Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

venerdì 2 febbraio 2024

SO' F'NUTI KIGLI TIEMPI

 

Nel mio paese “antico ed estinto” i personaggi dai caratteri singolari non sono mai mancati, da sempre. Le pagine di questo blog scribacchiato ne hanno descritto a più riprese i caratteri, e adesso vi voglio parlare di un uomo che ci lasciò circa un ventennio fa.
Carmelindo M., si spense improvvisamente nel dicembre del 2006, privando il paese di un personaggio particolare, polemico e irriverente, ma senz’altro simpatico a tutti, per quel suo modo vociante di manifestare il suo dissenso netto di fronte a fatti, situazioni e personaggi locali. Immigrato in Svizzera da giovane, negli anni ’50, e qui sposato con una donna del luogo, aveva fatto ritorno in paese dopo una trentina d’anni. Si professava marxista e non credente, e nella sua giornata un appuntamento fisso era quello del prendere il suo giornale, “L’Unità”, la mattina presto in piazza: lo si sentiva da lontano arrivare con l’immancabile bicicletta, cantando a gran voce, e Rocco il giornalaio, personaggio altrettanto mitico, si affrettava a portargli il quotidiano fuori, per evitare eventuali alterchi con altri avventori, proprio all’interno dell’edicola. Il suo tormentone, il suo mantra era diventato: “Sò f’nuti  kigli tiempi!” (letteralmente: sono tramontati quei tempi, il passato non ritorna! ndr), quasi ad esprimere un’irriverente insofferenza nei confronti di quella società da cui, in gioventù, si era dovuto e voluto allontanare. Era soddisfatto che quella stratificazione sociale era stata ormai superata, e odiava (o quantomeno diceva di odiare) i preti e tutti coloro che un tempo gestivano il potere; andava anche dicendo che organizzazioni internazionali, tra cui la C.I.A., il controspionaggio americano, lo seguivano e pedinavano, convinte della sua pericolosità rivoluzionaria. Tuttavia era profondamente legato alla sua Italia, e si vantava di aver rifiutato la cittadinanza svizzera che gli era stata offerta da quel paese che lo aveva accolto in gioventù e, ogni anno, con composta fierezza, partecipava alla cerimonia del 4 novembre.
Ricordo bene il suo funerale assolutamente laico, anche se poi il grande Don Roberto, senza paramenti sacri volle assistere alla sepoltura e recitare una silenziosa preghiera per quell’uomo che, più di una volta aveva polemizzato ed inveito anche contro di lui.

 

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