Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

venerdì 30 dicembre 2011

UN BRINDISI PER GUARDARE AVANTI


Fine anno, la moda imperante è quella dei bilanci: delle cose andate bene e di quelle andate meno bene. Sono convinto che, dato il tempo che corre, sia molto più utile guardare al futuro che rinvangare il passato, anche se molto vicino. Allora il brindisi che stiamo per accingerci a fare, la bottiglia che stiamo per stappare, siano rivolti più alle cose buone del prossimo anno che alle meno buone di quello appena trascorso.
Il 2012 riserva a noi pietramelaresi un appuntamento importante: in primavera si terranno le elezioni del Sindaco e del Consiglio Comunale. Le modalità, imposte anche dalle ultime ristrettezze finanziarie, saranno innovative rispetto al passato, con un numero di persone da eleggere molto più ridotto.
Poco o nulla si sa di cosa “bolla in pentola”: vecchi e nuovi gruppi, vecchi e nuovi personaggi o stanno lavorando nell’ombra oppure, più verosimilmente, non stanno lavorando affatto; ma… qualunque sia il responso delle urne, si chinerà il capo ad esso in segno di sommo rispetto.
Ritengo sterilmente polemico ripercorrere gli errori politico amministrativi degli ultimi venti anni: sono cose passate sulle quali si è discusso ed almanaccato fin troppo! Molto meglio pensare a ciò che va fatto. Chi vincerà la tornata elettorale si troverà ad affrontare un arduo lavoro, estremamente complicato dalle ristrettezze finanziarie nelle quali versano quasi tutti gli Enti Locali. Lo sviluppo ed il rilancio dell’economia, questo il primo imperativo categorico! Il tempo dei miraggi sembra essere definitivamente trascorso, è inutile e dannoso, pertanto, continuare a sperare in un industrializzazione che appare, oggi più che mai, un obiettivo privo di conseguibilità; destinare risorse umane e finanziarie alle opere pubbliche ed alle infrastrutture sembra altrettanto fuori dal tempo. Lo ripetiamo da sempre: ci si dovrà concentrare sulle risorse disponibili ed imperniare su di esse un processo virtuoso di sviluppo. Paesaggio, ambiente, enogastronomia: queste le nostre industrie! Il conseguimento di un obiettivo tanto ambizioso come lo "sviluppo sostenibile" richiederà l’utilizzo di strumenti difficili da utilizzare, primo fra tutti il “marketing territoriale”. Il richiamo, specie nella stagione primaverile/estiva di singoli o gruppi darà ossigeno ad ogni settore della nostra economia, ormai asfittica: all’agricoltura, capace se vuole di produrre vere e proprie eccellenze, al commercio ed alle attività recettive.
Certo, un’ efficace campagna di attrazione è costosa, dovendo essere condotta mettendo in campo eventi, insieme a strumenti multimediali (stampa, radio/TV, Internet), ma le risorse richieste ci sono, basta cercarle. Specifiche opportunità sono riconosciute ai Comuni dai Fondi Strutturali dell’Unione Europea. Si potrebbero, ancora, ad esempio, conseguire risparmi con una gestione del personale più attenta e meno spendacciona.
Ecco l’augurio da porgere ai prossimi Amministratori: possiate essere ricordati in futuro dai vostri concittadini per ciò che di nuovo avete introdotto! Buon 2012.

lunedì 26 dicembre 2011

"IL MASCHIO E' FORTE E A BALLARE NON CI VA"

