Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

lunedì 26 settembre 2011

LO SPECCHIO


“Port’m ‘o scustumate”, diceva il Sindaco del Rione Sanità, nell’omonima commedia eduardiana, ad un suo servitore. In quel contesto lo scostumato era lo specchio, quell’oggetto, a volte frivolo, che però ha la caratteristica di dire sempre la verità. Proprio per questo chi lo usa (compreso il famoso personaggio teatrale citato) ha di solito un rapporto di amore/odio con esso. Lo specchio diviene in alcune raffigurazioni artistiche addirittura la rappresentazione stessa della verità, sino alle estreme conseguenze.
Chi, pertanto, utilizza il suo nome ha un implicito dovere alla verità. Non si può dire, tuttavia, che tale principio sia stato tenuto nella sufficiente considerazione dagli amici del Circolo L’Arco. Costoro, nella fregola delle imminenti elezioni, ed allo scopo precipuo di calunniare gli avversari dei propri beniamini, hanno riempito di grossolane fandonie il loro foglio, pretenziosamente denominato “Lo Specchio-organo d’informazione dell’Associazione ecc.”.
Lo specchio deve riflettere fedelmente la realtà, pertanto non si può venire a raccontarci un mare di panzane solo allo scopo di addolcire il dissenso (pubblico e diffuso) intorno ad un opera che apporterà solo danni ambientali, eventualità di pericoli e nessun beneficio per l’economia locale. Non è vero, infatti, che l’ecomostro è divenuto un argomento dell’opposizione consiliare solo a due anni dall’approvazione del progetto: chi lo scrive si dimostra disinformato ed in malafede! Infatti proprio il sottoscritto, in veste di consigliere comunale, ha tenuto nel corso del Consiglio Comunale del 22 aprile 2010, un articolato intervento teso a mettere in luce i pericoli e le incongruenze derivanti dalla realizzazione dell’opera. Non è vero che il Genio Civile di Caserta si sia espresso a favore dell’opera se in una nota di quel Settore Regionale datata 13/02/2009, si fa notare che “La realizzazione del canale di gronda (…) senza alcuna protezione, non si ritiene possa garantire la sicurezza degli utenti”.
Inoltre, a chi ha studiato con serietà il problema, sembra che il progettista dell’opera non si sia mai degnato di fare una passeggiata alle pendici del Monte Maggiore. Se la mettiamo così, non ci meraviglierà più affatto, ad esempio, che qualche parametro idraulico sia stato calcolato riferendosi ai bacini della Basilicata che sfociano nel Mare Ionio (sono espressioni desunte dalla relazione idraulica).
Il consenso che si è ormai perduto, amici “arcieri”, non si riconquista con la menzogna bieca e fine a se stessa, ma discutendo democraticamente dei problemi e della loro soluzione, con pacatezza e nelle sedi a tanto deputate.