Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

venerdì 1 marzo 2024

UN RESTAURO E I SUOI PROTAGONISTI

 

Non si sa ancora, dopo più di un anno, se, come e quando riaprirà la nostra Chiesa di San Rocco, maggiore edificio di culto del nostro paese, descritta tempo fa tra le pagine di questo blog scribacchiato (https://scribacchiandoperme.blogspot.com/2018/02/la-chiesa-di-san-rocco.html); ritengo inutile ricercare le responsabilità di tale situazione, tra le istituzioni ecclesiastiche e/o tra quelle civili; oggi invece vi voglio parlare di come si affrontavano i problemi nel passato recente, a proposito della rimozione e restauro della croce sommitale della chiesa di San Rocco, appunto.
Un restauro resosi necessario per le ingiurie del tempo, quello operato alla croce nel ormai lontano 2006, ne parlai in un pezzo pubblicato su “Il Corriere di Caserta”, nel dicembre del 2006. Questo l’esordio dell’articolo: “La grande croce metallica che sovrasta la Chiesa di San Rocco ha dimensioni veramente notevoli, 3 metri di altezza per 2 di apertura, anche se –forse- guardandola dalla piazza non ci si fa troppo caso. Realizzata in ferro nei primi anni del XX secolo, ha una struttura con cellule illuminate da lampade elettriche. Nel corso di un recente sopralluogo, operato nello scorso autunno, l’ardito tecnico che si avventurò a varie decine di metri di altezza sul punto sommitale della facciata, poté notare che l’opera era in uno stato di deterioramento avanzato, che la ruggine l’aveva aggredita in vari punti e che nelle cellule che ospitano le lampade si erano insediati nidi di vespe ed altri insetti”.
foto n. 2
Don Roberto, allora parroco anche in quella Chiesa, non era il tipo che rimanda la soluzione dei problemi! ... si mise immediatamente al lavoro ed in breve tempo individuò due artigiani locali, Giulio Tabacchino e Salvatore Mormile, con la fattiva collaborazione di Antonio Corsaro (insieme in foto 2) e ci aveva visto giusto… costoro in un breve lasso di tempo furono in grado di poter riportare la grande croce, simbolo della nostra religione, al primitivo splendore: essa, infatti, fu rimossa dalla facciata con una potente gru (nella foto di copertina), inoltre fu ripulita, ed allo scopo, poi, di proteggerla nel tempo dalle intemperie, sottoposta a zincatura. A lavoro di restauro terminato fu possibile ammirare l’opera “da vicino”, adagiata sul basolato di piazza San Rocco, i numerosi fedeli o semplici curiosi, erano fortemente meravigliati di quanto grande fosse l’opera, che osservata dalla base dello scalone non sembra affatto tale.

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