Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

sabato 27 gennaio 2024

UN PAPA BUONO E VANDALIZZATO

 

Foto 1

Il “comune sentire” di Pietramelara si concretizza in vari segni, esterni e tangibili, a volte legati alla natura stessa degli uomini e delle donne che fanno parte della comunità, in altre occasioni alla devozione popolare. In occasione del Giubileo 2000 le compiante sorelle Rossana e Maria D’Agostino acquistarono una statua “a grandezza naturale” del Papa Giovanni XXIII, al secolo Angelo Roncalli, detto anche il “Papa Buono”; fecero poi edificare un piedistallo nello spiazzale antistante il Convento di San Pasquale e si curano di sistemare anche la zonetta di terreno circostante. Si trattava e si tratta di un simbolo di benvenuto, all’ingresso del paese. 
Dopo qualche anno, l’increscioso episodio che il sottoscritto descrisse in un articolo su “Il Corriere di Caserta” di domenica 9 gennaio 2005, che riporto in stralcio: “Gravissimo atto vandalico nella nottata fra sabato e domenica, lungo la provinciale Riardo-Pietramelara. La statua raffigurante Giovanni XXIII, sita in prossimità del Convento di San Pasquale, è stata divelta dal piedistallo. Il simulacro raffigurante il papa santo era stato posto in quella località in occasione dell’ultimo giubileo, a devozione delle sorelle D’Agostino, che si erano accollate anche l’onere della sistemazione dell’area prospiciente. A una prima ricostruzione dei fatti, qualcuno in nottata ha dapprima legato con una corda la statua ad un’automobile e poi l’ha trascinata. L’episodio è l’ultima triste conferma che la microcriminalità in paese alza sempre più la testa”. I danni riportati dalla statua furono giudicati talmente ingenti da rendere antieconomico qualunque restauro; il piedistallo, rimasto intatto allo scempio perpetrato dagli ignoti vandali, giacque muto testimone dei livelli di abominio raggiunti. Una sensazione di sdegno generale si diffuse all’indomani dell’atto vandalico.

Foto 2
Le sorelle D’Agostino, dispiaciute profondamente per l’accaduto, proposero a varie associazioni di carattere laico ed ecclesiastico di farsi promotrici di una sottoscrizione per restituire alla devozione la venerata immagine di quel grande protagonista della storia del XX secolo. L’appello fu raccolto dal Circolo “L’Arco” di Piazza San Rocco, all’epoca presieduto dal sottoscritto, che in breve tempo raccolse la somma necessaria all’acquisto di una nuova statua da riposizionare nello stesso luogo, questa volta di dimensioni leggermente minori rispetto all’originaria immagine. Fu semplice la cerimonia di inaugurazione, di cui riporto alcune foto, con essa si ebbe il riposizionamento della nuova statua, con una breve processione e la benedizione. La data del riposizionamento  fu il giorno 8 ottobre dello stesso anno, appena nove mesi dopo l’increscioso episodio.

sabato 20 gennaio 2024

CINQUANT’ANNI DI CALCIO FEMMINILE

 

