Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

domenica 14 febbraio 2021

NON E' COSA DA POCO

Giungere a un decennio di comunicazione non è cosa da poco, scusate l’immodestia! … Nel febbraio del 2011, avevo pensato di raccogliere qualche mio pensiero e comunicarlo via web: questa la sostanza, mai e poi mai avrei sperato di continuare fino ad adesso, facendo a meno di sponsor, contributi vari e/o inserzioni pubblicitarie. Cominciai così, con il preciso intento di veicolare sul web, anche appoggiandomi su un social network di grande diffusione già allora come Facebook, i valori di una terra che mi aveva generato e connotato in ogni aspetto del mio essere. Il dialetto, le usanze, i valori di una Pietramelara che andava scomparendo, sono state queste le tematiche affrontate nel primo e secondo anno; in quel periodo ho comunicato quasi esclusivamente i ricordi di un uomo vissuto a cavallo di una società che tramontava e di una nuova e diversa che si era già fatta strada, connotata da globalizzazione, comunicazione continua, mobilità sempre più rapida. Un passaggio epocale che andava vissuto con consapevolezza, ma anche con un po’ di malcelata nostalgia per l’infanzia e l’adolescenza, gli affetti ormai perduti, gli amici che nel frattempo avevano preso la propria strada.
In seguito ho cominciato a prenderci gusto, soprattutto per le positive accoglienze che ricevevano gli articoli, ed allora le tematiche si sono allargate al territorio, alle sue emergenze monumentali ed ambientali, a un popolo, quello pietramelarese, che nella sua millenaria storia ha vissuto alterne fortune. La sommaria conoscenza che ho della storia nazionale, anche alla luce di letture recenti e passate, ha indotto in me un meridionalismo autentico, anche se poco entusiasta: per tale motivo mi sono soffermato anche a considerare le iatture della mia gente, a causa di un’Unità Nazionale imposta dall’esterno.
E’ vero… qualche volta il contesto mi ha condizionato e ho fatto un salto anche sulla politica locale, soprattutto in coincidenza temporale con gli appuntamenti elettorali; l’ho fatto, e lo riconosco, senza nascondere il mio “essere di parte” onesto e dichiarato, tuttavia mai e poi mai sono sfociato nel pettegolezzo, e ho cercato con ogni mio mezzo di non offendere nessuno.
Come è composta la platea di quelli, che amo definire “i miei quattro lettori”, espressione mutuata dal Manzoni (mi perdoni Don Alessandro): in primo luogo i miei concittadini e concittadine, coloro che hanno avuto la fortuna di conoscere un paese diverso dall’attuale, vivo e attivo, solidale e forte. Tra costoro voglio citare tanti che mi seguono dagli USA, dal Canada, dalla Germania, dall’America Latina, portati in quei luoghi dal bisogno di fortune maggiori, e mai dimentichi del proprio “borgo natio”. 
Ho conosciuto poi persone un po’ più distanti dal mio paese che, condividendo le mie tesi e i miei articoli, hanno diffuso meglio e di più questo blog scribacchiato: sono grato a loro per la visibilità concessa.
Come si evolverà nel futuro prossimo “Scribacchiando per me”? … penso di continuare allo stesso modo e trattando le stesse tematiche, almeno fino a quando avrò qualcosa di serio e concreto da condividere. Molti mi sollecitano a raccogliere i pezzi in un libro vero e proprio, di carta stampata: non ne sono molto convinto, ma… mai dire mai
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sabato 6 febbraio 2021

UNA STORIA DI TEMPO LIBERO

 

Si è sempre parlato, ed a ragione, della nostra gente come connotata da operosità, spirito di sacrificio e dedizione al proprio lavoro, ma… come vivevano il tempo libero i giovani e gli uomini adulti del mio tempo, cioè quella generazione nata fra gli anni ’50 e gli ’80 del secolo scorso? Tralasciando la passione per il calcio locale, che merita di essere trattata da sola,  ripercorro con la mente i luoghi pubblici della mia infanzia, e mi ritornano le immagini dei bar: quello di Peppiniello e di Vituccio, “fore Sant’Austinu”, rispettivamente all’angolo San Pasquale/Via Libertà e San Pasquale/San Giovanni: erano locali di poche pretese, dove si giocava a carte, negli anni ’60 arrivò il flipper, si poteva prendere un caffè espresso, o una birra; in via Roma all’imbocco della salita per il borgo (‘a scèsa) vi era il Bar Roma, gestito un tempo dalla famiglia Masella, quindi passato ad altri, e poi definitivamente chiuso; in uno dei locali terranei del Palazzo Ducale vi era il bar di Ninuccio, trasferitosi poi nell’attuale sede di Zì Pietro, e anch’esso ceduto. Nella centrale piazza San Rocco sono sempre coesistiti due bar: quello di Mario, all’angolo Croci, sede attuale di altro bar, e quello di Luigi.
Quest’ultimo merita un discorso a parte, essendo stato il vero e proprio fulcro del tempo libero della gioventù locale: il vero protagonista era lui, Luigi il barista, che si intratteneva  con i suoi avventori in animate discussioni di politica e di sport, un innovatore che fece espandere, anche fisicamente, l’attività, acquisendo locali limitrofi; il juke box era sempre in funzione, animando la piazza con la musica del momento, così come il flipper e il biliardo a stecche, i gelati allora come oggi buonissimi, tanto da non temere rivali nell’intero circondario; alla prematura scomparsa di Luigi l’attività è passata ai figli, che la detengono tuttora. Quante sere trascorse all’interno del bar, durante l’inverno, e seduti al tavolo in piazza in estate! ... si   ragionava   di tutto, fino a tardi, quando la piazza si svuotava solo dopo le due tre della notte.
Tanti passaggi nella gestione dei bar si spiegano con il carattere dell’attività, redditizia ma faticosa: si inizia di mattino presto con i caffè, si sta in piedi l’intera giornata, e si termina solo a notte fonda, con gli ultimi avventori andati a dormire.
Tuttavia i luoghi del tempo libero non erano solo bar: ad esempio grande importanza ha ricoperto il Cinema Moderno, del Barone Sanniti: film tutte le sere, di domenica due o addirittura tre spettacoli, d’estate il cinema si trasferiva all’Arena Gloria, in via San Pasquale, nell’area attualmente occupata dal palazzo della posta; le proiezioni smisero definitivamente nei primi anni 80.
Altro ritrovo le sezioni di partito, quelle storiche per intenderci: la Democrazia Cristiana nei locali attualmente detenuti dalla gioielleria Izzo, e il Partito Socialista di fronte, in un terraneo del Palazzo Ducale. Entrambe erano dotate di un televisore, dal quale vedere insieme una partita, o un telegiornale o anche un film; la televisione era allora ancora non del tutto diffusa nelle famiglie, e frequentare una delle due sezioni, storiche rivali, era anche e soprattutto un’occasione di socialità.
Pietramelara ha sempre precorso i tempi e mi piace ricordare che, fra la fine degli anni ’60 e per poco tempo ancora, in un terraneo del Palazzo Ducale, prese vita addirittura    una discoteca dal nome esotico, “Condor Club”. Durò poco, è vero, ma chi l’ha frequentata, ed attualmente ha sessanta/settant’anni la ricorda ancora con nostalgia; anche perché la sua chiusura fu dovuta in parte a un’opinione pubblica diffusamente contraria, animata dalla contrarietà dei parroci e dal puritanesimo dell’epoca.