Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

lunedì 22 aprile 2019

VALOGNO C'HA PROVATO

Quanti saranno in Italia i borghi dimenticati, abbandonati, sconosciuti… Poi, all’improvviso per qualcuno di essi qualcosa succede, cambia, si muove. Mai per caso. Occorre un’intuizione, occorre rischiare. È così che è accaduto a Valogno, piccolo paesino arroccato tra montagne e tufo vulcanico, in provincia di Caserta, appena 90 abitanti, non ci sono supermercati, non ci sono farmacie, non ci sono bar : le nostre Statigliano e Santa Croce, al confronto sono importanti realtà urbane. Eppure è un paesino vivo, frequentato da turisti e scolaresche in gita: cos’è successo?
Racconta zio Raffaele – qui lo chiamano tutti così - lui ha 85 anni e da Valogno ha visto andare via tanta gente, quasi tutti, ma lui è rimasto. “Negli anni ’40 c’erano circa 500 abitanti, poi nel ’56 è cominciata la grande migrazione verso il Belgio e altre città europee in cerca di lavoro“. Nessuno è più tornato. Lui, invece è rimasto, a coltivare rose e a fare vino. E’ questo il destino comune di tanti borghi bellissimi ma purtroppo defilati, come il nostro.
Chi arriva a Valogno in genere viene accolto da Giovanni Casale, romano – ma originario del borgo – a cui si deve la rinascita del paesino attraverso l’arte. Casale ha infatti deciso di lasciare Roma e di trasferirsi nella casa paterna di Valogno, per aprila a tutti e farla diventare luogo di incontri, scambio di idee e di condivisione. Ma non solo. Perché grazie alla partecipazione di tantissimi artisti che hanno messo a disposizione il proprio estro creativo, oggi Valogno può contare sulla presenza di oltre 40 murales sparsi per tutto il borgo (e altri ne saranno dipinti). Murales che hanno contribuito a cancellare i danni fatti al paesino da mattoni e intonaco e che gli hanno permesso così di tornare a splendere di colori e atmosfere fiabesche.. Quali sono i soggetti, cosa si raffigura? Non c’è un tema guida a fare da filo rosso per i murales, gli artisti si sono sbizzarriti: si va da scene di lavoro nei campi, alla memoria del brigantaggio, che qui deve essere stato ben presente, a motivi decorativi floreali, a immagini fiabesche, di sogno e altro. Intendiamoci: anche a Valogno non mancano finestre e balconi in “alluminio anodizzato”, e altri particolari non proprio in armonia con il contesto, ma lo spirito che pervade questi luoghi ti lascia intendere che di li a poco saranno rimossi.
E’ stato questo il luogo del mio “lunedì in albis” 2019, un incontro, sotto qualche gocciolina di pioggia, con l’arte, e soprattutto con la volontà della nostra gente di non arrendersi alla sorte avversa . Una nuova vita per questo borgo, tanto simile al nostro per l’atmosfera che vi si respira, ma non per il destino: Valogno e i suoi abitanti c’hanno provato, e pare che la prova abbia dato esito positivo, visti i risultati degli ultimi anni.

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