Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

martedì 25 novembre 2025

ANALISI DEL VOTO LOCALE

 


Anche in un scenario come quello pre elettorale a Pietramelara, nel quale si è giocato – ed è evidente – a “carte scoperte”, non è semplice analizzare il voto per il rinnovo del Consiglio Regionale e per l’elezione del Presidente… certo ci saranno sicuramente i meglio informati del sottoscritto blogger scribacchiante, ma tant’é. Veramente scarsa la partecipazione al voto, in calo di circa otto punti rispetto all’analoga consultazione del settembre 2020, in pieno lockdown: si è passati dal 50,48% a 42,57%.
Tuttavia il primo dato che balza agli occhi è che nessun partito ha superato il 20% dei suffragi espressi: il Movimento 5 stelle ci si è avvicinato, ma questo risultato estremamente positivo deriva dalla somma di varie componenti. Le origini del Prof. Raffaele Aveta, candidato 5stelle che ha conquistato un seggio in consiglio, sono in parte pietramelaresi, e molti ancora ricordano suo nonno Gianni Sorbo, sindaco tra gli anni settanta e gli ottanta, inoltre è stato sostenuto da Giovanni Zarone ed altri della maggioranza consiliare, ed infine l’anima populista, che caratterizza l’elettorato pentastellato è evidentemente presente qui da noi… comunque congratulazioni Professor Aveta!
Segue per consensi Forza Italia, trainata da un candidato forte come Giovanni Zannini (15,5%), ricordiamo che Mario D’Ovidio, suo principale attivista in paese, in giugno si è accostato alla maggioranza consiliare; non è un risultato entusiasmante, ad esempio se confrontato con quello della vicina Roccaromana la cui amministrazione è stata compattamente schierata con Zannini, facendogli raggiungere e superare il 33% dei voti, oppure con Riardo, in cui l’ appoggio di sindaco e sodali ha permesso al partito di Zannini di superare il 20% .
Per tornare qui da noi, a Pietramelara il terzo gradino del podio, è toccato “a ruota” al Partito Democratico con il 15,3% dei voti, seguito da Fratelli d’Italia, che sfiora il 15%. C’era da aspettarsi che il poco lusinghiero 12% dei voti andati alla Lega si verificasse, nonostante il sostegno locale; un partito nato in funzione antimeridionale non sarebbe potuto andare meglio in un comune come il nostro, denso di contraddizioni e problemi socio/economici.
Appare chiaro che, nell’incertezza di una terza candidatura e di un terzo mandato, il nostro sindaco non sia stato particolarmente interessato a misurare l’attuale propria forza elettorale, e così abbia ordinato un “rompete le righe”, lasciando che parti della propria maggioranza facessero campagna elettorale ognuno per proprio conto.

martedì 18 novembre 2025

A QUALCHE GIORNO DALLE ELEZIONI UN QUADRO DEPRIMENTE

 

