Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

venerdì 13 aprile 2018

CUCCU'

Oggi la pubblicità anima tutti i mass media disponibili: dalla TV ai social network, dalla radio agli sms sui nostri telefonini ma, fino a qualche decennio fa come funzionava? Negli anni sessanta e settanta, la televisione era già entrata in forze in un gran numero di case e famiglie del “bel paese”, che stava vivendo un momento di particolare prosperità economica; era il tempo di “Carosello”: 10 minuti di brevi scenette pubblicitarie appena dopo il telegiornale della sera. Si trattava senz’altro di un segno di grande modernità, tuttavia nei nostri borghi la vita ed il progresso procedevano a ritmo sensibilmente più lento, e il compito di veicolare messaggi ed annunci veniva affidato anche ed ancora a mezzi che oggi potrebbero far sorridere.
Vi era una figura, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, che rispondeva proprio all’esigenza di comunicare notizie, annunci, opportunità offerte alla popolazione: si trattava del banditore, un uomo maturo, dalla voce chiara e forte, che girava per le vie del paese e, dietro compenso, ci diceva che quel giorno sarebbe mancata l’acqua, che in una determinata masseria si vendeva carne “ a basso macello” (con prezzi sensibilmente inferiori a quelli ordinari di mercato), che da Pepp’nella la pescivendola quella mattina, gli alici erano particolarmente freschi e a buon prezzo, che presso tale casa era esposta una “frasca” (insegna per una mescita di vino estemporanea) ...e così via. A fine estate del ’73, in occasione dell’ultima epidemia di colera, il nostro ebbe particolarmente da fare, perché il comune e le autorità sanitarie lo incaricarono di diffondere e ripetere tra la popolazione le più elementari norme igieniche, in modo da prevenire il contagio.
Si chiamava Luigi e veniva da Riardo, forse a causa di questo suo mestiere la feroce ironia della nostra gente gli affibbiò un curioso nomignolo: Cuccù. Non usava la classica trombetta per farsi ascoltare, ma faceva precedere ogni bando con un forte “Attenzione”, seguito dal testo. Un brav’uomo, che cercava di sbarcare il lunario grazie a un mestiere destinato a scomparire di li a poco: forse lui stesso ne era consapevole. Gli ultimi “bandi”, credo che fossero stati gridati per strada all’inizio degli anni ottanta, una pubblicità rurale che vale la pena di ricordare con nostalgia.
Come al solito vi era poi chi con il suo comportamento singolare coloriva il paese, anche in relazione all’argomento di cui scribacchio: si racconta che un tale zì ‘Ntonio, notorio buontempone, un giorno rincasava dal lavoro a ora di pranzo, giunto che fu a casa, evidentemente affamato, chiamò la moglie, ma costei non rispondeva, perché era uscita per commissioni; la delusione si accrebbe quando entrato notò che la tavola non era stata ancora imbandita, allora senza stare li a pensarci più di tanto cercò il banditore e, trovatolo, gli chiese di bandire che “zi ‘Ntonio ha persa a muglière, pe chi ‘a trova, na bella mazzetta”, in sostanza una mancia competente per colui che avesse ritrovato e riaccompagnato a casa la consorte smarrita. La cosa fece scalpore e suscitò l’ira della donna, che si sentì ferocemente derisa, insieme a diffusa ilarità: si sa che la mia gente, un tempo, era serena e quello che era successo bastava ed avanzava, per una sonora risata.

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