Tra lockdown e quarantene come si misura la qualità della vita? E’ questo in sostanza l’interrogativo che si sono posti gli analisti del quotidiano economico/finanziario “Il sole 24 ore”, per il consueto appuntamento prenatalizio con la classifica sulla qualità della vita nelle 104 province italiane. L’obiettivo quest’anno è “raccontare come la pandemia da coronavirus ha impattato in modo differente sui territori”.
E veniamo a noi…. Le aree tematiche sulle quali basare le analisi rimangono invariate: Ricchezza e consumi; Demografia e salute; Affari e lavoro; Ambiente e servizi; Giustizia e sicurezza; Cultura e tempo libero. Una rilettura dei dati a livello della nostra provincia ci ricorda che nello scorso triennio essa ha comunque fatto timidi passi in avanti: infatti nel 2017, 107simo posto, nel 2018, 101simo posto, per passare al 93simo posto nel 2019. La tendenza positiva, per quanto si tratti di progressi fatti nella parte bassa della classifica, tuttavia si è invertita! ... La provincia di Caserta, infatti, ha arretrato di una posizione passando quest’anno al 94simo posto.
Tanto per fare un
confronto, la classifica generale ha premiato Bologna, al primo posto, che
traina un po’ tutte le province dell’Emilia Romagna, di cui ben cinque su nove
si incontrano tra le prime venti: oltre a Bologna, Parma (8ª), Forlì Cesena
(14ª), Modena (15ª) e Reggio Emilia (17ª). Per avere un’idea la prima provincia
campana, Benevento, si colloca solo al 79simo posto, seguita da Avellino al
83simo (va detto che queste due provincie l’anno scorso occupavano posizioni
più arretrate rispetto alla nostra!) ... un po’ più staccate ma in posizioni
vicine Napoli, al 92simo, e Salerno al 93simo. Caserta, in definitiva fanalino
di coda dell’intera regione.
Per quanto attiene poi
la tematica “Ricchezza e consumi”, le note diventano veramente dolenti: qui
ognuno degli indicatori ci trattiene nella parte più bassa della classifica
(fra il 60simo e 103simo posto); fa eccezione solo una certa vivacità del
mercato immobiliare che ci colloca al 16simo posto.
Milano è Milano! ... e
chi può paragonarvisi? mi domandavo l’anno scorso: nel 2019 la città del
duomo e del panettone strappò il primo posto nella classifica (prima in “Affari
e Lavoro”, seconda in “Ricchezza e consumi “, terza in “Cultura e tempo libero”);
oggi perde 11 posizioni. Ad essere penalizzato sono soprattutto le provincie
del nord, dove si registra la diffusione più elevata del virus in rapporto alla
popolazione residente. Le province lombarde sono tutte in peggioramento
rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio e Mantova.
Se nel 2019 la
Provincia di Caserta conseguì un inaspettato 11simo posto per quanto attiene
l’aspetto “Demografia e Società”, per il tasso di natalità, che in qualche modo
contemperava il temibile fenomeno dello spopolamento, nella stessa tematica
oggi siamo “sprofondati” al 63simo posto. Nonostante tutto comunque va
segnalato un consolatorio indice di vecchiaia che è il secondo più basso di
tutti, insieme a un tasso di natalità pari a 3,77 nati ogni 1000 abitanti,
fatto che ci colloca al terzo posto in Italia. Tra i parametri demografici si
segnala che nella nostra provincia, un tempo Terra di Lavoro, consumiamo pochi
farmaci contro la depressione (16simo posto); tale consumo, che è tipico delle
zone più progredite economicamente, colloca la capolista Bologna al 79simo
posto, e la ricca Milano al 35simo. Analogo discorso si può fare per il consumo
di calmanti e sonniferi: Caserta 23simo, Bologna 100simo, Milano 92simo posto.
Cosa significa? … non sempre un’elevata qualità della vita genera nei cittadini
un senso di appagamento e soddisfazione generale: le nevrosi e l’insonnia in
tali casi sono gli indicatori più veritieri.
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