La tradizionale classifica pre natalizia della qualità della vita del quotidiano “Italia Oggi” per il 2025 restituisce un Paese peggiorato di poco rispetto allo scorso anno ma meno polarizzato. Milano si conferma in cima, seguita da Bolzano e Bologna, mentre Trento, Padova e Verona consolidano la forza del Nord-Est. Rispetto al 2024, la media della classifica generale è scesa di 30 punti. Il Nord e il Centro restano ai vertici, il Mezzogiorno riduce le cadute più profonde, ma non accorcia davvero la distanza. Alcune province del Sud, come Cagliari e Lecce, mostrano segni di resilienza che un tempo sembravano impossibili. Non si tratta di un ribaltamento, ma di un riequilibrio: il quadro che emerge dalla classifica generale è quello di un'Italia con una qualità della vita compressa verso il centro della classifica. Nelle grandi città il ritmo di crescita si è rallentato; sono invece le realtà intermedie – Lucca, Prato, Rimini, Treviso – a muovere la classifica, segnando la vitalità diffusa di un tessuto urbano medio che si fa più competitivo.
La classifica di Italia Oggi – Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, è stilata sulla base di 92 indicatori, suddivisi in nove macro-categorie: “Affari e Lavoro”, “Ambiente”, “Istruzione”, “Popolazione”, “Reati e Sicurezza”, “Reddito e Ricchezza”, “Salute”, “Sicurezza Sociale” e “Turismo e Cultura”. Alla provincia con il posizionamento migliore vengono assegnati mille punti, mentre zero a quella peggiore. Le 107 province, a seconda del loro punteggio, vengono poi divise in quattro gruppi: “Buona”, “Accettabile”, “Discreta”, “Insufficiente”.
Le nostre cinque province campane ovunque non brillano ma, mentre Salerno, Avellino e Benevento tendono ad una qualità della vita “discreta”, secondo i parametri in esame, Caserta e Napoli si confermano nei gradini più bassi della classifica; con una insufficienza assoluta per ognuno di essi.
In particolare Caserta, un tempo “Terra di Lavoro”, continua a perdere punti, anche se pochi, confermando le basse posizioni in classifica. Siamo solo al 93simo posto su 107 province italiane; quello che può apparire più strano ed inaspettato è il punteggio elevato per i due parametri “Sicurezza sociale” (624 punti) e “reati e sicurezza” (680 punti); la qualità ambientale e così così (456 punti), accettabile anche il dato della popolazione (506 punti). I due parametri “Reddito e Ricchezza” e “Affari e Lavoro”, che nel 2024 avevano conseguito un punteggio già basso di per se¸ per il primo nel 2025 si è abbassato ulteriormente, passando da 264 a 148 punti, quasi dimezzandosi, per il secondo ha mantenuto un infimo 222 punti: anche se è evidente che il cosiddetto “sommerso” non viene computato c’è veramente poco da esser contenti!
L’analisi delle cause di questo deprimente quadro va riferita in primo luogo ad una classe dirigente composta da politici più orientati a ricreare una sorta di “feudalesimo del terzo millennio” che al progresso delle comunità amministrate; a meno di una settimana dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale assistiamo inermi a “cambi di giacchetta” dall’uno all’altro schieramento; inoltre il partito che ha nei propri programmi quello di accentuare le distanze fra il Nord e Sud d’Italia, gode dalle nostre parti  di particolari e masochistici consensi. Non ci resta che affidarci a qualche Santo e Amen.

per saperne di più consultate il link (https://qualitadellavita.italiaoggi.it/) 

sabato 15 novembre 2025

DUE EVENTI COLLEGATI

 

Due eventi quelli di oggi, apparentemente indipendenti, tuttavia associati ad un tema comune: il cibo.
Parlo della "Giornata della Cucina Italiana" che non è un evento singolo, ma rientra nell'ambito della X Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, che si terrà in vari periodi nel 2025, con un tema centrale su "La cucina italiana tra cultura, salute e innovazione"  dal 18 al 21 novembre sostenuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. 
Inoltre oggi sabato 15 novembre 2025, in più di 11.600 supermercati in tutta Italia, torna la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, per donare la spesa a chi è in difficoltà! Gli alimenti richiesti quest'anno sono: olio, verdure e legumi in scatola, tonno e carne in scatola, conserve di pomodoro e sughi pronti, alimenti per l'infanzia e riso.
Per quanto attiene la giornata della cucina italiana, quest’anno l’iniziativa pone l’accento sulla sua dimensione culturale e innovativa, anche in considerazione della sua candidatura a Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, nonché sugli aspetti legati alla nutrizione e alla salute, in linea con la posizione italiana alla Quarta Riunione di Alto Livello sulla prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili.
La cucina italiana non è nata in un unico momento, ma ha origini antichissime che si sono evolute attraverso secoli di influenze culturali e scambi. Le sue radici risalgono al IV secolo a.C. con le civiltà greche e romane, che hanno introdotto tecniche e ingredienti che hanno plasmato la base della gastronomia italiana. Un passaggio cruciale è stato l'arrivo nel XVI secolo di nuovi ingredienti dal Nuovo Mondo, come il pomodoro e il mais, che l'hanno arricchita.
Invece alla giornata della colletta alimentare, giunta nel 2025 alla 22sima edizione, è correlato, purtroppo, anche il doloroso tema dello spreco alimentare in Italia calato (diciamolo) di 95 grammi per persona rispetto all'anno precedente, non sprecare il cibo è un imperativo etico in tempi in cui una famiglia italiana su dieci ha difficoltà nel mettere un piatto a tavola.
A questo punto vorrei calare il discorso tra gli stretti confini della nostra comunità; la civiltà contadina, da cui proveniamo, non ammetteva che nulla si sprecasse; l’esempio più lampante, fino ad essere divenuto proverbiale, è quello dell’uccisione del maiale in casa: nulla del povero suino veniva non usato cibandosene! Pelle, orecchie, piedi, interiora, persino le ossa venivano ricotte dopo essere state scarnite per prelevare quel po’ di carne che vi era rimasta attaccata. Altro particolare molto esemplificativo che conferma quella filosofia alimentare, è quello del cosiddetto “auciato”... i miei quattro lettori forse non ne avranno sentito parlare neppure una volta: quando in ogni casa veniva fatto il pane, la pasta che rimaneva aderente alla “martula” (la madia, ndr), dopo aver formato i panelli, veniva attentamente raschiata e utilizzata per confezionare una sorta di tarallo di pane, appunto l’auciato, offerto per lo più ai bambini presenti alla  panificazione.
Come ho cercato di illustrare, tradizione, solidarietà alimentare, e le produzioni tipiche che hanno fatto grande e famosa nel mondo la cucina italiana, oggi celebrata, derivano da un’unica e corretta, seppur dimenticata, filosofia di alimentazione e di vita, che eticamente va ripresa!

