Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

domenica 13 dicembre 2020

IL DILEMMA DELLA VACCINAZIONE

 


Quante volte ci siamo posti il dilemma  fra vaccinazione-si e vaccinazione-no?... e l’interrogativo diviene sempre più pressante con l’avvicinarsi dell’inizio della campagna vaccinale, con ogni probabilità nel prossimo gennaio. Personalmente, il vostro blogger scribacchiante pensa che la vaccinazione la farà, per maggior sicurezza negli spostamenti di  lavoro, e per un dovere civico di responsabilità verso gli altri. Apprendiamo dei media che la vaccinazione sarà per tutti, nel senso che chiunque vorrà potrà farla, essendo essa disponibile in grande quantità di dosi e completamente gratuita. Non si tratta di una vaccinazione obbligatoria, quella contro il COVID -19, tuttavia i più giovani tra i miei quattro lettori devono sapere che un tempo, anche non troppo lontano, le vaccinazioni contro le malattie infettive più diffuse erano obbligatorie. Ricordo di un certo numero di vaccinazioni, più o meno dolorose, “subite” nel corso della mia infanzia.

Alcuni di noi ancora recano sul proprio corpo le impronte della vaccinazione antivaiolo: il vaccino si applicava sulla pelle grazie a una specie di pennino, che la incideva lasciando con il tempo delle tipiche cicatrici cutanee rotondeggianti. La parte che più frequentemente veniva scelta per vaccinare era l’attaccatura fra braccio e spalla, e le cicatrici nel nostro dialetto venivano chiamate “jocule”, assimilandole a piastrine rotonde utilizzate per un gioco di bambini.

In Italia, fu Luigi Sacco (1769-1836) a diffondere la vaccinazione dell’ inglese Jenner; alla fine del 1799 vaccinò sé stesso e poi cinque bambini. In breve, i vaccinati del Regno d’Italia giunsero a un milione e mezzo, riducendo drasticamente la mortalità da vaiolo. A Unità d'Italia avvenuta, la vaccinazione antivaiolosa fu resa obbligatoria per tutti i nuovi nati a partire dal 1888.
L’obbligo è stato abolito in Italia nel 1981, dopo che nel 1979 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, ha decretato eradicato il vaiolo dalla Terra.

Altre due malattie contro le quali si è dovuto per legge stabilire un obbligo alla vaccinazione sono la difterite e il tetano. I vaccini antidifterico e antitetanico, si devono al  tedesco Emil Adolf von Behring, nel 1880 .

Oggi, nonostante l'uso estensivo della vaccinazione, nel mondo la difterite non è ancora debellata completamente ed è endemica nei Paesi in via di sviluppo. In Italia, però, dove vaccinazione antidifterica è obbligatoria dal 1939, l’ultimo caso risale al 1996.

Altro flagello in cui i vaccini hanno dimostrato di essere insostituibili è la poliomelite. Nel ’64 ebbe inizio una campagna di vaccinazione di massa alla popolazione dai 0 ai 20 anni con il vaccino Sabin, con 3000 casi dichiarati in Italia. Nel 1965 l'incidenza dichiarata si limitava a 500 casi. L'ultimo caso è stato segnalato nel 1982. Ricordo la vaccinazione antipolio con molto meno terrore, essendo il vaccino somministrato per via orale: in genere alcune gocce venivano aggiunte a zollette di zucchero, da ingerirsi da parte del vaccinato.

Una storia a parte quella del colera che colpì Napoli e la Campania nel 1973, solo poche decine le vittime, nonostante ciò vi fu una grande risonanza mediatica dell’epidemia. L’improvvisa epidemia, provocata da un carico di cozze infette provenienti dalla Tunisia, colpì la città in pieno agosto. Un milione di napoletani furono vaccinati nel giro di sette giorni, anche da noi una grande mobilitazione,  i medici usavano le grosse siringhe a pistola (foto di copertina) messe a disposizione per l’operazione dai soldati nella Sesta flotta degli Usa di stanza nel golfo.

Questa breve disamina storica sulle vaccinazioni serve a comprendere l’utilità dei vaccini, oggi messa in dubbio da gruppi di cosiddetti “no vax”  che, animati da improbabili tesi complottistiche,  cercano di screditare i vaccini e la loro utilità, servendosi specialmente dei social media.

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