Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

domenica 20 marzo 2022

IL PNRR E IL NOSTRO BORGO

 

La Linea A del Bando Borghi pubblicato a dicembre 2021 in attuazione dell’Intervento 2.1 “Attrattività dei Borghi” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevedeva la selezione di 21 borghi a rischio abbandono o abbandonati nei quali realizzare - con 20 milioni di euro ciascuno per un totale di 420 milioni - progetti pilota di rigenerazione culturale, sociale ed economica.
Tranquilli, miei cari “quattro lettori”, non sto per iniziare l’ennesima polemica pre elettorale sullo stato in cui versa il nostro millenario borgo, e non voglio lagnare che il nostro comune (forse, non lo so, ma non è importante) non ha neppure partecipato al bando. Immagino che le caratteristiche individuate nei criteri di selezione non corrispondano, e poi il continuo stillicidio di personale, dovuto a pensionamenti, avrebbe reso comunque ardua la parte realizzativa del progetto, nell’eventualità di un’approvazione.
La Regione Campania ha individuato il Comune di Sanza in provincia di Salerno. Il progetto “Sanza: Borgo dell’accoglienza” prevede, tra le altre cose, la realizzazione di una città-albergo e residenze co-working in un contesto di elevato interesse naturalistico e in posizione strategica per l’innesco di sinergie di sviluppo con importanti attrattori culturali e turistici della regione. Figuriamoci se il nostro presidente si lasci sfuggire un’occasione di apportare risorse nel proprio territorio di provenienza.
I progetti dovevano prevedere l’insediamento di nuove funzioni, infrastrutture e servizi nel campo della cultura, del turismo, del sociale o della ricerca, come ad esempio scuole o accademia di arti e dei mestieri della cultura, alberghi diffusi, residenze d’artista, centri di ricerca e campus universitari, residenze sanitarie assistenziali (RSA) dove sviluppare anche programmi a matrice culturale, residenze per famiglie con lavoratori in smart working e nomadi digitali.
Il ritornare sulla problematica del borgo, rione centrale dell’abitato, cogliendo l’occasione dell’esito del bando, è legato a quanto attuale sia essa. Il governo nazionale nel redigere il PNRR ha individuato nei tanti borghi sorti a ridosso dell’Appenino Meridionale un arma straordinaria nella strategia del piano stesso. Nonostante ciò, a Pietramelara da tempo le amministrazioni che si sono succedute pare che abbiano ignorato (o che abbiano voluto ignorare) quanto ingente ed importate sia quella risorsa monumentale, tanto da far dire a un sindaco del passato, neppure troppo lontano: “sul borgo ci farei una colata di cemento”. Pertanto passi pure che l’opportunità del bando non sia stata neppure tentata, tuttavia un po’ di attenzione in più, anche nelle cose più elementari, non guasterebbe. Lo dico con “cognizione di causa”: i gruppi che ho accompagnato in più occasioni nel nostro borgo, percorrendo viuzze e angiporti, rimangono letteralmente “a bocca aperta”, meravigliati e compiaciuti per l’armonia delle tipologie, per alcuni dimore patrizie ancora ben conservate, per il panorama che si può ammirare dal belvedere della Torre Longobarda; ed allora è tempo di svegliarsi, di studiare soluzioni, anche al di là dei progetti e dei finanziamenti, perché un borgo tenuto bene è fonte di richiamo turistico, mentre lo stesso tenuto male, ed al centro del territorio, può generare mille criticità sociali ed economiche.  
 

 

 

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