venerdì 7 novembre 2025

LA VITA DI UN UOMO

 

L’intera comunità della vicina Riardo, ove abitava, insieme a quelle di Roccaromana e Pietramelara, sono rimaste colpite stamattina dalla scomparsa del Dr. Giovanbattista Massucci (nella foto di copertina), eminente medico del territorio, professione che amava esercitare tra la gente. Voglio ricordarlo riproponendo un articolo scritto da me stesso, nel lontano febbraio del 2005, scrivevo allora sulla carta stampata, allorquando il dottore andò in pensione:
“La vita di un uomo, il suo carattere ed il suo stesso essere si confondono il più delle volte con la professione esercitata. Quando poi la professione è quella del medico, la cosa assume connotazioni romanzesche per le mille esperienze vissute, per i tanti ricordi legati alla passione per la scienza medica, per i volti riconoscenti di coloro che, nella sofferenza, chiedono a volte un conforto più morale che fisico. In queste brevi espressioni si potrebbe condensare l’esperienza umana e professionale di un nostro concittadino, il Dott. Giovanbattista Masucci. La sua carriera di medico, che si conclude per raggiunti limiti di età, inizia il 1° febbraio 1965: un atto di Consiglio Comunale, il n. 15 del 10.03.1965, ripulito dalla copiosa polvere dell’archivio, ci svela che il nostro ha svolto a Roccaromana, per quaranta anni, le funzioni di medico condotto oltre che di Ufficiale Sanitario.
Agli inizi della sua carriera, prestò anche servizio di guardia medica presso il locale Presidio Ospedaliero: è nel ricordo di tutti il fatto che, se si allontanava per qualche minuto, per prendere una boccata d’aria, all’occorrenza veniva richiamato in sede dal severo suono della campanella dell’Ospedale, suonata dall’infaticabile e indimenticabile Suor Nazarena, altro personaggio entrato nella legenda di una sanità -rurale sì- ma sempre efficiente e dal volto umano.
Il mestiere di “medico di famiglia”, ultimo in ordine di tempo, è stato svolto sempre con passione, impegno, disponibilità e responsabilità.
La professionalità e l’umanità è stata, nel tempo, sempre più apprezzata da tutti i cittadini di Roccaromana che hanno imparato a far tesoro dei suoi consigli e delle sue raccomandazioni.
Chi l’ha conosciuto non potrà mai dimenticare l’humour, sempre “all’avanguardia”, con cui cercava durante le visite di risollevare chi gli si affidava fiducioso. Un grazie di cuore, a nome di tutti i cittadini, sarà espresso dal Sindaco Anna De Simone, che insieme all’amministrazione invita tutti a partecipare alla cerimonia ufficiale di ringraziamento che si terrà nella Sala Consiliare stasera 24 febbraio alle ore 17.00”.

venerdì 22 agosto 2025

INCENDIO. QUALI PERICOLI?

