Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

martedì 28 agosto 2012

...a primm’ acqua è viernu

“…e roppu San Roccu, a primm’ acqua è viernu”, (dopo la metà di agosto la prima pioggia segna l’inizio dell’inverno, ndr) un adagio fin troppo noto qui da noi, un modo come un altro di predisporre l’animo ai giorni che stanno per venire.
Ai tempi in cui la società era quasi solo rurale, fine agosto e inizio settembre significavano soprattutto metter mano agli attrezzi, predisporre la vendemmia, preparare i campi alla semina dei cereali, raccogliere il “raurignu” (granturco, ndr), fare una provvista di legna da ardere.
E oggi?... qual’ è il portato di questi ultimi giorni di agosto, con le vacanze ancora fresche nella memoria?
La società è cambiata, e continua a cambiare: pochi di noi hanno da fare in campagna, ma comunque questo periodo sembra sempre l’inizio di qualcosa di nuovo, un caposaldo da cui partire per cominciare un nuovo ciclo.
Certo, la giornata sempre più corta intristisce l’animo, tuttavia l’impressione di qualcosa di nuovo che stia per cominciare è sempre viva; del caldo non se ne può più e le giornate terse ed assolate di settembre, con il cielo azzurro intenso e la brezza che si respira dopo che è piovuto, sono un dono che ognuno di noi si aspetta.
…A primm’acqua è viernu: un monito che incombe quanto una minaccia; ma la pioggia continua a farsi desiderare, e l’afa la fa ancora da padrona. I meteorologi televisivi, moderni sciamani mediatici, avevano annunciato la “burrasca di fine agosto” come in genere si fa per le star dello spettacolo, o come una sorta di supereroe in grado di liberare il pianeta da una calamità incombente, ma le previsioni, almeno dalle nostre parti, si sono rivelate infondate.
Ansia, speranza, positività dell’attesa, sensazioni dell’animo che contrastano in noi stessi sono la costante del momento: anche se ci rifacciamo alla storia recente, settembre è un mese che in genere connota sempre qualcosa di nuovo, rispetto ai giorni di inizio estate, anche se, in più di un caso, le novità si sono rivelate tutt’altro che positive.

giovedì 16 agosto 2012

CIUCCI TURRUNARI

E’ uno stereotipo diffuso nel linguaggio delle nostre zone rurali: avete mai sentito qualcuno apostrofarvi con la seguente espressione: “Me pari ju ciucciu r’ju turrunaru” (per il tuo comportamento ti posso accostare al somaro del torronaio, ndr). Ma perché? …cosa aveva di tanto singolare il mansueto animale, da renderlo noto a generazioni e generazioni di pietramelaresi, affini e confinanti? La tradizione tramanda che il venditore di torrone/tipo girava con un carrettino tutte le feste, le sagre e le fiere di paese e, naturalmente, questo carrettino era trainato da un paziente somaro: in ogni occasione, piccola o grande, in cui era presente il torronaio non poteva assolutamente mancare il relativo ciuccio al seguito; da qui la taccia: accostare, perciò, qualcuno al nostro simpatico equino significava che costui era particolarmente avvezzo a frequentare ogni luogo in cui vi era occasione o notizia di festa e di a’mmuina . Oggi i torronai si sono, al pari di altre categorie di ambulanti, evoluti e dispongono di furgoni e banchi di esposizione a norma di legge, ma la memoria del nostro ciuccio resiste e persiste, e raramente un clichè tanto colorito è stato così aderente a determinate tipologie umane.
Di “ciucci turrunari” (umani) è pieno anche il mondo moderno, e in nessun ambiente lavorativo, familiare, sociale o politico mancano.
Li trovi presenti immancabilmente ad ogni evento, cena, banchetto, festa o raduno, non importa chi l’abbia organizzato, il partito o il sodalizio promotore.
Sono di carattere allegro e gioviale, ed anche di buona compagnia, ma raramente si tratta di persone sincere. Sono inclini a scrutare lo scenario ed il contesto e, a valutazioni fatte, si schierano sempre dalla parte del più forte, del vincente, nella considerazione che ciò arrecherà loro vantaggi immediati o futuri.
Fatte le opportune eccezioni, alla lunga la loro conoscenza non si rivela mai un’esperienza pienamente positiva.

