Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

lunedì 12 febbraio 2024

ANTONIO, SCULTORE PENSIONATO


Scartabellando fra i miei archivi ritrovo un pezzo dell’ormai lontano luglio 2005, scrivevo allora per il “Corriere di Caserta”; l’obiettivo costante del mio scrivere è stato sempre quello di dare lustro a Pietramelara nei monumenti, nei paesaggi, nelle tradizioni e negli uomini: in tale spirito, profittando di una sua breve sosta in paese, intervistai Antonio Laurenza (vedi foto di copertina), scultore allora già affermato.
Una tecnica originale, la predisposizione conferitagli dalla natura, un vissuto articolato trascorso fra Italia, Svizzera e Portogallo: queste le caratteristiche di un singolare artista che ritorna spesso e volentieri a Pietramelara, per ritrovare la madre e gli altri affetti di famiglia, ma anche e soprattutto per dare ulteriore linfa vitale alla propria ispirazione ed estro. Oggi Antonio ha qualche anno in più, e non pratica più la nobile arte del modellare; Pietramelara è comunque orgogliosa di annoverarlo fra i propri figli che gli hanno dato lustro, anche oltre i confini nazionali. Dall’intervista emerse una personalità orgogliosa, ma allo stesso tempo desiderosa e disponibile nell’ esprimere i concetti che sono alla base della propria arte. Donò a Pietramelara un piccolo crocifisso posto attualmente sull’altare maggiore del nostro cimitero. 
Da quanto tempo ti sei dedicato alla scultura, e la consideri una professione? 
“Dalla più tenera età ho modellato la materia, si pensi che, con i fili di ferro arrugginito, da bambino confezionavo le statuine per il presepe; non considero questo mio modo di esprimermi una professione, mi diverte molto farlo e perciò, adesso che ho dovuto lasciare il mio lavoro per un incidente, mi dedico a tempo pieno alla scultura”
Qual è la tua tecnica, e quali materiali impieghi? 
“Per modellare impiego l’acciaio al Nichel, che sciolgo con una saldatrice ad Argon, tecnica che ho appreso perché lavoravo come saldatore per conto di una ditta specializzata in costruzione e manutenzione di centrali nucleari; il metallo così trattato assume una consistenza liquida ed io posso modellarlo a mio piacimento”
Hai mai pensato di studiare arte e quali sono state le tappe più importanti della tua carriera? 
“Sono un autodidatta, non ho mai intrapreso gli studi artistici. Considero come mio debutto la mostra che allestii nel ’82 presso il Museo Cantonale di Aarau, dopo di essa ne ho fatte tante altre, ma quella che considero più importante è quella del ’93 allestita presso la Galleria “6” di Aarau; le mie opere sono presenti in Belgio, Germania e, soprattutto, in Svizzera; in Italia vi sono solo le opere che ho donato ai miei familiari. Ultimamente ho cominciato a conferire alla scultura una nota di impegno sociale e politico, infatti nei miei lavori più recenti si intrecciano i temi dell’emigrazione, dell’ambientalismo e così via”
Conti di ritornare in Italia? 
“Ci sto pensando, vorrei stabilirmi in Toscana, antica terra pregna di arte e cultura, penso che in quel contesto potrei al meglio estrinsecare le mie doti”.
Come dicevo sopra Antonio oggi non scolpisce più, sentito da me, mi ha comunicato che le difficoltà per tenere un atelier, per un artista operante fra tre nazioni, sono molteplici, e poi si considera adesso un tranquillo pensionato

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