 

Da qualche giorno si susseguono sui social e sugli altri media voci allarmate, e a volte allarmistiche, legate al disastroso incendio di materiali plastici che si è sviluppato sabato scorso, in agro di Teano, località Palmieri, in un impianto di stoccaggio in testa a Campania Energia, ancora non del tutto domato. A ragion veduta è ormai evidente che quello che è mancato è stato il controllo da parte di chi di dovere: politica e amministrazione (locale, provinciale, regionale, nazionale). Ciò che più di tutto suscita allarme è la diffusione di diossine in un ambiente, quello dell’Alto Casertano, finora ritenuto dai più esente da tali negatività.
Con il termine “diossina” si intende una famiglia di composti chimici divisi in due famiglie, le diossine propriamente dette e i furani. Si tratta di sostanze chimiche pericolose per l'uomo e gli animali, potenzialmente cancerogene, con effetti negativi sul sistema endocrino, riproduttivo e nervoso. Diossine e furani sono prodotte in generale da qualsiasi attività di combustione, come incenerimento dei rifiuti solidi urbani.
Nell’ambiente, e, in particolare nel suolo, si legano alla frazione organica presente e rimangono relativamente immobili: a causa della loro insolubilità in acqua non tendono a migrare in profondità. Tale insolubilità inoltre limita fortemente l’assorbimento di tali minacce chimiche, da parte delle radici.
L'assorbimento delle diossine da parte dei vegetali avviene principalmente tramite deposizione atmosferica diretta sulle foglie, poiché le diossine sono scarsamente disponibili per l'assorbimento radicale a causa della forte adozione al carbonio organico del suolo, specialmente nelle piante che crescono in superficie, le radici dei vegetali non sono in grado di assorbire tali molecole, per la loro complessità strutturale (vedi foto n. 2); infatti i composti chimici assorbiti dalle radici sono ioni biatomici o, al più, triatomici.
struttura delle diossine
Siamo realmente in pericolo? L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania, ente strumentale della Regione che si occupa di controllare, monitorare e tutelare la qualità dell'ambiente del territorio regionale, ha effettuato diffusi monitoraggi da cui risulta che i limiti di tollerabilità stabiliti per le diossine dalla nostra normativa vigente non sono stati, per fortuna, superati. L’economia agricola subirà certamente un danno, ma esso sarà dovuto alla caduta di immagine delle produzioni di eccellenza che il nostro territorio da sempre offre; i consumatori, ma anche chi, come me, autoproduce ortaggi per il proprio consumo, alla luce di quanto sopra non correranno rischi: basterà lavare con attenzione le verdure a foglia larga, al limite usando anche un sapone detergente, e risciacquare. Per l’agricoltura professionale il problema è più arduo, anche perché il senziazionalismo di alcuni articoli diffonderà un senso di insicurezza generale, da recuperare con il tempo, la pazienza e la corretta comunicazione.
Certo, tutto questo sarebbe stato evitabile con un efficace sistema di prevenzione e controllo, cosa che è imperdonabilmente mancata, tuttavia ritengo (in scienza e coscienza) che le cose potevano andare anche molto peggio.
 

domenica 17 agosto 2025

UN SUCCESSO AL DI LA' DELLE POLEMICHE

 

