Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

domenica 30 maggio 2021

L'ACQUEDOTTO E LE SPERANZE DELUSE

 


L’Acquedotto della Campania Occidentale (A.C.O.) fu progettato e parzialmente realizzato dalla ex Cassa per lo Sviluppo del Mezzogiorno al fine di attuare le previsioni del Piano Regolatore Generale degli Acquedotti. L’esecuzione dei lavori iniziò verso la fine degli anni settanta, e interessò una direttrice della nostra provincia in senso Nordovest/Sudest, attraversando nelle nostre vicinanze i comuni di Presenzano, Vairano Patenora, Pietravairano, Roccaromana e Pietramelara, per concludersi nei primi anni novanta; il complesso sistema idrico entrò in funzione nel 1998.
Nel nostro comune, in contrada San Martino, inizia poi una lunga galleria a sezione circolare del diametro di circa otto metri, e per una lunghezza di otto chilometri fino a sbucare nel versante sud del Monte Maggione, in comune di Pontelatone.
L’Acquedotto della Campania Occidentale fu pensato per provvedere integralmente alle necessità idriche di 71 Comuni delle province di Napoli e Caserta, per una popolazione di circa 3.800.000 abitanti.
Ad oggi l’opera è da ritenersi realizzata per l’81% delle previsioni, mancano al completamento l’integrazione delle risorse idriche con le fonti di S. Bartolomeo e la sistemazione definitiva della captazione del fiume Gari. L’acquedotto attinge le sue risorse in tre diverse regioni: Campania, Lazio e Molise.
Della galleria nel Monte Maggiore, dicevo, e delle illusioni a cui ha dato luogo: chi non ha vissuto quegli anni forse non sa che nella perforazione della matrice calcarea, a circa un chilometro dall’imbocco, pertanto in comune di Pietramelara, fu rinvenuto un corpo idrico di buone dimensioni e portata (se la memoria non mi inganna, circa 14 litri al secondo); la qualità dell’acqua era buona, fatta eccezione per la durezza, fatto naturale dovuto al calcare che attraversava. Era logico aspettarsi che acque rinvenute a Pietramelara dovessero essere destinate ai suoi cittadini: così non fu, anche per ragioni tecniche, comunque superabili con la volontà e modica spesa, ma anche per una certa rassegnazione che si fece strada nell’amministrazione di allora. Bisognava far pesare sul piatto il danno subito per l’attraversamento della condotta, e per l’imposizione di una servitù destinata ancora a vigere per decenni e decenni. In cambio la Protezione Civile ci concesse la realizzazione del campo pozzi che attualmente alimenta il nostro acquedotto comunale. Per la cronaca, quando in alcuni periodi critici viene prelevata acqua dalla condotta, per le necessità del nostro comune, tale prelievo è a titolo oneroso.
Ma molto di più furono deluse le aspettative di quanti vedevano nella galleria la possibilità di realizzarne una, magari più grande, che riassumesse in se le funzioni di trasporto idrico e stradale! Un’utopia per qualcuno, non per quanti sanno fare grandi sogni; se realizzata tale idea progetto avrebbe permesso di raggiungere in pochi minuti il casello autostradale di Santa Maria Capua Vetere, oppure con qualche chilometro in più la città di Caserta, lato San Leucio; inoltre se diretti a Napoli si sarebbero potuti guadagnare almeno venti minuti di percorrenza. Sono convinto che per tale idea bisognava fare qualcosa in più, magari prima, quando l’opera era in fase progettuale, le disponibilità finanziarie non mancavano allora. Si poteva ricorrere a metodi di protesta organizzata, coinvolgendo le parti sociali interessate: sindacati, organizzazioni professionali degli agricoltori, e comuni cointeressati. Purtroppo niente di tutto questo, e per raggiungere Caserta e Napoli siamo ancora costretti a percorrere la pericolosa e affollata Casilina.
 
 
 

domenica 16 maggio 2021

IL FAI NEL NOSTRO BORGO


Le Giornate FAI di Primavera sono il primo grande evento nazionale dedicato ad arte e cultura organizzato dopo l’ultimo periodo di lockdown.
Anche quest’anno la grande manifestazione di piazza del FAI, dal 1993 il più importante evento dedicato al patrimonio culturale che celebra arte, storia e natura, torna a coinvolgere gli italiani - dopo i mesi difficili vissuti - nell’entusiasmante scoperta delle bellezze che ci circondano, con prenotazione obbligatoria sul sito www.giornatefai.it fino a esaurimento posti disponibili ed entro la mezzanotte del giorno precedente la visita.
Nel casertano sono sei i luoghi da visitare tra Riardo e Pietramelara. Nel nostro comune: la visita del centro storico e della torre medievale; per effetto della disponibilità di Carmelo, volontario della Pro Loco Pietramelara, poi è stato possibile “fuori programma”, offrire l’opportunità di conoscere il Palazzo Ducale Caracciolo e la sua storia.
A conclusione della prima giornata, quali le impressioni e le considerazioni del vostro blogger scribacchiante? Positività diffusa, prima di tutto, una grande vetrina offerta al nostro patrimonio monumentale: la visibilità è stata enorme se si pensa che i visitatori provenivano da ogni dove. I luoghi di origine più frequenti Napoli e Caserta, ma anche realtà urbane più lontane quali Portici e Salerno. Personalmente sono stato ben felice di illustrare agli intervenuti i particolari architettonici ed urbanistici del nostro Borgo, delinearne la storia, con frequente riferimento al cruento episodio vissuto nel marzo 1496, in cui gli “stradiotti” veneziani misero a “ferro e fuoco” la terra che rimase bandita ed abbandonata per lunghi anni. Il culmine ed il termine di ogni visita si teneva sul belvedere della Torre Longobarda, ed era per me un piacere che i visitatori, quando varcavano la botola alla fine della scala a chiocciola, emettevamo quasi sempre un “oohh” di compiaciuta meraviglia ad osservare la nostra piana, cosparsa di piccoli borghi, masserie ed ordinate coltivazioni, piana in cui l’aspetto rurale si è conservato predominante rispetto a quello urbano. Tante le domande e le curiosità da soddisfare: “quante famiglie abitano ancora sul borgo”, “a chi rivolgersi per il bando Case a un euro”, “qual è origine del nome Pietramelara” le più frequenti e ripetute, ma anche tanto altro. 
A ragione veduta i volontari FAI, quelli della Croce Rossa, la Pro Loco Pietramelara e le altre associazioni ed istituzioni hanno saputo giocare la propria parte; l’organizzazione ha funzionato in modo puntuale e grazie al rispetto della tempistica è stato possibile dare a tutti i visitatori l’opportunità di visitare il borgo in sicurezza e con cognizione di causa.
Le “occasioni mancate non sono mancate”, non è un gioco di parole, ad esempio, in altri tempi sarebbe stato possibile visitare il Museo di Arte Sacra, felice intuizione di Don Roberto, e ormai dissolto ad opera di preti distratti e sprovveduti; ed inoltre certo, ci si sarebbe aspettato che i “padroni di casa”, un sindaco, un vicesindaco, qualche assessore, magari il delegato al centro storico, invisibile da qualche tempo, si fosse fatto vedere con un saluto di benvenuto: ciò non è avvenuto… pazienza, è evidente che anche di sabato avevano tanto da fare.