Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

venerdì 20 aprile 2018

UN RUOLO DIFFICILE

Sono figlio di insegnanti e può darsi che il mio punto di vista possa essere in qualche modo mediato dalla memoria dei miei genitori, ma quello che sta succedendo oggi nella scuola va ben oltre ogni limite di decenza!
Ricordo e ci sorrido (amaramente) su quanto possa essere cambiato il mondo: un tempo molti genitori, che sulla scorta della fama di educatore severo di mio padre, venivano anche a casa per chiedere come un favore di prendere con se figli particolarmente discoli e pertanto bisognosi di rigore in aula, oggi il contrario: padri che aggrediscono docenti anche per un semplice rimprovero verbale , come nell'immagine di copertina. Studenti che aggrediscono quotidianamente i professori ormai riempiono le cronache: insulti, umiliazioni, violenza fisica non sono purtroppo rari.
Non c’è d’altronde da meravigliarsi: gli episodi che le cronache riportano con tanto clamore, non sono che l’ennesima conferma a quanto vado dicendo da tempo: la perdita della funzione esercitata dai “ruoli”, all’interno della società. Ogni ruolo ha dignità e merita rispetto ma, per chiunque, evolversi da un ruolo ad uno migliore, la norma richiede impegno, studio e sacrificio: sono costi questi che però pochi vogliono sostenere e, nell’illusione di evitarli, ognuno è giunto all’assurda conclusione di poter fare ogni cosa, impresa, funzione. Gli effetti dirompenti di tale perdita sono evidenti un poco dappertutto: in politica, ad esempio, hanno di fatto dato spazio ad una classe dirigente incapace ed autoreferenziale, responsabile di un Paese dal futuro incerto e privo di considerazione internazionale.
“Il ruolo sociale degli insegnanti italiani” viene evocato da ogni ministro dell'Istruzione all'insediamento nella stanza nobile di viale di Trastevere, ma quel "ruolo sociale" calpestato, oggi, è una semplice questione di sicurezza e di onore da difendere, nei rari casi in cui il professore non abbassa la testa. Un ruolo difficile ed impegnativo: non c'è settimana che la cronaca non racconti una storia così. Episodi violenti crescenti in classe, in palestra, al portone. Ragazzini che picchiano in branco vecchi insegnanti, genitori che assalgono professori perché stavano educando i loro figli al vivere in comunità. A Reggio Calabria, in una classe superiore è arrivata la polizia a sedare la rissa tra ragazzine, la prof di turno non c'era riuscita: aveva rimediato uno schiaffone ed era finita al pronto soccorso. Ma non c’è affatto bisogno di andare tanto lontano: nello scorso febbraio, un ragazzo di 17 anni, studente all’istituto superiore Ettore Majorana di Santa Maria a Vico, a pochi chilometri da noi, si è presentato a scuola con un coltello e si è scagliato contro la docente di lettere Franca Di Blasio, di 54 anni, colpendola al volto davanti ai compagni, mentre erano in corso le lezioni, per futili motivi dovuti a presunte offese da parte della stessa: pare che la donna, visti gli scarsi risultati a scuola, volesse interrogarlo per fargli recuperare una insufficienza.
Il recupero dei ruoli parte dalla famiglia: attenzione, se non comunichiamo la loro importanza e funzione insostituibile, ci assumeremo la responsabilità di mandare i nostri figli presuntuosi, ma di fatto indifesi, a misurarsi con una società sempre più competitiva, che non perdona errori a nessuno.

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