Nei Natale dell’età matura mi mancano tanto quelle piccole/grandi cose di contorno tipiche di questo periodo dell’anno.
Alla faccia di chi mi accusa di essere un inguaribile nostalgico, con la testa sempre volta all’indietro, conservo come un tesoretto prezioso questi piccoli ricordi di serate serene, trascorse insieme a loro, ai miei carissimi amici di un tempo, senza rituali consumistici da osservare. Si trattava di interminabili partite a “stoppa”, nelle quali dopo che la sfortuna più nera ti si era accanita contro, ti trovavi alla fine della serata con due o trecento lire in meno in tasca (diconsi circa 10 o 15 centesimi attuali). Le tombolate, due o tre l’anno, per lo più nelle stesse case: con i soliti “lesti di mano” diventati talmente bravi e disinvolti nel tirar fuori dal cestino i numeri che più erano loro utili, da far esclamare a qualcuno, tra l’ironico ed il contrariato : “…siete stati capaci di trasformare la tombola in un’attività criminosa”.
Le feste da ballo, nelle case messe a disposizione dai più volenterosi e disponibili: il repertorio musicale per ballare, quasi sempre uguale,andava da Aznavuor ai Beatles e Fred Buongusto per i “lenti”, da Barry White al resto della nascente “Disco Music”, per gli “svelti”.
A questo proposito mi ritorna alla mente un episodio veramente curioso: in uno degli ultimi Natale degli anni ’70, un personaggio locale, allora abbastanza in auge, organizzò un festa, selezionando rigidamente gli inviti ed escludendo gran parte dei maschietti “ruspanti” locali, a vantaggio di invitati esotici facenti parte delle sue amicizie. Gli esclusi, tra i quali il sottoscritto, non avendo gradito la cosa, si organizzarono “in quattro e quattr’otto”, e diedero vita ad un vero e proprio corteo di protesta in puro stile “sessantottino”, con tanto di striscioni, cartelli e coperchi di pentole e posate per accompagnare lo slogan ripetuto da ognuno: “Il maschio è forte e a ballare non ci va”. Il corteo partì da Piazza San Rocco e si diresse sotto la casa in cui si teneva la festa, dove si sciolse poco dopo, anche perché si diffuse la voce che nel frattempo erano stati chiamati i Carabinieri. La cosa, singolare e curiosa, ebbe il suo bell’eco di stampa e fu riportata dal “Mattino” e dalle nascenti Radio Locali, che da poco avevano cominciato a trasmettere in FM.
E… tante tante altre cose da raccontare, relative al periodo natalizio, intrise di una nostalgia che solo chi ha vissuto vari decenni può condividere: ricordi che si riaffacciano alla mente richiamati dal rivedere un volto dimenticato dopo anni, dal ritrovare tra le tue vecchie cose un ritaglio di giornale ormai ingiallito, oppure semplicemente discorrendo per strada con un amico del tempo che fu.

mercoledì 21 dicembre 2011

FILOSOFIA NATALIZIA

Non mi sono mai trovato a mio agio nel periodo natalizio: troppi brutti ricordi e troppe coincidenze con negatività varie che hanno interessato me e le persone che mi sono più vicine! La mia meteoropatia fa il resto, ed ecco che in coincidenza con giornate brevi e tempo grigio, il mio umore è “a pezzi”.
Ritengo, d’altronde, che, al giorno d’oggi, nonostante la crisi, il benessere sia talmente diffuso da non far rimpiangere a nessuno il tempo passato, tempo in cui, però, il Natale veniva vissuto con maggiore semplicità e al riparo da derive consumistiche.
Quest’anno, poi, sento ancora di più il disagio tipico del periodo natalizio: sarà il tempo che passa, saranno tante altre piccole contrarietà che si aggiungono, sarà stata la tragica fine del caro Ninuccio, che ci ha lasciati sbigottiti, increduli ed anche un poco impauriti. Fatto sta che sto vivendo questi giorni che ci separano dalla fine dell’anno come un “male necessario”, e sono impegnato in una sorta di conto alla rovescia per cercare di esorcizzare tutta la malinconia che ho dentro.
Io amo i giorni “normali”: quelli in cui ti svegli la mattina presto per andare al lavoro, quelli in cui ti ritiri stanco ma appagato per l’impegno profuso ed il contributo che hai dato. Amo la vita ed il mondo che mi gira intorno, le persone che condividono con me un pezzo di strada o l’intero viaggio; ed è per questo che, nonostante le mie malinconie, sono qui, con un sorriso sereno sulle labbra, ad augurarvi BUON NATALE 2011.

domenica 18 dicembre 2011

Caro Ninuccio



Caro Ninuccio,
io lo so che ancora non era venuto il momento di salutarci, e che qualcosa in più a Pietramelara lo volevi ancora regalare. Qualcuno, che accecato dall’avidità e dalla violenza ha interrotto i tuoi giorni… ci ha privato di un altro uomo/simbolo della “pietramelaresità”.
Già la “pietramelaresità”, questo valore che ci accomuna, fatto di disponibilità, gentilezza, senso dell’accoglienza, faceva di te un impiegato modello del nostro Comune, di quelli -per intenderci- a cui rivolgersi chiamandoli solo per nome: Ninù.
Ricordo che da bambino ammiravo ed invidiavo la velocità delle tue dita sulla tastiera di quella vecchia Olivetti: certificati consegnati in tempo reale (attesa zero nel significato letterale) dietro una semplice richiesta verbale, formulata magari in quel nostro dialetto così particolare.
Quando dopo vari decenni hai terminato il servizio, non ti sei mai staccato da Piazza Sant’Agostino, dal tuo vecchio caro municipio e sono state quelle panchine ad accogliere i tuoi giorni da pensionato, tra una discussione di calcio e una di ciclismo, sport che tanto amavi.
Devo dirti la verità: la vicenda della tua fine, tanto tragica ed assurda, non mi va proprio giù!... Io che tante volte ho contrabbandato il mio paese come un’isola al riparo da certe negatività purtroppo così comuni nelle realtà urbane e metropolitane, mi sento sbugiardato, spiazzato, ammutolito. Chi, alla ricerca di quattro spiccioli, a posto fine ai tuoi giorni, ha derubato anche noi che restiamo di qualcosa di molto prezioso. Da oggi le porte saranno più chiuse, le persiane più abbassate, gli sguardi più sospettosi e diffidenti, anche nei confronti di chi ha bisogno di solidarietà, apertura, fiducia. E’ questo il portato della tua fine assurda: ulteriore degrado di un clima il cui peggioramento è iniziato, in verità, da qualche tempo.Tuo aff.mo Francesco

