Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

martedì 19 ottobre 2021

INDEBITE INGERENZE

 

La vicenda travagliata della presidenza della Comunità Montana del Monte Maggiore, con la recente detronizzazione del Sindaco di Pietramelara, Avv. Pasquale Di Fruscio (cfr. foto a destra), da presidente, richiama alla mente del sottoscritto, a cui la memoria non difetta, lo svolgersi dei fatti legati ad essa dal momento dell’istituzione dell’Ente.
Le comunità montane, la cui istituzione voluta dal legislatore con legge 3 dicembre 1971, n. 1102, e adesso disciplinate dall'art. 27 del d. lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (testo unico sugli enti locali), cominciarono a prendere corpo dopo la metà degli anni settanta; con l’avvento dell’amministrazione Sorbo, nel 1975 occorreva separare fisicamente e politicamente due forti (ed ingombranti) personalità organiche a quel consesso: il sindaco del tempo Gianni Sorbo ed il leader “dissidente democristiano” Giuseppe Peluso (che sarebbe diventato sindaco nel 1989). Un precedente accordo fra i vari comuni aderenti alla Comunità Montana, prevedeva che fra Formicola e Pietramelara erano in palio la sede dell’Ente e la carica di presidente; in altre parole a chi sarebbe andata la sede sarebbe stata preclusa la presidenza.  La politica formicolana, molto lungimirante, fu pronta a rinunciare in quel momento alla presidenza, concessa al pietramelarese Peluso aggiudicandosi in tal modo per sempre la sede dell’Ente montano. Il progetto era chiaro, cedere la presidenza per il momento e tenersi la sede; in un secondo tempo si sarebbe dato l’assalto anche alla carica più alta. E così avvenne: tanto tuonò che piovve! …ci fu tolta la presidenza e in cambio avemmo la vicepresidenza, in seguito anche questa non fu più appannaggio pietramelarese e ci si dovette accontentare di qualche assessorato, con interruzioni temporali più o meno lunghe. Se non si fosse ceduto sulla sede, forse oggi Pietramelara avrebbe potuto ancora esercitare quel ruolo di baricentro politico/amministrativo dell’intero Monte Maggiore!
E veniamo ai giorni nostri… amministrare un ente sovracomunale è frutto di una serie di equilibri precari che variano con il tempo, fu così che, nel Giugno 2020, a Salvatore Geremia di Rocchetta e Croce (cfr. foto a sinistra) subentrò Di Fruscio, grazie ad ordini impartiti dall’esterno del perimetro del territorio montano; alla stessa stregua, dopo qualche tempo, un anno o poco più, è stata la volta per Di Fruscio di cedere il passo, sempre per le stesse odiose ingerenze del potere politico, ma mi domando è mai possibile tale situazione farsesca? Fino a quando dovremo subire che qualcuno che non conosce il nostro territorio, non conosce gli uomini e le comunità, debba imporre il proprio diktat politico, con il solo fine di stendere i propri tentacoli sempre più lunghi e viscidi, sempre più ramificati?  Non sono un “fervente difrusciano” e questo è notorio a chi mi conosce, tuttavia mi irrita tantissimo questo continuo intrufolarsi nelle faccende di casa nostra… come può un Ente assumere un indirizzo politico continuo e coerente se, secondo la posizione dell’utero di questo e quel consigliere regionale, ogni sei mesi/un anno cambia il vertice dell’ente stesso?

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