Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

sabato 27 settembre 2014

SAGRA: PRIMUM PHILOSOPHARE DEINDE EDERE

La Sagra al Borgo, per le peculiarità insite nell’evento e per l’importanza ai fini della valorizzazione e lo sviluppo del territorio, rappresenta un momento clou dell’estate pietramelarese, e pertanto merita sicuramente attenzione ed approfondimento.
“PRIMUM EDERE DEINDE PHILOSOPHARE” (prima mangiare e poi pensare, ndr) sentenziavano i nostri progenitori latini, ma sono convinto che, al contrario, qui si debba prima di tutto “filosofare”, ed allora.. quale la filosofia su cui basare i menù da proporre ai numerosissimi avventori attesi?
Essa è molto semplice, se non addirittura ovvia: focalizza l’attenzione sulla riscoperta e riproposta dei piatti della tradizione contadina sette - ottocentesca, tradizione che è andata sempre più affievolendosi con le migliorate condizioni economiche generali, ma anche grazie all’avvento ed alla diffusione di nuovi modelli alimentari “di importazione”, proposti dai mass-media. La cucina dei nostri nonni, povera, ma allo stesso tempo ricca per fantasia e sensazioni indotte, non ricalca in tutto e per tutto la tanto celebrata “alimentazione mediterranea”, per vari motivi: in primo luogo per il clima, a volte rigido e freddo, mancano, perciò, preparazioni a base di pesce fresco, è forte, invece, la presenza di piatti basati sulle carni suine, molto di più che nel napoletano e dintorni; non va dimenticato, a tal proposito, che ci troviamo nella zona di origine della nobile razza suina “casertana”, sempre più alla moda fra allevatori, ristoratori e consumatori. A causa di quel freddo pungente nelle giornate d’inverno e della forte calura nelle lunghe giornate estive, dalle nostre parti l’alimentazione assumeva in passato connotati di spiccata stagionalità: la pasta, le carni, i salumi durante l’inverno, accompagnati da generosi rossi, insalate di pomodoro, cetrioli e fagiolini per l’estate con qualche bicchiere di un frizzante e leggero bianco.
Ciò premesso, la nostra Sagra non può fare a meno di presentare e proporre ai suoi ospiti “cavati” al sugo, pasta semplice a base di acqua e farina, fatta in casa e condita con ragù consumato per ore nel tegame di terracotta, “carna saucicciara”, polpa di maiale tagliata a tocchetti e conciata come per il ripieno delle salsicce, con l’aggiunta di sale, peperoncino e finocchietto selvatico, non possono mancare, inoltre, spezzatini di bufala, in bianco ed al pomodoro, e la mozzarella, in ossequio al comparto dell’allevamento bufalino, robusta realtà economica del territorio, interessante ed in espansione.
Visitando la nostra sagra mai a nessuno dovranno essere proposti wurstel, hot dogs, birra ed altre assurdità del genere, come se ne vedono in giro in abbondanza, perché la manifestazione deve essere e funzionare prima di tutto come volano di sviluppo per l’intero territorio e valorizzare le risorse ambientali, monumentali e agroalimentari insite in esso.
Una filosofia molto “slow food” – allora – in linea con le più attuali linee di tendenza della moderna enogastronomia.

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