Due eventi quelli di
oggi, apparentemente indipendenti, tuttavia associati ad un tema comune: il
cibo.
Parlo della "Giornata della Cucina Italiana" che non è un evento singolo, ma rientra nell'ambito della X Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, che si terrà in vari periodi nel 2025, con un tema centrale su "La cucina italiana tra cultura, salute e innovazione" dal 18 al 21 novembre sostenuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Parlo della "Giornata della Cucina Italiana" che non è un evento singolo, ma rientra nell'ambito della X Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, che si terrà in vari periodi nel 2025, con un tema centrale su "La cucina italiana tra cultura, salute e innovazione" dal 18 al 21 novembre sostenuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Inoltre oggi sabato 15
novembre 2025, in più di 11.600 supermercati in tutta Italia, torna la Giornata
Nazionale della Colletta Alimentare, per donare la spesa a chi è in difficoltà!
Gli alimenti richiesti quest'anno sono: olio, verdure e legumi in scatola,
tonno e carne in scatola, conserve di pomodoro e sughi pronti, alimenti per
l'infanzia e riso.
Per quanto attiene la giornata della cucina italiana, quest’anno l’iniziativa pone l’accento sulla sua dimensione culturale e innovativa, anche in considerazione della sua candidatura a Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, nonché sugli aspetti legati alla nutrizione e alla salute, in linea con la posizione italiana alla Quarta Riunione di Alto Livello sulla prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili.
La cucina italiana non è nata in un unico momento, ma ha origini antichissime che si sono evolute attraverso secoli di influenze culturali e scambi. Le sue radici risalgono al IV secolo a.C. con le civiltà greche e romane, che hanno introdotto tecniche e ingredienti che hanno plasmato la base della gastronomia italiana. Un passaggio cruciale è stato l'arrivo nel XVI secolo di nuovi ingredienti dal Nuovo Mondo, come il pomodoro e il mais, che l'hanno arricchita.
Invece alla giornata della colletta alimentare, giunta nel 2025 alla 22sima edizione, è correlato, purtroppo, anche il doloroso tema dello spreco alimentare in Italia calato (diciamolo) di 95 grammi per persona rispetto all'anno precedente, non sprecare il cibo è un imperativo etico in tempi in cui una famiglia italiana su dieci ha difficoltà nel mettere un piatto a tavola.
A questo punto vorrei calare il discorso tra gli stretti confini della nostra comunità; la civiltà contadina, da cui proveniamo, non ammetteva che nulla si sprecasse; l’esempio più lampante, fino ad essere divenuto proverbiale, è quello dell’uccisione del maiale in casa: nulla del povero suino veniva non usato cibandosene! Pelle, orecchie, piedi, interiora, persino le ossa venivano ricotte dopo essere state scarnite per prelevare quel po’ di carne che vi era rimasta attaccata. Altro particolare molto esemplificativo che conferma quella filosofia alimentare, è quello del cosiddetto “auciato”... i miei quattro lettori forse non ne avranno sentito parlare neppure una volta: quando in ogni casa veniva fatto il pane, la pasta che rimaneva aderente alla “martula” (la madia, ndr), dopo aver formato i panelli, veniva attentamente raschiata e utilizzata per confezionare una sorta di tarallo di pane, appunto l’auciato, offerto per lo più ai bambini presenti alla panificazione.
Come ho cercato di illustrare, tradizione, solidarietà alimentare, e le produzioni tipiche che hanno fatto grande e famosa nel mondo la cucina italiana, oggi celebrata, derivano da un’unica e corretta, seppur dimenticata, filosofia di alimentazione e di vita, che eticamente va ripresa!
Per quanto attiene la giornata della cucina italiana, quest’anno l’iniziativa pone l’accento sulla sua dimensione culturale e innovativa, anche in considerazione della sua candidatura a Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, nonché sugli aspetti legati alla nutrizione e alla salute, in linea con la posizione italiana alla Quarta Riunione di Alto Livello sulla prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili.
La cucina italiana non è nata in un unico momento, ma ha origini antichissime che si sono evolute attraverso secoli di influenze culturali e scambi. Le sue radici risalgono al IV secolo a.C. con le civiltà greche e romane, che hanno introdotto tecniche e ingredienti che hanno plasmato la base della gastronomia italiana. Un passaggio cruciale è stato l'arrivo nel XVI secolo di nuovi ingredienti dal Nuovo Mondo, come il pomodoro e il mais, che l'hanno arricchita.
Invece alla giornata della colletta alimentare, giunta nel 2025 alla 22sima edizione, è correlato, purtroppo, anche il doloroso tema dello spreco alimentare in Italia calato (diciamolo) di 95 grammi per persona rispetto all'anno precedente, non sprecare il cibo è un imperativo etico in tempi in cui una famiglia italiana su dieci ha difficoltà nel mettere un piatto a tavola.
A questo punto vorrei calare il discorso tra gli stretti confini della nostra comunità; la civiltà contadina, da cui proveniamo, non ammetteva che nulla si sprecasse; l’esempio più lampante, fino ad essere divenuto proverbiale, è quello dell’uccisione del maiale in casa: nulla del povero suino veniva non usato cibandosene! Pelle, orecchie, piedi, interiora, persino le ossa venivano ricotte dopo essere state scarnite per prelevare quel po’ di carne che vi era rimasta attaccata. Altro particolare molto esemplificativo che conferma quella filosofia alimentare, è quello del cosiddetto “auciato”... i miei quattro lettori forse non ne avranno sentito parlare neppure una volta: quando in ogni casa veniva fatto il pane, la pasta che rimaneva aderente alla “martula” (la madia, ndr), dopo aver formato i panelli, veniva attentamente raschiata e utilizzata per confezionare una sorta di tarallo di pane, appunto l’auciato, offerto per lo più ai bambini presenti alla panificazione.
Come ho cercato di illustrare, tradizione, solidarietà alimentare, e le produzioni tipiche che hanno fatto grande e famosa nel mondo la cucina italiana, oggi celebrata, derivano da un’unica e corretta, seppur dimenticata, filosofia di alimentazione e di vita, che eticamente va ripresa!

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