Foto 1

Il calcio, si sa, a Pietramelara come altrove ha una valenza importantissima, e non esagera chi lo definisce uno sport universale. Sulla scorta di tale valenza, si generò un fenomeno che è ricorso nella storia della nostra comunità: il calcio femminile. Si parte da lontano, si era all’inizio degli anni ‘70; ragazze volitive, come sanno esserlo le giovani donne di Pietramelara, che si auto organizzarono e si ritrovarono sul nostro vecchio campo sportivo, per tirare i loro primi calci. Dalla foto di copertina n. 1 si riconoscono, accanto a Franco Vitale e il compianto Peppe Colapietro: Rossana Rozzi, Amalia Campanile, Pina Russiello portiera dall’altezza fuori dell’ordinario per quei tempi, Pina Nicolò, Immacolata Leonardo, Rosaria Guadagno, Katia Stagliano, Franca Di Nuzzo, Mena Laurenza, insieme ad Anna Nigro, vera bomber (manca nella foto). La cosa suscitò scalpore e curiosità: la gente accorreva numerosa a guardarle giocare, facendo un tifo acceso e sentito.
Ho scritto all’inizio di un “fenomeno che è ricorso”, non a caso; infatti riporto lo stralcio di un mio articolo sul Corriere di Caserta dell’aprile 2005, nel quale si descriveva di un secondo gruppo  di ragazze (Foto n. 2), coordinate da un uomo che il calcio lo ha nel sangue: Salvatore Vitale, allenatore e direttore sportivo.
“Carmela Mancini, Concetta Colapietro, Angela Sangermano, Elena Loffredo, Laura Sabino, Lucia Santangelo, Emilia Comparone, Antonella Leardi e Marina Lombardo potrebbero essere un normale gruppo di amiche, dedite alle consuete occupazioni delle ragazze della loro età, se non le legasse la comune passione per il calcio, che praticano con un livello di agonismo degno di particolare nota. Queste ragazze, (…) militano, con la Polisportiva Pietramelara, nella Serie B regionale del Campionato di Calcio a 5 femminile, ma   il traguardo della serie A, si intravede ormai “a distanza ravvicinata”. 
Foto 2
Nell’articolo si celebra la vittoria in casa, finita 5 a 2, contro la pur agguerrita formazione dell’Ariano Irpino, in cui le ragazze misero una seria ipoteca sulla promozione, con la chiosa di mister Vitale, che dichiarava  emozionato e felice: “I tre goals della Lombardo, con la doppietta della capitana Comparone, sono la dimostrazione più evidente del livello di preparazione atletica e tecnica raggiunto dalle ragazze; il tutto, unito alla prontezza della portiera Mancini, ci rende di sicuro la “squadra da battere”.
In un contesto in cui l’emancipazione femminile è sulla bocca di chiunque, Pietramelara come al solito ha precorso i tempi. Tuttavia, a cinquant’anni dalla prima formazione femminile e venti dalla seconda, si sente ancora molto parlare di calcio in piazza e nei capannelli di amici, ma gruppi di ragazze interessate a giocare a pallone ormai non se ne vedono più! Segno dei tempi, del mutamento della mentalità giovanile e degli interessi, chissà? … O, forse, solo la mancanza di qualcuno che sappia mettere in atto potenzialità inespresse da parte di una o più giovani donne di Pietramelara?

sabato 13 gennaio 2024

QUATTU GELI PRIM' E NATALE

 

