritrovare questi parenti americani)

venerdì 4 giugno 2021

DALLA PRIMA ALL'ULTIMA ORA


Sono stati gli uomini a fare Pietramelara o, al contrario, è stata Pietramelara a fare gli uomini? E’ ponendomi questo interrogativo che mi accingo a scribacchiare una serie di pezzi dedicati ai Pietramelaresi illustri, a coloro che hanno lasciato un’impronta netta e positiva sul suolo di questo paese. Confuso da dove cominciare, penso di dedicare il primo di questi pezzi al dottor Filippo Adipietro (vedi foto di copertina), servendomi come fonte di un breve opuscolo datato 9 dicembre 1995, dato alle stampe in occasione dello scoprimento del busto bronzeo in Municipio. L’opera era stata dapprima destinata alla sala della biblioteca comunale, dopodiché fu traslata nella sala consiliare.
Il medico di tante generazioni di pietramelaresi, per tanti ron F'lippu, nacque il 9 agosto 1900, a Pietramelara, da Giovanni Alfredo, anch’egli medico, e da Rosa de Ponte. La famiglia era di origine partenopea e giunse in paese al seguito del nonno Filippo, che assunse l’ufficio di Segretario Comunale qualche decennio prima, quindi appena dopo l’unificazione d’Italia.
Il piccolo Filippo studiò dapprima presso il convitto “Agostino Nifo” di Sessa Aurunca, dove conseguì la maturità classica, fu quindi chiamato alle armi sul finire del primo conflitto mondiale, insieme ai cosiddetti “ragazzi del '99”. Terminata la leva, e dopo la fine vittoriosa del conflitto, si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Napoli, che al tempo aveva maestri della levatura di Antonio Cardarelli, Leonardo Bianchi, Giuseppe Moscati. E proprio di Moscati, medico santo, fu allievo nel corso dell’internato tenutosi presso l’Ospedale degli Incurabili; della frequenza di un uomo di così alto profilo morale ed etico il dottor Adipietro conservò per sempre l’impronta professionale ed umana. Il 21 novembre 1925 si laureò, e successivamente si specializzò in Traumatologia e Chirurgia d’Urgenza, nonché in Ostetricia e Ginecologia. Sposò nel 1928 la signora Maria Sanniti, donna di grande bellezza che gli diede quattro figli. Scelse allora di esercitare in Pietramelara, scartando le lusinghe di una sicura carriera a Napoli. Nel 1939 fu nominato Ufficiale Sanitario di un vasto tenimento che comprendeva anche Riardo, Baia, Roccaromana, Pietravairano, Caianello e Vairano Patenora.
Partecipò alla guerra di Spagna, in cui fu anche ferito: il suo servizio encomiabile gli valse una Croce di Guerra. Tornato, fu nominato podestà di Pietramelara ma, appena insediato, fu richiamato alle armi con il grado di Tenente Medico; a guerra finita, nel 1951 gli fu conferita una seconda Croce al Valor Militare. Dopo l’armistizio si distinse nella cura dei molti feriti per l’occupazione tedesca   e, a tal proposito, l’arciprete Lombardo ebbe a scrivere di lui: “Il Dottor Filippo Adipietro rimase al suo posto dalla prima all’ultima ora e si prodigò con slancio ed abnegazione nella cura dei feriti e dei moribondi”. Tornata la pace, fu nominato direttore sanitario dell’Ospedale di Roccaromana, e continuò per lungo tempo ad esercitare la professione medica presso il palazzo di famiglia. Dopo una breve malattia la morte lo raggiunse il 2 agosto 1983.
La vicenda umana a professionale di quest’uomo offre lo spunto per più di una riflessione: l’attaccamento al luogo natio, lo slancio che mostrava nell’esercizio della professione medica, la pietà dimostrata nei confronti dei propri pazienti, specie i più indigenti, ne hanno fatto un modello ancora presente, dopo un quarantennio dalla scomparsa, nella memoria di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo.