Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

giovedì 15 settembre 2016

EDIFICIO SCOLASTICO DI VIA MARCONI. CHE FARE?

Primo giorno di scuola, che bello!... Oggi, per i ragazzi del mio paese, una novità rilevante, è iniziata la scuola in un luogo diverso e più moderno. L’edificio di via Marconi che, per oltre un sessantennio ha ospitato generazioni e generazioni di piccoli pietramelaresi, sta per essere definitivamente soppiantato nelle attuali funzioni da quello nuovo, sorto in Via San Giovanni. Il sottoscritto blogger non è di quelli che rifiutano per sistema ogni cosa, ancorché buona, provenga dalla “altra parte”, e pertanto ritiene che si debba esser contenti di questa novità, l’edificio è progettato e costruito bene e può senz’altro sostituire in maniera degna quello di Via Marconi. Sbaglia chi fugge in avanti e affida alla stampa mancanza di certificazioni, autorizzazioni, contratto ENEL non stipulato, suppellettili vecchie,ecc… c’è poco da dire: l’opera è un fatto.
Piuttosto ci si deve interrogare su quale/i destinazione/i conferire al vecchio immobile di Via Marconi, costruito nell’immediato dopoguerra. Dibattere su tale argomento significa “fare politica”, nel senso più autentico, significa arricchire la capacità di giudizio di chi, alla fine, dovrà prendere una decisione in merito. Quali, allora, le alternative sul tappeto? Una prima ipotesi, la più semplice, consiste nel lasciare l’immobile così com’è, per porlo sul mercato; chi ha una minima familiarità con l’estimo, tuttavia capisce che difficilmente il prezzo spuntato possa superare le poche centinaia di migliaia di euro: manca qualsiasi pregio architettonico, le tecnologie costruttive sono sorpassate, in più rappresenta un problema statico l’aggiunta del terzo piano, avvenuta negli anni sessanta; scegliendo tale prima opzione sarebbe pertanto molto limitato il vantaggio economico per l’Ente.
Altrimenti si può considerare la rinfunzionalizzazione per destinare l’immobile ad altri impieghi pubblici: sedi di associazioni, luogo per eventi, spostamento della stazione dei Carabinieri. La spesa sarebbe però onerosa per gli adeguamenti sismici, che comunque non scongiurerebbero il pericolo, per il rifacimento dell’impiantistica adeguandola alle vigenti norme, per la diversa disposizione degli ambienti rispetto alle attuali aule.
Ritengo, al proposito, che il vero e solo pregio di questo vecchio edificio (così com’è) consista nel luogo dove sorge, e che è venuto il momento di pensare “in grande”. Il centro storico di Pietramelara, dove si trova l’immobile, è agonizzante e la sua malattia grave richiede una vera e propria terapia radicale, una rivoluzione urbanistica nel senso più ampio della parola. Ciò premesso, la terza ipotesi da formulare è proprio questa: fare dell’intera area, da largo De Gasperi al Pomaro, un’occasione di rinascita del centro storico di Pietramelara. Agli studiosi del comparto il compito di individuare la via da percorrere, la tecnica e le soluzioni da adottare; ma l’occasione è storica ed irripetibile, pensateci, miei quatto lettori, e ci pensino anche e soprattutto gli amministratori attuali e quelli del futuro. Si tratta di circa 4.500 mq in pieno centro, da destinare a parcheggi, a spazi di socializzazione,e in cui ridare dignità al mercato settimanale, anch’esso moribondo, prossimo alla fine; verrebbero a cadere anche le ragioni di chi, invocando “mancanza delle vie di fuga”, ne ha determinato lo spostamento e il conseguente, progressivo, semiabbandono. La rivitalizzazione che ne conseguirebbe sarebbe senz’altro forte, e l’economia locale ne trarrebbe beneficio.
È una provocazione in piena regola, la mia, alla quale la prima risposta piccata che mi aspetto è la seguente: si tratta di un’idea faraonica, i costi sarebbero ingenti e non sostenibili per la comunità! A costoro rispondo che solo chi osa vince, che le risorse ci sono se le si sa individuare ed ottenere, che fare l’amministratore solo per trattare l’ordinario è meschino, che Pietramelara merita di più.

1 commento:

  1. Ecco qualche idea per usufruire ancora della vecchia scuola elementare. La prima: si potrebbe lasciare la struttura nelle condizioni originarie per venderla. La seconda: farci sorgere un liceo o una scuola professionale che a Pietramelara non c'è. La terza: destinare l'immobile agli impieghi comunali o agli uffici pubblici (nuova sede del Municipio, museo, auditorium, stazione dei Carabinieri ecc.). I progetti per rivalutare e riutilizzare la struttura dunque non mancherebbero, ma in tutti i casi precedentemente descritti bisognerà studiare bene gli adempimenti burocratici, le norme di sicurezza dello stabile, gli eventuali acquirenti e valutare soprattutto i costi

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