Siamo ormai entrati nella fase centrale dell’inverno, caratterizzata ordinariamente da freddi pungenti, cieli grigi e a volte da nevicate, più o meno abbondanti. Il fenomeno tipico di tale periodo è però la presenza di gelate mattutine, con il termometro che scende abbondantemente sotto lo zero. La cultura popolare, a tal proposito vuole che “hann’a carì quattu geli prim‘e Natale” (devono verificarsi quattro gelate nel periodo prenatalizio, ndr). Non ho contato quante gelate vi siano state effettivamente tra novembre e dicembre ma, di sicuro, più di un mattino ci siamo svegliati con la campagna circostante imbiancata e un sottile velo di ghiaccio sulle auto rimaste per strada durante la notte. La gelata, va detto, ordinariamente non è un fenomeno notturno, ma si verifica all’alba. I meteorologi definiscono il fenomeno “inversione termica”, molto frequente durante la stagione invernale; si dice “inversione” perché è una condizione in cui l’andamento della temperatura lungo la verticale si “inverte”, ossia aumenta al salire della quota, anziché scendere come di consueto.
Per avere inversione termica anzitutto dobbiamo trovarci in condizioni di alta pressione, ossia in condizioni di correnti discendenti. Perché dunque l’aria è più fredda in basso che in alto? Perché in condizioni di alta pressione, con cielo sereno e vento calmo, il raffreddamento del terreno è massimo. Ma l’aria fredda è più densa e pertanto diventa più pesante rimanendo incollata al suolo.  Sopra inoltre c’è l’alta pressione, dove l’aria scende dalle alte quote e si scalda per compressione creando una sorta di coperchio che divide l’aria calda in alto da quella fredda in basso. Solo un energico rimescolamento dei bassi strati potrà sbloccare questa situazione.
I fattori predisponenti sono innanzitutto la presenza di montagne e colline; nelle vallate la ventilazione debole permette un irraggiamento migliore e l'aria più fredda staziona facilmente nei bassi strati.
Altri fattori importanti sono la lontananza da isole di calore (in città la temperatura è più elevata rispetto alle zone di campagna), e la distanza dal mare.
Il nostro territorio comunale e, nello specifico, la parte che riguarda l’abitato è circondato da alture: Monte Maggiore a Sud, le montagne di Roccaromana ad est, il Monticello a Nord Ovest, inoltre a pochi chilometri in linea d’aria il Matese è frequentemente ricoperto di neve. Tali condizioni rendono, per Pietramelara e dintorni, particolarmente frequente il fenomeno delle gelate, anche se va detto che negli ultimi anni la frequenza è divenuta sensibilmente minore. Tuttavia le gelate e le basse temperature, se si verificano nel periodo in cui sono tipiche, hanno importanti effetti positivi: morte di insetti svernanti nel suolo e nella corteccia delle piante, soddisfacimento del naturale “fabbisogno in freddo” delle piante, che nella successiva primavera rifioriranno e fruttificheranno più abbondanti. Da temere invece le gelate tardive, quelle si, esse si verificano in marzo/aprile e portano al disseccamento di gemme e rametti verdi, morte dei fiori e dei frutticini appena formati.
 
 

giovedì 11 gennaio 2024

UNA NOMINA CON RIFLESSI TERRITORIALI

 


La nomina a Vicario generale delle diocesi di Teano-Calvi, Sessa aurunca ed Alife, da parte del Vescovo Giacomo Cirulli (cfr. foto di copertina) perverrà a Don Luigi De Rosa con effetto dal 17 gennaio, giorno che la liturgia dedica a Sant’Antonio Abate.
Il vostro blogger si è voluto di persona complimentare per questo importante incarico con Don Luigi, il quale ha voluto sottolineare, insieme alla soddisfazione e alla gratitudine, lo spirito di obbedienza insito nell’accettazione di una responsabilità tanto gravosa, che va a sommarsi con quelle già in atto per lo stesso sacerdote, parroco in Vairano Scalo e Marzanello. Conosco da sempre Don Luigi, che nei primi anni di sacerdozio ha officiato anche in Pietramelara, prima come diacono e poi come viceparroco in Sant’Agostino e ne condivido lo spirito aggregativo, che lo porta a un’attività pastorale frenetica ed ininterrotta.
La nomina verrà accompagnata da quelle conferite Don Angelo Salerno (Celebrazioni Liturgiche) e Don Angelo Palazzo (Evangelizzazione e catechesi), Don Osvaldo Morelli (Testimonianza cristiana), Don Roberto Guttoriello (affari amministrativi), Don Emilio Salvatore (Cultura e comunicazioni sociali) Don Enrico Passaro (vicario giudiziale). Ognuna di esse avrà carattere interdiocesano, proiettate in un futuro più o meno prossimo, nel quale ognuna delle tre Diocesi, dalla storia più che millenaria, saranno unificate in una macro area comprendente l’intero settentrione della provincia di Caserta; in tale contesto Don Luigi apparirà come una sorta di “primus inter pares” tra i sunnominati sacerdoti investiti dalle nomine episcopali.
Il nostro territorio e la nostra diocesi vivranno, allora, una visibilità accresciuta in un territorio vasto che va da Mignano Monte Lungo a nord, fino a Pignataro a sud e dalla costa a occidente fino al caiatino a oriente, contrassegnato da vasta estensione e bassa densità di popolazione. Sono infine sicuro che, data la profonda integrazione di Don Luigi fra la sua gente, essa sicuramente non sarà trascurata dal suo parroco.
Complimenti ed auguri a Don Luigi.

 

lunedì 1 gennaio 2024

70 ANNI DI RAI

 

Un 2024 molto speciale per la Rai Radio Televisione Italiana. Un annata molto speciale perché nel 2024 la Rai celebrerà il compleanno della televisione e quello della radio. La Tv, come sappiamo, è nata il 3 gennaio del 1954, mentre la radio ha preso il via trent’anni prima, cioè il 6 di ottobre del 1924. Due compleanni molto importanti che saranno celebrati a dovere dalla Rai attraverso tutta una serie di iniziative che culmineranno con una giornata specialissima il prossimo mese di ottobre, dalla celebre “Nuvola” di Fuksas a Roma.
E naturalmente con la RAI prendeva vita anche l’Italia televisiva; nel ’54 non esistevano le televisioni private, oggi chiamate “reti commerciali”, che si sarebbero sviluppate a partire dai primi anni 80. Fino a quel momento la Rai esercitava un monopolio assoluto dell’informazione e dell’intrattenimento. A tale monopolio si contrappose, quasi subito dopo, la Fininvest (poi divenuta Mediaset) che creò tre reti: Canale 5, Italia 1 e Rete 4, in grado di trasmettere su tutto il territorio nazionale. A questo proposito va sottolineato il carattere profetico di una sentenza della Corte Costituzionale del 1960, in cui si giunse alla conclusione che, alla lunga, si sarebbe prodotto un accentramento monopolistico in mani private (con tutte le conseguenze del caso).
Grande è stato il ruolo della televisione nel completare il processo di unità nazionale, iniziato novant’anni prima della nascita della RAI. La televisione con i propri programmi educativi e culturali, ha “alfabetizzato” e dato una lingua comune a decine di milioni di italiani; mi piace ricordare a tal proposito la trasmissione pomeridiana di Alberto Manzi “Non è mai troppo tardi”, di cui ho scribacchiato su questo blog (https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2014/02/non-e-mai-troppo-tardi.html).
A casa mia la televisione entrò nel 1957, in coincidenza con la nascita della mia sorella maggiore; ritengo che sino ad allora in paese gli apparecchi televisivi si potevano contare sulle dita di due mani. Alcune ragazze del vicinato avevano preso l’abitudine di venirsi a guardare la TV, quella mezz’oretta dopo cena, e in quell’occasione si sono rinsaldati vincoli di amicizia, non ancora sciolti dopo tanti decenni. Inoltre ricordo il ragazzo che di sera veniva a consegnare la bottiglia di latte appena munto, che si doveva fermare dieci minuti/un quarto d’ora a guardare la trasmissione che era in onda in quel momento, era evidente il suo forte desiderio di possedere un televisore anche per la propria famiglia.
Certo esisteva anche qualche televisore nei locali pubblici, tra cui quello mitico nella sezione della Democrazia Cristiana, in via Roma (https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2014/06/via-palazzo.html). Già da allora, noialtri della generazione “a letto dopo carosello” ci legavamo sempre di più a quel mezzo di comunicazione di massa, anche grazie alle trasmissioni pomeridiane della “TV dei Ragazzi”, che ricordo con profonda  nostalgia; solo per citarne qualcuna “I ragazzi di Padre Tobia”, “Giovanna la nonna del Corsaro Nero”, “Chissà chi lo sa” e tante altre.
Buon compleanno RAI, allora, anche senza nutrire alcuna avversione preconcetta per le reti commerciali.