venerdì 16 dicembre 2011

LA MOVIOLA

Reti segnate con il birichino ausilio di una mano, fuorigioco trascurati dalla terna arbitrale, falli commessi o ben dissimulati: nulla le sfugge, è la moviola! E’ uno strumento ormai datato, qualche decennio fa di natura essenzialmente ottica e meccanica, oggi elettronico in quasi ogni sua parte.
Anche se nessuno ancora si è degnato di inventarla, ho scoperto, ormai da qualche tempo, che anche dentro di me funziona la “moviola della vita”: si accende da sola e, a volte, è veramente difficile farla spegnere.
Quando è in funzione e ti ripassa davanti al rallentatore un particolare episodio, felice o triste che sia, ti ritrovi studiare ogni minimo movimento del corpo, le espressioni, le parole dette e quelle non dette, i pensieri del momento e le idee che ti sei fatto della cosa appena dopo. Ha un difetto: le manca il tasto “cancella” e ogni file è sempre pronto a riemergere, sfidando e vincendo la cortina polverosa del tempo che già si è accumulata. Che dire poi dei file più recenti: fastidiosissimi più di ogni altro, appaiono “a video” in ogni momento della giornata, specie quando sono solo, o nelle frequenti insonnie . L’energia che le permette di girare è un misterioso composto di memoria, coscienza, consapevolezza di sé ed esperienza.
Il suo fastidioso ma, tutto sommato, utile funzionamento diventa frequente in questo periodo di fine anno, tempo di bilanci. Le piccole soddisfazioni di cui ho goduto, le persone che ho incontrato, la stima che ho saputo suscitare, i volti persi per sempre, gli errori commessi vanno ad arricchire sempre di più l’archivio del suo gigantesco Hard Disk.

mercoledì 7 dicembre 2011

Dovrei esser felice?

Dovrei esser felice, essere contento? Due magnifici traguardi conseguiti in un sol giorno: la cattura di un super latitante, da anni inseguito dalla giustizia, ed il passaggio del Napoli in Champions, grazie ad una spettacolare partita, in cui nulla ci è stato regalato!
Dovrei sprizzare ilarità da ogni poro della mia pelle,dovrei beninagnamente contagiare gli altri per la felicità… eppure a malapena riesco a sorridere!
In un giorno di grandi soddisfazioni per la mia terra e chi la abita, il pensiero di tante negatività non riesce ad allontanarsi un solo attimo.
Economia a rotoli, e l’esercito di disoccupati che si ingrossa giorno per giorno: padri di famiglia che, una volta esauriti i risparmi, non sapranno più a quale santo votarsi per le minime esigenze della vita quotidiana.
Situazione ambientale a cui la definizione “di degrado” sta anche fin troppo larga: emergenza rifiuti che dura ormai ininterrottamente dalla fine del ‘97, microdiscariche aperte un po’ dovunque, montagne interamente sventrate dalle cave, corsi d’acqua ridotti maleodoranti cloache. Il tutto nella Terra che indusse un sovrano ad erigere una meravigliosa reggia che il mondo intero invidia ed ammira.
La politica, strumento che, in democrazia, dovrebbe risolvere i problemi delle comunità amministrate, ancora una volta, si fa sorprendere “con le dita nella marmellata”, ed alla quale venti anni di “tangentopoli” non hanno insegnato nulla: onorevoli inquisiti, sindaci e presidenti arrestati occupano ancora una volta le pagine di cronaca.
Come si fa a gioire?... eppure ieri sera, a pochi passi da casa mia, per le reti di Inler e di Hamsik, sono andati in fumo fuochi d’artificio per centinaia di euro: è vero con il portafogli pieno è molto più facile esultare!