La piazza degli “opinionisti” locali, stamattina era divisa fra coloro che hanno gradito il concerto di Enzo Avitabile, e dall’altra parte coloro che non lo hanno gradito. Non sono stato presente al concerto perché impedito da un’indisposizione temporanea, tuttavia ho visto i vari video che circolano sui social, la piazza era letteralmente gremita! (cfr foto di copertina). Nel nostro dialetto si suol dire: “si menavi na spingula petterra nun c’arrivava”  (se buttavi a terra una spilla questa non riusciva a raggiungere il suolo). Siamo in democrazia e i gusti sono gusti, ognuno la pensi come vuole; la mia opinione è che Avitabile è un artista di forte spessore, con decenni di spettacolo nel curriculum, attento al territorio e alla sua storia, ha saputo dosare un mix di blues, soul e tradizione musicale locale… e il risultato è gradibilissimo, inoltre, come ieri sera, l’interattività con il pubblico ha reso tutto più emozionante. Che dire poi dei nostalgici delle grandi bande? Non ricordate quando suonavano e ad ascoltarle, quando andava bene quaranta/cinquanta persone? Suvvia… costavano risorse ingenti e il gradimento del pubblico era limitato.
Ciò che voglio dire è questo: l’obiettivo dei comitati festa è quello di coinvolgere il pubblico, rendere gradito lo spettacolo e, soprattutto, richiamare le persone in piazza; rimane sterile pertanto la polemica tra favorevoli e contrari, l’obiettivo di cui sopra è stato pienamene conseguito, punto e basta. Vanno lodati le giovani donne e giovani uomini che si sono assunti tale importante responsabilità ed impegno; ognuno di essi ha un lavoro, una famiglia e, pertanto, sono degni di lode sotto ogni profilo. Cosa aspettarsi stasera per la conclusione dei festeggiamenti con Eugenio Bennato e la sua orchestra; il nome già la dice lunga: gli inizi con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, il distacco da questa con Musicanova (nel gruppo Teresa De Sio, scusate se è poco!), attualmente il suo gruppo si chiama  Taranta Power, ed affronta  i temi dell’Italia Meridionale e di ogni altro sud del Mediterraneo e del mondo, l’illusione del riscatto con il brigantaggio, le storie degli immigrati provenienti da ogni angolo del pianeta. 
Credo che un grazie i ragazzi del comitato festa di San Rocco, per quello che hanno fatto e dimostrato anche nel 2025, lo meritino veramente.

venerdì 8 agosto 2025

UN AMICO GATTO, NELLA SUA GIORNATA

 

La Giornata Internazionale del Gatto, celebrata ogni 8 agosto, è un’occasione non solo per coccolare i nostri amici felini ma anche per riflettere su quanto la loro presenza possa influire sul benessere psicologico. Il legame tra uomo e gatto, infatti, può migliorare l’umore, ridurre la solitudine e favorire una migliore qualità della vita.
Dal punto di vista psicologico, il gatto è uno specchio silenzioso delle emozioni umane. Riesce spesso a cogliere gli stati d’animo senza parole: si avvicina nei momenti di tristezza, si ritira quando percepisce tensione.
Questa sensibilità invita a una maggiore consapevolezza emotiva proprio perché i gatti “sentono” ciò che spesso si ignora (McNicholas & Collis, 2006). A differenza dei cani, i gatti sanno stare da soli, scegliere quando essere presenti e quando ritirarsi.
Il nostro felino, di nome Zampo (cfr. foto di copertina), è con noi da ben nove anni; libero e viziato, è padrone della nostra casa e di molte altre del vicinato, specie quelle a destra e sinistra della nostra abitazione, disabitate nella maggior parte dei giorni, nell’anno. Sparisce e ricompare, a volte dopo giorni, destando in noi preoccupazioni circa la sua incolumità: cosa gli sarà successo? Chissà se lo rivedremo, se tornerà a farci compagnia? Miagola molto di rado, ma, nel suo silenzio, sa farsi capire ed ascoltare. La sua fame, la sua sete, le sue emozioni  ce le comunica in modo ormai inequivocabile, visti tutti gli anni che abbiamo trascorso insieme. E’ la delizia delle mie figlie, quando tornano a casa… lo abbracciano, lo strapazzano e lui ci guarda con quell’espressione paziente che significa in modo chiaro: “debbo sopportarle, visto il trattamento che mi riservate”. Ha un amico della sua stessa specie, dal mantello nero, autore di alcune marachelle compiute in maniera congiunta; anche lui è un emblematico ed autentico rappresentante della specie felina domestica, si tiene alla larga da noi come per dire “godo anch’io dei vostri spazi, vi ringrazio ma… di voi non me ne frega nulla”