Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

martedì 21 maggio 2013

Arrivederci, Giuseppe

Ciao, Giuseppe
Per salutarti vorrei non parlare delle cose che ti hanno legato a me e, soprattutto, alla mia famiglia;...vorrei, ma non posso! E’ troppo forte e netto il ricordo di Te che, da bambino fino a poco più che adolescente, per anni hai frequentato casa mia per il “doposcuola”, dell’odore e del sapore della cioccolata svizzera che il tuo compianto papà non faceva mai mancare, ad ogni suo ritorno: sono immagini queste dei miei primi anni di vita che, per quanto datate di oltre un quarantennio, ancora si stagliano con precisione nella memoria. La tua presenza discreta di allora era premonitrice di quello che saresti diventato da adulto: un campione di quel valore tanto apprezzato ed apprezzabile che va sotto il nome di “pietramelaresità”. Si, perché tale valore traspariva da ogni tua espressione, verbale e non verbale: l’attaccamento al paese, alle sue tradizioni, ai giovani, alla nostra amata montagna e, non ultimo quell’innata disponibilità che mostravi verso tutti sul luogo di lavoro che tanto hai amato. Varcata la soglia degli uffici comunali era veramente difficile non trovarti li, subito, nell’arioso corridoio, con quel sorriso malinconico che non ti abbandonava mai , stampato sul volto.
“Giusè me serve ‘na fotocopia ‘e sta determina”, “Giusè presteme ‘na penna”, “Giusè protocolla sta lettera”… e tu sempre li pronto ad accogliere ogni richiesta con la solita solerzia e cortesia. Sembrava quasi dalla tua espressione che trasparisse in te una sorta di gratitudine nei confronti del richiedente, per averti offerto l’ennesima occasione di renderti utile all’Ente, ai suoi amministratori, ai cittadini utenti. Sembra quasi che il caso ed il destino ti abbiano condotto li, in quegli uffici perché bisognava che qualcuno rimpiazzasse degnamente il Carissimo Ninuccio, la cui tragica fine oggi segna quasi un contrappasso rispetto alla tua, silenziosa e discreta, quanto silenziosa e discreta è stata la tua esistenza terrena.
Te ne sei andato così, in silenzio, in punta di piedi, lasciando in una Pietramelara attonita l’ennesimo vuoto che difficilmente sarà colmato! E’ veramente difficile rimpiazzare un uomo come te, specie oggi che i valori che più si affermano sono quelli della visibilità ad ogni costo, dell’ alterigia e del potere, categorie dalle quali tu ti sei sempre tenuto alla debita distanza, senza chiose né commenti.
Arrivederci caro amico, Pietramelara ti saluta con rimpianto!

