Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

domenica 10 ottobre 2021

SETTEMBRE 1860: MERCENARI E TRADITORI IN UNO SCONTRO

 

Foto 1

Nei trenta secoli di storia vissuti dal nostro territorio e dai suoi abitanti, non sono stati frequenti scontri bellici cruenti, la posizione defilata geograficamente non ne facevano una postazione strategica da difendere, qualsiasi epoca si consideri. Tuttavia un episodio della guerra per l’unità nazionale, vide la campagna fra Roccaromana e Pietramelara come teatro delle operazioni. Questi i fatti: tra il 16 e il 17 settembre 1860, un ungherese, il maggiore Csudafy, al comando di un reparto di garibaldini, costituito da tre compagnie, si diresse da Caserta verso Piedimonte, allo scopo di tagliare le retrovie borboniche ed isolare così Capua da Gaeta. Varcato durante la notte il Volturno presso Dragoni per schivare forze ostili o, chissà, per errore, Csudafy si dirige verso Roccaromana. L’attacco al presidio borbonico quivi acquartierato e forte di 260 uomini, avviene alle 10 e 30 del mattino; data la sproporzione delle forze il comandante borbonico maggiore Gennaro Angellotti chiede rinforzi al colonnello Kezich, che è di stanza a Pietramelara con ben tre reggimenti.  L’aiuto viene negato pertanto i borbonici sono costretti a ripiegare verso la vicina Pietramelara; la campagna fra i due borghi è interrotta da fossi e siepi, si può immaginare che dopo ripiegamenti successivi i borbonici abbiano organizzato una linea di difesa, presso il rivolo di Murro. Gli uomini di stanza a Pietramelara, al secondo rifiuto di Kezich di inviare rinforzi, insorgono ed allora l’alto ufficiale, alle strette, invia un battaglione al comando del maggiore De Francesco, che riesce a riequilibrare le forze e respingere i garibaldini fino al ponte di Roccaromana, dove anche i civili partecipano alla battaglia e fanno ripiegare gli “stranieri” fino a Piedimonte d’Alife, dove pare che Csudafy abbia tentato il suicidio, puntandosi una pistola alla tempia.

La presenza di un Ungherese fra i vertici garibaldini conferma che mercenari presero parte agli scontri, ed   è evidente che il comportamento di Kezich sia stato dovuto a un tradimento già in atto, frequente fra gli alti ufficiali borbonici che già avevano intravisto, a breve, il tramonto del Regno delle Due Sicilie. L’infedeltà dei vertici militari fu una delle cause della dissoluzione di una Nazione che, almeno sulla carta, aveva tutti i numeri per sopravvivere a un attacco proditorio e non dichiarato da parte di uno staterello di dimensioni geografiche ed economiche inferiori.

Quanti siano stati i caduti dello scontro da ambe le parti non si sa; quello che si è potuto riscontrare lo dobbiamo a quella inesauribile fonte di notizie che sono i registri parrocchiali: nel Libro dei Defunti della Parrocchia di San Lorenzo Martire (oggi Sant’Agostino), anni 1856/1895, abbiamo notizia che furono allestiti alla meglio due ricoveri per feriti, nel Palazzo Ducale e in Municipio; ancora  leggiamo i nomi di quattro soldati, Ferretti Alberto di età imprecisata , da Mirandola (FE), deceduto il 20/09/1860 nel Municipio di Pietramelara garibaldino o bersagliere (in bello Arcis Romanae a militibus Naeapolitani ictus scopetti vulneratus); Stanzione Stefano, di età  imprecisata , marito di Rinaldi Carmina  deceduto il giorno successivo, borbonico; de Buccis  Giuseppe di età imprecisata ,  deceduto in Municipio; Turnelli Beniamino di anni 20, deceduto il 21/09/1860 nel Palazzo Ducale (in palatio ducis Arcis Romanae).

Foto II

Cosa rimane, oltre alla memoria e a qualche sbiadito documento, di questa cruenta interruzione della tranquillità che ha sempre regnato dalle nostre parti? Due segni di importanza quantomeno equivalente: nel piazzale antistante l'ex Ospedale, fu eretto nel 1951, per opera del Sindaco  Diomede Rinaldi, un monumento in onore dei Garibaldini che persero la vita a Roccaromana (I foto di copertina); sulla strada che porta da Pietramelara a Roccaromana, invece fu eretto un secondo cippo nel 2017, in località Murro, questa volta dedicato ai caduti borbonici (II foto di copertina). 

Bibliografia:

1.   Atti del Convegno di Studi “Cinque secoli di storia nell’Alto Casetrtano”, Giugno 1996

2. Liber Parochialis S.Laurenti Martiris huius terrae Petramellaria in quo adnotantur mortui a die prima mensis Julii 1856

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