mercoledì 8 agosto 2012

Tipi da...villaggio

Per chi ha occhio buono ed allenato anche il girovagar per vacanze costituisce occasione di osservazione. E’ il caso di uno sconosciuto blogger di paese che ritrovatosi, grazie al gioco del caso, in uno dei tanti villaggi per turisti del meridione, ha posto l’occhio sulle molteplici categorie antropiche che vi ha riscontato.
Tra le tante tipologie umanoidi in cui ha potuto imbattersi, tre lo hanno colpito in modo particolare:l’esaurito “under 8”, il bulimico da vacanza, la bbona (o autopresunta tale).
L’esaurito “under 8” è un bambino perennemente sull’orlo di una crisi di nervi e, pertanto, perennemente frignante: le sue gravi nevrosi sono in genere acuite da un fratellino maggiore (stronzo) o da un genitore (altrettanto str…) che lo vessano. I decibel emessi con il pianto sottoombrellonale e/o intraristorantiale sono in funzione diretta della vessazione subita, stesso dicasi per la durata media del pianto. Le vessazioni se provengono dal fratello consistono in strappamento di giocattoli, calci negli stinchi mollati di nascosto o altre piacevolezze del genere, se provengono in linea paterna sono ancora peggiori, visto che l’età, soprattutto in alcuni soggetti, acuisce di molto la str...ggine, ed allora imposizione di foto in spiaggia in ora di punta, con sabbia rovente sotto i piedi e sole a picco; ritorno al villaggio a piedi quando il trenino/navetta è gratuito, efficiente e veloce, “perché si va in vacanza anche per fare esercizio fisico”,ed altro ancora.
In un villaggio turistico propagandato, poi, come specializzato nell’accogliere famiglie con bambini, si creano particolari sinergie fra nuclei familiari vicini di tavolo o di ombrellone, motivo per il quale alcune zone della spiaggia o del ristorante divengono praticabili sono grazie all’uso di tappi alle orecchie o cuffie protettive.
Il “bulimico da vacanza” , altra tipologia estremamente rappresentata, esprime il meglio di se alla colazione, momento favorevole al superamento del record mondiale di “divoramento di cornetti”, sembra che nel villaggio ospitante il nostro blogger, qualcuno sia arrivato a farne fuori una ventina in pochi minuti, abilmente variando tra quelli alla crema, i vuoti o i ripieni alla marmellata. Non è che il bulimico si riposi ad ora di pranzo…giammai! Lo vedi con piramidi di spaghetti ai frutti di mare, roba da far schiattare d’invidia Cheope e Micerino, o mattonelle di pasta al forno in grado di sostenere grandiose architetture; a cena, il nostro, per concludere degnamente la giornata, arriva a divorare anche tredici porzioni di dolce…tanto sono state pagate!
Tra le tre tipologie umanoidi più evidenti all’occhio del nostro blogger, infine, la più patetica è la “bbona” (o autopresunta tale): narcisa fino all’inverosimile, porta auree catene e catenelle dappertutto, al collo, in vita, alla caviglia. L’ora che preferisce è quella della cena, in cui può sfoggiare tutto il guardaroba al seguito: sembra che il capiente bagagliaio del SUV di famiglia, insieme al divano posteriore, siano stati dedicati per sua volontà alle innumerevoli valigie… il resto della famiglia ha raggiunto il villaggio in treno o in autostop. Non ama molto la spiaggia, la vive come un male necessario, soprattutto perché il bikini firmato non nasconde quella cellulite che non se ne vuole proprio andare, neanche con sei sedute settimanali di palestra (i soliti ben informati sostengono però che il tempo in palestra è impiegato soprattutto a trastullarsi negli spogliatoi con il trainer personale!!!).