Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

venerdì 7 luglio 2023

SAGRE. PUNTI DA RICONSIDERARE

 


Sono reduce da due uscite serali: la prima domenica sera, a Pontelatone per “Wine Festival”, la seconda ieri sera a Pignataro Maggiore, per gli “Antichi Sapori”; motivi analoghi per le due uscite, quindi …andar per sagre. Devo dire che la cosa mi piace e lo considero un modo per trascorrere le sere estive che altrimenti mi vedrebbero ridotto nella piazza del paese o, addirittura a casa. Inoltre, a scanso di equivoci nutro sincera ammirazione e rispetto per l’ampio volontariato che si dedica a tal genere di eventi, lo si fa nella generalità dei casi per spirito di aggregazione, per amore verso il proprio paese di origine, senza alcuna aspettativa di lucro. Nel caso della Sagra degli Antichi Sapori, che si tiene in questi giorni a Pignataro, inoltre va sottolineata la nobiltà dell’intento dell’evento, il cui ricavato contribuirà a un progetto di cooperazione per un paese in via di sviluppo quale il Burundi, denominato “Acqua fonte di vita”, curato dall’AMU, una ONG costituita nel 1986 che opera in America Latina, Africa, Asia, Oceania, Europa dell’Est e Italia con interventi di cooperazione che riguardano diversi settori.
Detto questo veniamo alle critiche, che pure ci stanno! In un mio precedente pezzo su questo blog scribacchiato (http://scribacchiandoperme.blogspot.com/2022/10/sagra-della-castagna-analisi-e-paragoni.html) ebbi a considerare “cosa è, o meglio, cosa dovrebbe essere una sagra? (…) la sagra dovrebbe servire a far conoscere meglio i luoghi, le tipicità agroalimentari, le tradizioni della comunità che la organizza”. Orbene, in ambedue gli eventi a cui ho partecipato tali caratteristiche si notavano solo in modo molto attenuato. A Pontelatone, ad esempio, non vi è stata alcuna attenzione alla cultura locale: domenica sera si esibiva un gruppo che proponeva musica e canzoni rigorosamente in inglese, con ritmi e sonorità ben lontani dalla ruralità che dovrebbe caratterizzare una sagra che si tiene in zone rurali, e nella quale si cercano di valorizzare prodotti della terra. Il vino veniva proposto in modo idoneo, ma per quanto attiene la gastronomia proposta le tipicità erano del tutto assenti.
A Pignataro, invece, tra gli “antichi sapori” trovavamo che, accanto al “Guanto Caleno”, (giustamente inserito nella locandina, rappresentando un must dell’enogastronomia di quei luoghi), qualcuno ha avuto la brillante idea di proporre gli arrosticini, tipici dell’Abruzzo e (udite, udite) la “paella”, specialità originaria della Comunità Valenzana e successivamente diffusa in tutta la Spagna.
Ritengo allora che coloro che organizzano tali tipi di eventi debbano considerare meglio le progettazioni, altrimenti si corre il rischio di trasformare encomiabili eventi di promozione e valorizzazione locale in anonimi mercatini. E… stiamo attenti: tale rischio è più vicino a noi di quanto comunemente si pensi!

Nessun commento:

Posta un commento