Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

lunedì 3 agosto 2020

UNA DISPUTA TRA STORIA E PETTEGOLEZZO


Devo alla passione di ricercare e conservare dell’Ing. Antonio Leonardo (Tonino), l’essere venuto in possesso di un documento interessante:  si tratta di un esposto, datato 17 gennaio 1867, ed indirizzato al Ministro dell’Interno Bettino Ricasoli (1809/1880), autori  i Consiglieri Comunali di Pietramelara. Questo l’antefatto: “Il Municipio di Pietravairano, con sua Deliberazione del 14 Maggio 1865 num. 419, dichiarava che per ragioni di utilità quel Comune doveva essere distaccato da questo mandamento, ovvero costituirsi Comune Capoluogo, (…)allora sconvenevolmente furono all’evenienza rintuzzate le malfondate pretese di quel Municipio (…). Ma con sorpresa i sottoscritti vengono assicurati che novelle istanze  si sono avanzate da quel Municipio, e che il Signor Prefetto della Provincia abbia disposto che tutti i Comuni , tranne questo, dessero il proprio parere con apposite deliberazioni, sulla convenienza che il Comune di Pietravairano possa o pur no  segregarsi da questo Mandamento, per unirsi a quello di Teano”.

Com’è noto la pretesa autonomistica di Pietravairano non ebbe seguito, tant’è che fino al 1927, anno della soppressione dei Mandamenti, quel comune rimase inglobato nel Mandamento di Pietramelara.

Ma… cos’ erano i mandamenti? Si trattava di una suddivisione amministrativa, a livello sovracomunale, intermedia tra il circondario e il comune che svolgeva funzioni amministrative e giudiziarie; in campo giudiziario il capoluogo di mandamento equivaleva alla sede di una pretura, mentre ben poche erano poi le competenze amministrative; essi furono introdotti dapprima nel Regno Sabaudo e, dopo l’Unità Nazionale, estesi a tutta l’Italia. Quali furono le motivazioni dell’esposto? Prima di tutto “per ragioni di utilità pubblica non può ammettersi la segregazione invocata perché nuocerebbe gli interessi vitali di quell’intero Comune , che possiede quasi l’intera sua proprietà in questo tenimento non solo ma benanche quello di tutti i comuni interessati per le conseguenze che ne deriverebbero per l’improvviso impoverimento del Mandamento che ne porterebbe facilmente la soppressione, ritenendolo di poca importanza”. Ritengo che ci sia un po’ di orgoglio ferito, nei nostri consiglieri: essere un comune capoluogo, elevava il rango di Pietramelara a una piccola città con funzioni sovra comunali,  che avrebbero potuto cessare .Talvolta però si scivola nel pettegolezzo: “Che sia assurdo poi sostenere, e non si sa con quale impudenza, che quella popolazione di Pietravairano abbia degli interessi particolari nella città di Teano per le estese possessioni che vi possiede, è notorio che queste si restringono solo nell’attuale sindaco signor Belli, mentre facoltosi proprietari del Comune suddetto hanno in questo Capoluogo cospicue proprietà”…che tale sig. Belli, sindaco, abbia brigato per ottenere vantaggi personali, bah?

Tuttavia, anni di studio di vecchi documenti mi hanno insegnato che il pregio di  alcuni non risiede tanto nel merito degli scritti, ma nelle informazioni accessorie che se ne possono trarre. Ad esempio leggendo questo passo: “La posizione di Pietravairano per rispetto a quella di questo capoluogo, costituente il centro, ove come tanti raggi fluiscono i Comuni che ne costituiscono il Mandamento , trovasi distante per chilometri quindici  percorrendo la rotabile che vi conduce traversante in  aperta campagna , e per chilometri sette percorrendo la cosi detta vicinale, carreggiabile del pari in tutti i tempi, e massime ora con la nuova strada consortile in corso”, si apprende che la strada per Baia e Pietravairano (strada consortile in corso) era un’ opera che al momento della stesura non era ancora stata completata; oppure ancora “Nel novembre del 1863 viene soppresso in questo Comune l’Ufficio di Registro”; ed inoltre “… la rettifica fatta da codesto Ministero con l’impianto del Consorzio di Ricchezza Mobile in questo Comune Capoluogo, guidato unicamente dalla posizione topografica concentrica a tutti gli altri Comuni interessati”. Ed ancora in un altro passo si legge “delle vie pericolose ed insicure, che avrebbero posto rischio gi interessi essenziali dei privati” segno che il brigantaggio, fenomeno socio/politico tipico di quegli anni, faceva sentire distinta la sua voce  anche dalle nostre parti.

Cosa rimane di questo passato?... poco, anche la lettura dell’esposto conferma l’importanza di allora del nostro comune, testimoniata anche dalla lapide in piazza, angolo via Croci, mai rimossa, in foto di copertina.

 

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