Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

giovedì 22 marzo 2012

SIETE DI QUA?

Vi hanno mai fermato per strada, magari mentre siete assorti tra mille cose e mille pensieri, e vi hanno posto la domanda di rito “…ma voi siete di qua?”.
Curiosità, esigenza di un’informazione, smarrimento: cosa si cela dietro quella domanda, in apparenza banale?
“…ma voi siete di qua?” tuttavia, è un interrogativo che ognuno può porre anche a se stesso: cosa significa, per te, pietramelarese, allora “essere di qua”?.
Essere del posto, abitare in paese… “essere di qua” è una scelta fatta di coraggio e di rinunce: pendolarismo, assenza di scuole superiori ed altri servizi, opportunità più difficili da individuare e da cogliere, sono il costo da sostenere per l’essere voluti rimanere in paese; per lavoro si esce la mattina di notte e si rincasa quando la sera è già scesa da un pezzo, sono pochi i fortunati a godere di un posto a pochi passi da casa.
Ma allora, vi chiederete voi, chi te lo fa fare?
Vedete, il profondo legame con le radici, secondo un’espressione pluriabusata, determina in me una forza in grado di resistere ad ogni sirena, anche la più allettante. Rimanere nel posto dove sono nato mi ha permesso di crescere rendendomi conto di cosa sono e dove sono, il risultato lo avete davanti e…a voi l’ardua sentenza!
Essere di qua mi spinge la sera in piazza, anche senza aver nulla da comprare, nessun appuntamento con chicchessia; in quel luogo incontro amici e conoscenti, discorro con loro di cose vecchie e recenti, e gli argomenti sono i più svariati: si va dalla birra alle leggi della fisica, dalla potatura alla teologia, dalla politica locale, fatta di voti, assessorati, determine, fino alle grandi ideologie. Il posto dove abito è ancora “a misura d’uomo” e posso scriverlo senza tema di smentite.
Essere di qua mi permette di godere di una passeggiata tra i campi , scarpette al piede e cuffiette nelle orecchie, tra la musica e la bellezza di una natura che ha già cominciato a risvegliarsi, mi da l’occasione di continuare a coltivare l’oliveto di famiglia, di curare un piccolo orto fidando esclusivamente sulle mie forze…e senza prospettiva alcuna di guadagno.
Essere di qua non mi fa stare in apprensione e in trepidio, anche quando le persone che più amo escono di sera e già comincia a farsi tardi; una serenità che deriva dal sapere dove sono e con chi sono; tale serenità altrove, in realtà urbane di maggiori dimensioni non la ritroverei mai.
Essere di qua, infine, mi consente di coltivare la memoria e le tradizioni del passato, un campo di azione del pensiero che per me parte ormai da lontano, e che si è poi materializzato in tanti fatti ed atti, reali e tangibili.

Nessun commento:

Posta un commento