Anche in un scenario
come quello pre elettorale a Pietramelara, nel quale si è giocato – ed è
evidente – a “carte scoperte”, non è semplice analizzare il voto per il rinnovo
del Consiglio Regionale e per l’elezione del Presidente… certo ci saranno
sicuramente i meglio informati del sottoscritto blogger scribacchiante, ma tant’é.
Veramente scarsa la partecipazione al voto, in calo di circa otto punti
rispetto all’analoga consultazione del settembre 2020, in pieno lockdown: si è
passati dal 50,48% a 42,57%.
Tuttavia il primo dato che balza agli occhi è che nessun partito ha superato il 20% dei suffragi espressi: il Movimento 5 stelle ci si è avvicinato, ma questo risultato estremamente positivo deriva dalla somma di varie componenti. Le origini del Prof. Raffaele Aveta, candidato 5stelle che ha conquistato un seggio in consiglio, sono in parte pietramelaresi, e molti ancora ricordano suo nonno Gianni Sorbo, sindaco tra gli anni settanta e gli ottanta, inoltre è stato sostenuto da Giovanni Zarone ed altri della maggioranza consiliare, ed infine l’anima populista, che caratterizza l’elettorato pentastellato è evidentemente presente qui da noi… comunque congratulazioni Professor Aveta!
Segue per consensi Forza Italia, trainata da un candidato forte come Giovanni Zannini (15,5%), ricordiamo che Mario D’Ovidio, suo principale attivista in paese, in giugno si è accostato alla maggioranza consiliare; non è un risultato entusiasmante, ad esempio se confrontato con quello della vicina Roccaromana la cui amministrazione è stata compattamente schierata con Zannini, facendogli raggiungere e superare il 33% dei voti, oppure con Riardo, in cui l’ appoggio di sindaco e sodali ha permesso al partito di Zannini di superare il 20% .
Per tornare qui da noi, a Pietramelara il terzo gradino del podio, è toccato “a ruota” al Partito Democratico con il 15,3% dei voti, seguito da Fratelli d’Italia, che sfiora il 15%. C’era da aspettarsi che il poco lusinghiero 12% dei voti andati alla Lega si verificasse, nonostante il sostegno locale; un partito nato in funzione antimeridionale non sarebbe potuto andare meglio in un comune come il nostro, denso di contraddizioni e problemi socio/economici.
Appare chiaro che, nell’incertezza di una terza candidatura e di un terzo mandato, il nostro sindaco non sia stato particolarmente interessato a misurare l’attuale propria forza elettorale, e così abbia ordinato un “rompete le righe”, lasciando che parti della propria maggioranza facessero campagna elettorale ognuno per proprio conto.
Tuttavia il primo dato che balza agli occhi è che nessun partito ha superato il 20% dei suffragi espressi: il Movimento 5 stelle ci si è avvicinato, ma questo risultato estremamente positivo deriva dalla somma di varie componenti. Le origini del Prof. Raffaele Aveta, candidato 5stelle che ha conquistato un seggio in consiglio, sono in parte pietramelaresi, e molti ancora ricordano suo nonno Gianni Sorbo, sindaco tra gli anni settanta e gli ottanta, inoltre è stato sostenuto da Giovanni Zarone ed altri della maggioranza consiliare, ed infine l’anima populista, che caratterizza l’elettorato pentastellato è evidentemente presente qui da noi… comunque congratulazioni Professor Aveta!
Segue per consensi Forza Italia, trainata da un candidato forte come Giovanni Zannini (15,5%), ricordiamo che Mario D’Ovidio, suo principale attivista in paese, in giugno si è accostato alla maggioranza consiliare; non è un risultato entusiasmante, ad esempio se confrontato con quello della vicina Roccaromana la cui amministrazione è stata compattamente schierata con Zannini, facendogli raggiungere e superare il 33% dei voti, oppure con Riardo, in cui l’ appoggio di sindaco e sodali ha permesso al partito di Zannini di superare il 20% .
Per tornare qui da noi, a Pietramelara il terzo gradino del podio, è toccato “a ruota” al Partito Democratico con il 15,3% dei voti, seguito da Fratelli d’Italia, che sfiora il 15%. C’era da aspettarsi che il poco lusinghiero 12% dei voti andati alla Lega si verificasse, nonostante il sostegno locale; un partito nato in funzione antimeridionale non sarebbe potuto andare meglio in un comune come il nostro, denso di contraddizioni e problemi socio/economici.
Appare chiaro che, nell’incertezza di una terza candidatura e di un terzo mandato, il nostro sindaco non sia stato particolarmente interessato a misurare l’attuale propria forza elettorale, e così abbia ordinato un “rompete le righe”, lasciando che parti della propria maggioranza facessero campagna elettorale ognuno per proprio conto.

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