Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

domenica 22 maggio 2011

PROTAGONISTA DI PRIMAVERA

E’ lui, l’odore del fieno, il vero protagonista delle serate di questi tempi! Per qualche tempo si è conteso il primato con il suo fratello maggiore, l’odore dei fiori di acacia, anch’esso bellissimo, intenso ed elegante, ma…dalla metà di maggio e fino al mese successivo non ci sono rivali che tengano.
Basta allontanarsi un poco da centro del paese e lui è lì che ti raggiunge. L’odore del fieno, un pò come la famosa “madaleniette” di Marcel Proust, ha il potere di evocare ricordi e situazioni vissute: quando ti entra dentro ritornano alla mente le ultime settimane di scuola, innamoramenti ed amori vissuti in questo scorcio finale della primavera e tanti altri ricordi e sensazioni, perlopiù piacevoli, che ti riconciliano con il mondo che ti gira attorno.
Sentirlo tra le narici distinto e netto, portato dal vento leggero, è una delle piccole fortune che ti non ti fanno rimpiangere la scelta che hai fatto di rimanere a vivere qui, nel “borgo natìo”, affrontando disagi e costi per raggiungere il posto di lavoro.
A volte l’inciviltà di qualche piromane incallito che si ostina a bruciare di tutto (ed il contrario di tutto) nel proprio giardino, lo offende e cerca di coprirlo,ed il più delle volte purtroppo ci riesce anche. Il comportamento di tali persone, per la verità piuttosto diffuso, può essere, a buon diritto, paragonato al vandalismo di chi deturpa un’opera d’arte!

sabato 14 maggio 2011

Sfantasiart:piaceri e dubbi

Venerdì sera ho partecipato ad un evento interessante: la “Sfantasiart”, un appuntamento presso il ristorante “La Fortezza Normanna” di Vairano Patenora, in cui veniva riproposto il connubio, sempre più frequente, fra arte ed enogastronomia. Ricco e variegato il menu, interessanti le opere esposte e le poesie declamate, ed un “parterre” di elezione, con giornalisti enogastronomici, titolati chef, gourmet locali e non, e tanta gente normale…come me.
Il successo riservato all’evento era testimoniato in modo più che evidente dal numero di persone che vi hanno partecipato (la sala era piena), ma soprattutto dal clima disteso ed amichevole che si è subito stabilito, anche tra commensali che prima non si erano mai conosciuti.
Due le sensazioni che ho letto nel mio animo: prima di tutto il piacere di parteciparvi, di stare insieme a tanta gente e - perché no -di gustare autentiche prelibatezze generate da ingredienti di semplicità assoluta.
Poi un dubbio, una perplessità, una domanda: ma questi dotti che con tanta competenza disquisiscono di aromi, polifenoli, sensazioni al palato, lo immaginano che dietro l’olio, che stanno centellinando da un bicchierino da degustazione, c’è l’ansia, il sacrificio, la fatica di uomini che si svegliano nel pieno della notte per guardare il cielo, per osservare se cala la nebbia, se il temporale che si avvicina, in agosto e settembre, porterà la grandine? Lo sanno che il prelibato pecorino che hanno nel piatto, nasce da pecore che, oggi come duemila anni fa, debbono pascolare con la canicola estiva e con il gelo delle mattine invernali, custodite da taciturni pastori?
L’enogastronomia ed il turismo enogastronomico nascono dalla terra e dalla nostra antica civiltà contadina, ed essi sono, per la verità, un modo moderno ed intelligente di promuovere e sviluppare territori un tempo definiti “marginali”, con una sentenza frettolosamente “passata in giudicato”, ma… il giornalista enogastronomico di grido le mani di terra, se l’è mai sporcate?

