Si tratta già il secondo
avvistamento da parte del sottoscritto, confermato anche da qualche amico
dotato di spirito di osservazione: uno o più gabbiani (larus spp.) incrociano il volo dalle parti delle contrade Dodici e
Acqua Sant’Angelo, verosimilmente attirati dalla presenza della cosiddetta
isola ecologica, nei pressi del dismesso macello comunale.
Dal web apprendo che la nidificazione del Gabbiano reale in ambienti urbani ha avuto inizio nel XX secolo. I primi episodi sono stati riportati nel Regno Unito a partire dagli anni ’40, sebbene solo a partire dagli anni ’70 il fenomeno si è sviluppato coinvolgendo anche altri Paesi europei: in Francia le prime nidificazioni urbane sono iniziate nel 1970 e in Spagna nel 1975. In Italia il primo caso di nidificazione urbana risale al 1971 con una coppia che è riuscita a portare a termine la riproduzione su di una scogliera artificiale all’interno dello zoo di Roma. La coppia si è riprodotta per diversi anni, ma è rimasto un caso isolato per un lungo periodo, perché è solo a partire dagli anni ’80 che il Gabbiano reale ha incrementato il numero di nidificazioni in aree urbane italiane.
Nei centri urbani il cibo è abbondante e facilmente reperibile, consentendo anche ai giovani del primo anno, ancora inesperti, di procurarlo con facilità. Per molte popolazioni urbane la principale fonte di cibo può essere fornita dalla vicinanza con siti adibiti a discarica. Alcune condizioni ecologiche favorevoli, quali una temperatura media superiore rispetto a quella delle aree extraurbane. IL gabbiano modifica la dieta adeguandola alle risorse più abbondanti e facilmente disponibili presenti nei centri urbani o nelle loro vicinanze, nutrendosi quindi anche di scarti alimentari di origine antropica, e svolgendo un’attiva azione predatoria che riguarda sia insetti e piccoli mammiferi ma anche uccelli, tra cui soprattutto il Piccione domestico, abbondantissimo in tutte le città. (La colonizzazione dei centri urbani italiani da parte del Gabbiano reale, a cura di Maurizio Fraissinet, edito dall’ANCI).
Tanto premesso rivado
con la memoria al caso del pappagallo avvistato sul “quartiere svizzero”,
qualche mese fa, oggetto anche di una nota su questo blog scribacchiato, del
dicembre scorso (https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2024/12/il-pappagallo-evaso-ipotesi-e-rischi.html),
nella quale si paventavano rischi per la salute umana e danni all’agricoltura.
La nostra biodiversità si arricchisce, grazie all’innalzamento delle
temperature medie, ma ciò comporta rischi di varia natura! Spetta alle istituzioni
(ASL, Istituto Zooprofilattico, ecc.) di monitorare il fenomeno e arginarlo,
laddove possibile; ma anche a noi cittadini, primi custodi di un ecosistema in
continua evoluzione, di tenere gli occhi aperti e fare le dovute segnalazioni
alle competenti autorità.
Dal web apprendo che la nidificazione del Gabbiano reale in ambienti urbani ha avuto inizio nel XX secolo. I primi episodi sono stati riportati nel Regno Unito a partire dagli anni ’40, sebbene solo a partire dagli anni ’70 il fenomeno si è sviluppato coinvolgendo anche altri Paesi europei: in Francia le prime nidificazioni urbane sono iniziate nel 1970 e in Spagna nel 1975. In Italia il primo caso di nidificazione urbana risale al 1971 con una coppia che è riuscita a portare a termine la riproduzione su di una scogliera artificiale all’interno dello zoo di Roma. La coppia si è riprodotta per diversi anni, ma è rimasto un caso isolato per un lungo periodo, perché è solo a partire dagli anni ’80 che il Gabbiano reale ha incrementato il numero di nidificazioni in aree urbane italiane.
Nei centri urbani il cibo è abbondante e facilmente reperibile, consentendo anche ai giovani del primo anno, ancora inesperti, di procurarlo con facilità. Per molte popolazioni urbane la principale fonte di cibo può essere fornita dalla vicinanza con siti adibiti a discarica. Alcune condizioni ecologiche favorevoli, quali una temperatura media superiore rispetto a quella delle aree extraurbane. IL gabbiano modifica la dieta adeguandola alle risorse più abbondanti e facilmente disponibili presenti nei centri urbani o nelle loro vicinanze, nutrendosi quindi anche di scarti alimentari di origine antropica, e svolgendo un’attiva azione predatoria che riguarda sia insetti e piccoli mammiferi ma anche uccelli, tra cui soprattutto il Piccione domestico, abbondantissimo in tutte le città. (La colonizzazione dei centri urbani italiani da parte del Gabbiano reale, a cura di Maurizio Fraissinet, edito dall’ANCI).
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