sabato 18 maggio 2013

IL TEMPO


Dovrei averlo letto da qualche parte, anche se non ricordo dove: “Il tempo non esiste! Esso è solo una categoria virtuale che l’uomo si è inventata, allo scopo di seguire il decadimento fisico/biologico del corpo che si verifica con l’invecchiamento”. Su quali basi scientifiche sia stata elaborata tale suggestiva teoria non è dato saperlo e … bisogna dire che la cosa si rivela interessante, infatti una delle risorse di cui l’uomo moderno maggiormente avverte la carenza è proprio quella: il tempo. Il concetto secondo il quale il tempo non esiste risolverebbe, quindi, d’un solo colpo numerosissimi problemi, sarebbe un vero colpo di spugna a tanti affanni che ci prendono.
Sono dell’avviso tuttavia che non è così, e che le cose non stiano in termini di tale semplicità; non sarò qui a tediarvi, cari “quattro lettori”, con le argomentazioni filosofiche , fisiche e biochimiche che smentiscono del tutto la teoria di cui sopra ma, in più ed prima persona, devo dire che, tra le mie tante ansie, la mancanza di tempo occupa sicuramente uno dei primi posti per importanza.
L’uomo moderno vive attaccato all’orologio ed, a volte, questo piccolo ed incruento “strumento di autotortura” non lo toglie neppure a letto. Il collezionismo di orologi da polso, attualmente tanto in voga, d’altronde è solo un corollario alla dipendenza quasi masochistica che si è stabilità tra la macchinetta infernale e chi la porta con sé (dappertutto).
Abbiamo tutti paura di non aver tempo per conseguire un obiettivo, per toglierci delle soddisfazioni, per coltivare le nostre passioni, per la famiglia e gli affetti … ma perché? Sentiamo i giorni, i mesi, gli anni scorrere inesorabilmente e con essi questo tipo di paura, che viene da dentro, inesorabilmente aumenta sempre di più.
Eppure (ed è questo il paradosso) non ci accorgiamo dell’enorme quantità di tempo perso in attività ritenute importanti ma che, nella sostanza , non lo sono affatto; ed allora bisogna fare in modo che il senso della “qualità del tempo” vada a sostituire e soppiantare quello di “quantità di tempo”: solo in tal modo ci renderemo conto che il tempo non passa invano e che esso torna ad essere una risorsa disponibile nel modo giusto (anche se non illimitato). Quest’ultimo concetto tradotto “in soldoni” significa: per far in modo che il tempo e la sua perenne mancanza cessino di essere un problema assillante, c’è bisogno di un mutamento di stile di vita che porti a privilegiare le cose veramente importanti a scapito di quelle che la vita moderna ci ha imposto, facendole passare come tali.

Francesco, filosofo “del pensiero debole”

mercoledì 8 maggio 2013

UN'ABITUDINE CHE CONFESSO

Sono le cinque del mattino, mi sono svegliato prima della sveglia, l’ho superata, surclassata. Aperti gli occhi ho provato a girarmi e rigirarmi nel letto, ma … non serve, la dose di sonno ordinariamente concessami si è ormai esaurita, ed allora: levata, pipì, qualche biscottino nella dispensa e rieccomi, caro PC, oggetto che col tempo, per me, è divenuto finestra sul mondo e confessionale.
Lo studio da sulla strada, dalla finestra albeggia, sembra si profili una buona giornata, almeno in senso meteorologico. Si cominciano ad udire le auto dei primi mattinieri che si recano al lavoro, la mente si concentra sulle incombenze della lunga giornata che ho davanti: il viaggio, l’ufficio a Caserta e poi a Napoli nel pomeriggio e la serata per un ulteriore impegno di lavoro. Dovrò fare a meno delle piccole cose che mi piacciono ed interessano, oggi: la campagna, il giardino, l’orto e la costatazione dell’avanzamento dei lavori per la piccola casetta in quel luogo appartato, quasi solitario (cfr. “La casa fra gli ulivi”, 23 novembre 2011 http://scribacchiandoperme.blogspot.it/2011_11_01_archive.html). Al loro posto incombenze di vario tipo.
Ho letto il mio oroscopo di Facebook, è diventata anch’essa un’abitudine mattutina, presagisce tante cose molto positive: amore, soldi, avanzamenti di carriera, che bellezza! ma … chi ci crede? Dice che dovrò ricominciare a studiare perché nuovi e più onerosi incarichi si profilano all’orizzonte. Lo studio, che ha sempre rappresentato, da adolescente, un’attitudine a cui il sottoscritto è risultato poco incline, dovrebbe ripropormisi anche nella maturità? Spero tanto che, come al solito, questo oroscopo sia zeppo di mielose frottole .
La lettura dell’oroscopo un’abitudine, dicevo; lo confesso, vado a guardarlo tutte le mattine, interessato , curioso ed allo stesso tempo scettico. L’astrologica previsione della giornata, retaggio della civiltà babilonese, è una debolezza che ho il coraggio di dichiarare, ma … quanti di voi sono disposti a fare altrettanto?