Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

sabato 13 dicembre 2014

RANDAGI

Tra i tanti problemi con cui i pietramelaresi si devono, per forza di cose, confrontare emerge oggi anche quello del randagismo. Non sempre è stato così! Esso ha assunto le dimensioni di “problema” solo da qualche anno. In passato un efficiente servizio di accalappiamento garantiva l’assenza totale di cani "homeless" per strada; con il passaggio di competenze alle ASL si è assistito ad un progressivo aggravamento degli inconvenienti, acuito dalla totale mancanza nei dintorni di strutture recettive per tali animali. Per chi gira a piedi o in bicicletta non è raro imbattersi dalle parti dell’area mercato, in piazza Sant’ Agostino, o nella più frequentata piazza San Rocco, in branchi veri e propri che, se prima rappresentavano solo una minaccia dal punto di vista igienico sanitario, per la diffusione dei parassiti, oggi possono trasformarsi in un serio pericolo per l’incolumità di persone e animali domestici.
Qualche ciclista o qualche pedone, in passato come di recente, ha vissuto “un brutto quarto d’ora” imbattendosi in animali affamati, o aggressivi per il possesso di una femmina. Come sempre avviene in questi casi, il problema viene sollevato solo dopo che i danni (più o meno gravi) sono stati causati; noi proviamo a sollevarlo quando si ha solo una percezione di un pericolo che, se per ora è solo latente, prima o poi può divenire serio e reale. E’ da lodare senz’altro lo spirito in base al quale qualcuno provvede al loro sostentamento, ma questi animali, si sa, hanno uno spiccato senso della territorialità e, lasciati moltiplicare senza controllo potrebbero cominciare ad attaccare i passanti, specie nelle ore serali e notturne in cui tale senso si acuisce in modo particolare.
L’amore per gli animali, specie per i cani, consacrati dalla letteratura come emblema di fedeltà, è un imperativo a cui uomini e comunità che si definiscono civili non si possono in alcun modo sottrarre, d'altro canto garantire e tutelare la sicurezza e l’incolumità dei cittadini è tra le funzioni principali di chi riveste cariche ed ha responsabilità amministrative.
Nei programmi elettorali di più di un gruppo politico si ritrova immancabilmente la realizzazione di un canile, che serva eventualmente anche i comuni limitrofi: si tratta con evidenza della soluzione più semplice, immediata ed umana al problema, capace di indurre occupazione, nonché anche l’unica consentita dalla vigente normativa in materia. E’ un fatto, comunque che, trascorse le campagne elettorali, la cosa cada sistematicamente nel dimenticatoio e, complici le solite “difficoltà finanziarie” e le ristrettezze del momento, non se ne faccia nulla.

sabato 6 dicembre 2014

UNA FESTA PER LE API

La mia terra è da sempre legata alle api, simbolo di laboriosità e coesione sociale, non è un caso il fatto che nello stemma del mio comune, Pietramelara, è raffigurato un piccolo sciame che esce da una roccia, e le api ricorrono inoltre nello stemma araldico di importantissime famiglie che hanno scritto la storia di Italia e di Europa.
Domattina, 7 dicembre parteciperò ad un evento: ricorrerà il giorno di Sant’Ambrogio, famoso protettore della città di Milano, meno noto anche perché è il protettore delle api; la tradizione vuole, infatti che al santo, quando era ancora in fasce, si posarono delle api sulle labbra. Per la ricorrenza un gruppo di appassionati apicoltori, giovani e meno giovani, ha voluto organizzare un’evento dal titolo “Festa della Biodiversità e del Miele in Terra di Lavoro”, che si terrà in mattinata, con inizio alle dieci, presso la “Oasi Regina degli Angeli”, in quel di Marzano Appio, alla frazione Ameglio. Gli organizzatori mi hanno invitato a tenere una relazione al convegno e cercherò, per l’occasione, di dare testimonianza del contributo della mia professione al mondo delle api, di quanto è già stato fatto, di quanto resti da fare per questo piccolo insetto che, da sempre, ha avuto un ruolo nell’evoluzione della civiltà umana. Altri relatori si occuperanno di illustrare aspetti vari dell’apicoltura e “a latere” assaggi di miele, prodotti apistici ed enogastromia locale.
Le api e gli apicoltori, che si occupano di loro, al di là del giusto tornaconto economico, rendono un servigio insostituibile alla natura e al mondo intero: producono alimenti ed altri prodotti di elevatissimo pregio e valore e contribuiscono alla tutela della biodiversità, grazie all’impollinazione che assicurano a piante frutticole, orticole e foraggere. Senza le api le produzioni, in ogni comparto dell’agricoltura, sarebbero notevolmente più basse e, pertanto, esse sono un prezioso alleato dell’umanità, che nel terzo millennio della storia ha sempre più fame (anche se gli alimenti da noi finiscono nella spazzatura). Salvaguardare le api diventa, oggi più che mai, un imperativo per ognuno di noi, ognuno per il proprio ruolo, specialmente per le diverse minacce che esse subiscono. All’inquinamento dell’acqua e dell’atmosfera, storici nemici delle api, ogni giorno si aggiungono nuove e più serie minacce, malattie e parassiti. La scienza fa quello che può, ma anche in questo caso la responsabilità della globalizzazione è stata importantissima: flussi di merci importate senza i necessari controlli hanno determinato l’insorgere anche qui da noi di malattie sconosciute e pertanto poco combattibili. E’ recente il caso della comparsa a Reggio Calabria, del coleottero degli alveari Aethina tumida, talmente dannoso da far considerare trascurabile il problema varroa, che tanti apicoltori ha afflitto in passato.