Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

domenica 22 gennaio 2017

AMBIENTE E TERRITORIO: SOLO BELLEZZE?

Il territorio rurale è la parte più ingente del nostro comune: da una stima su base cartografica fatta dal sottoscritto qualche tempo fa, non più di due chilometri quadrati sono stati antropizzati, cioè destinati ad abitazioni e/o infrastrutture; ciò premesso visto che la superficie totale territoriale ammonta a ben 24 chilometri quadrati, significa che oltre il 91% del nostro comune è ancora (per fortuna) occupato da campi, boschi, siepi, fossi e rivoli. Una situazione ideale, direte voi… non penso!
La gestione di un patrimonio tanto ingente genera una serie di problematiche la cui risoluzione è ardua, e delle quali abbiamo solo una lieve percezione, attenuata dall’enorme massa di questi beni. Utilizzazioni improprie hanno dato luogo ad emergenze che, per quanto puntuali, non possono essere ignorate, soprattutto da coloro che si propongono o si proporranno alla gestione del nostro comune.
Bisogna constatare che l’incivile usanza di smaltire nei fossi elettrodomestici fuori uso ed altri “ingombranti” persiste, e non costituisce certo una giustificazione l’inefficienza dimostrata anche in tale ambito da parte di coloro che ci hanno amministrato nell’ultimo ventennio.
Anni ed anni di mancata programmazione hanno indotto lo spostamento nelle zone rurali di attività artigianali ad alto potenziale inquinante; la cartiera sorta in località Pantani è stato l’ennesimo miraggio occupazionale ed ha lasciato sul campo solo un enorme scatolone di cemento, insieme a innumerevoli delusioni; le zone PIP, di insediamento produttivo/artigianale, che dovevano nascere almeno trent’anni fa, hanno costituito solo un inutile e costoso palliativo ad una situazione di fatto, già di per se patologica. L’ennesima ferita, quella del “canalone”, opera idraulica quanto mai inutile e dispendiosa, non ha migliorato per nulla l’equilibrio idrogeologico , prova ne sia il fatto che l’alveo per la maggior parte del tracciato è invaso dalla vegetazione: segno che di acqua ne corre poco o nulla.
Un territorio rurale come il nostro, dotato di spiccate caratteristiche di multifunzionalità (funzione produttiva, di riequilibrio ambientale, di richiamo turistico) merita maggior rispetto da parte delle istituzioni, in primo luogo, e della cittadinanza.
La politica in questo ambito, come in altri, deve avere il coraggio dell’impopolarità, acuire la sorveglianza, specie all’indomani della soppressione della stazione forestale, essere più attenta nel rilascio di permessi a costruire, punire esemplarmente gli sversatori. Infine si deve far leva realmente sulla funzione di richiamo turistico, esercitata da un territorio denso di beni ambientali e monumentali, frutto di una civilizzazione che dura da tre millenni.
Direttamente connesso con questo è il discorso opere pubbliche: per troppo tempo è stato vigente il concetto, secondo il quale “abbiamo la disponibilità di un finanziamento - realizziamo un’opera- che ce ne frega se è inutile”; ad esso va sostituita la filosofia “abbiamo un problema – individuiamo la soluzione – cerchiamo un finanziamento per attuarla”. Senza tale evoluzione di atteggiamento anche le istituzioni saranno responsabili della trasformazione dell’ambiente, del territorio,del paesaggio in una serie di brutture messe una accanto all’altra, e avranno perso irrimediabilmente anche la funzione di richiamo e i relativi ritorni economici.

Nessun commento:

Posta un commento