Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

sabato 23 novembre 2013

LA PIOGGIA E L'ARCOBALENO

Cosa c’è di bello in una giornata di pioggia, come quella che stiamo vivendo? Nulla!... forse risponderete voialtri, annoiati ed infastiditi dalla forzata inattività, dalla permanenza in casa, dal freddo umido.
Il filosofo “del pensiero debole” che riposa in me la pensa diversamente: non bisogna aver paura della pioggia, come delle altre piccole negatività che la vita di ogni giorno ci riserva; esse se affrontate con l’animo giusto possono anche diventare foriere di emozioni positive.
E’ il mio caso: oggi, dopo pranzo, volendo reagire ad una mattinata divisa fra finestra, PC e televisione, sono voluto uscire per una passeggiata nei campi, così come faccio nelle stagioni più clementi o, almeno, quando non piove ed il tempo è disponibile; varcata la soglia già si vedeva che l’evoluzione in atto era tutt’altro che positiva; nuvoloni scuri e gonfi di pioggia all’orizzonte, insieme al risuonare di tuoni nell’aria provenienti neppure da troppo lontano. Bando al meteopessimismo, mi sono avviato con una leggerissima pioggerellina, di quelle aprilanti, per intenderci; la mia attenzione era rivolta tuttavia non al cielo ma alle auto in transito capaci di bagnare, entrando nelle pozzanghere, i pedoni ben di più della pioggia. Un comodo indumento impermeabile mi proteggeva e pertanto potevo proseguire tranquillo. Allontanatomi quei due tre chilometri, ad un punto che potrei definire “di non ritorno”, l’intensità della pioggia aumentava sempre di più, ma l’equipaggiamento era adeguato e si poteva continuare; addentratomi ulteriormente nella verde campagna ai piedi del Monte Maggiore, la pioggia ha cominciato ad arricchirsi di minuscoli granelli di grandine ma, tant’è… al punto dov’ero dovevo andare avanti. Mi avvicinavo di nuovo, intanto, alle prime case dell’abitato dalle parti dei “Mancini” e cominciavo a vedere che il tempo accennava a migliorare ed il sole a fare capolino fra le nubi ora grigie ora biancastre, quand’ecco, ad un’uscita più prolungata del sole, si staglia davanti a me uno spettacolo di affascinate bellezza: un arcobaleno prima sfumato ed incerto, poi, man mano più netto ed evidente. La sagoma ricurva dell’effetto ottico offriva una gamma completa dei colori dell’iride e si poteva vedere, dal punto in cui mi trovavo che un’estremità appoggiava nella piana dei pantani e l’altra a est, sull’abitato di Santa Croce. I pochi angoli azzurri nel cielo cominciavano a divenire sempre più grandi e a saldarsi fra loro; in tale scenario di annunciato miglioramento anche la mente è stata distratta dai pensieri cupi che era andata covando ed ho avvertito anche un senso di letizia.
Se una morale c’è da trarre dall’esperienza che vi ho raccontato, è questa: mai lasciarsi trascinare dalla negatività del contesto, anche dalle situazioni più buie possono venir fuori circostanze in grado di attenuarla e, in taluni casi, annullarla!

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