sabato 7 maggio 2011

CASTELPETROSO, UN PO' DI STORIA

Stasera si chiude il Pellegrinaggio a Castelpetroso, ennesimo capitolo di una storia ormai ultracentenaria. Le notizie che giungono da quelle parti ci dicono che il sole, quest’anno, è stato compagno di viaggio dei pellegrini, e che pertanto il viaggio si è rivelato agevole. Sembrano ormai sopiti gli attriti che, qualche anno fa, hanno fatto temere una vera e propria scissione fra pellegrini innovatori e pellegrini conservatori, che addirittura avrebbe potuto condurre a due pellegrinaggi… menomale! La religiosità popolare attinge da una comune identità e pertanto le cose non potevano che aggiustarsi.
Non sono tra coloro che usano scandagliare l’animo altrui e l’altrui Fede, pertanto non mi voglio avventurare nei distinguo che si odono di solito di questi tempi, in prossimità del pellegrinaggio: “è o non è vera Fede?”.
Ciò che invece mi preme è ricostruire in poche righe la storia del culto dell’Addolorata tra i pietramelaresi. La storia viene da lontano, da molto tempo prima dei primi pellegrinaggi. Già dal 1854, infatti, nella prima decade di ottobre, veniva festeggiata in Pietramelara la Madonna Addolorata, mediante funzioni religiose ed eventi civili. L’inizio della festa è in coincidenza con la donazione alla Chiesa di Sant’Agostino del gruppo scultoreo della Pietà, un tempo in testa all’altare maggiore, attualmente nell’edicola entrando in chiesa a destra. L’opera in legno si deve allo scultore napoletano Arcangelo Testa; l’anno successivo fu aggiunto il San Giovanni Apostolo che completa il gruppo, ad opera dello stesso autore. Donante un pio sacerdote, facente parte di una famiglia da sempre in vista nel nostro paese: costui a proprie spese, fece celebrare la festa sino alla sua morte, avvenuta nel 1884. Inoltre tenne un diario: spese, iniziative, eventi, tutto è stato meticolosamente annotato; per chi scrive la lettura di tale documento si è rivelata una preziosa fonte di notizie per avvenimenti storici collaterali al periodo descritto: il passaggio dei Mille, l’unità nazionale, ecc. Per qualche anno dopo la morte di costui, la tradizionale festa fu ripresa da un suo fratello, anch’esso sacerdote: non è un caso che i pellegrinaggi inizino sul finire dell’ottocento, proprio in coincidenza con la scomparsa anche di quest’ultimo.
Con ogni probabilità lo spirito di religiosità popolare, da sempre vivo dalle nostre parti, animato dal culto mariano nel frattempo consolidatosi si rigenerò dando vita ad una tradizione che sopravvive e non da cenni di stanchezza: il pellegrinaggio a piedi a Castelpetroso.

mercoledì 4 maggio 2011

UNA NUOVA VITA

Sono nato di nuovo lunedì mattina! Da allora è cominciata per me una nuova vita: quella del lavoratore pendolar/ferroviario. L’avevo promesso ai miei lettori nella nota sull’ Earth Day 2011, ed ecco: ho mantenuto l'impegno.
Devo dire che i primi due giorni sono andati, tutto sommato, bene ma, stamattina, ecco la sorpresa: danni alla condotta elettrica nei pressi di Maddaloni, tra soste, ingressi in stazione negati ed altro, il viaggio Riardo Caserta è durato 85 minuti in luogo dei 40 previsti (più del doppio).
Certamente non sarà la lieve disavventura di stamattina a farmi recedere dai miei buoni propositi, ma la rabbia ti monta lo stesso.
Però in treno si viaggia comodi, e soprattutto riposati, non si è obbligati alla propria prudenza e a sperare in quella altrui, come viaggiando in auto, non si deve affrontare il traffico cittadino, pullulante di mamme ansiose che, per accompagnare pargoli a scuola pilotano giganteschi SUV, motociclisti infreddoliti e pertanto poco attenti, ritardatari cronici sempre di fretta e così via.
Il portafogli stressato dalle ultime tensioni sul mercato petrolifero, poi, ritorna a respirare sereno e ti sorprendi con piacere a non scrutare ansioso le ultime quotazioni del “brent”. Puoi fantasticare liberamente ora, in treno, su come impiegare le risorse risparmiate: vacanze, sfizi vari, hobby e chi più ne ha… ; ma ciò che è più importante: viaggiando in treno si offre un minimo ma concreto contributo alla causa ambientale.