Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

lunedì 15 maggio 2023

STORIA DI GUERRA E SOLIDARIETA'

 

Durante la Seconda guerra mondiale, proprio come oggi gli ucraini, gli italiani scappavano dai bombardamenti. Con le bombe la guerra entrò anche nelle città, toccò e ferì spazi e tempi non militari, costrinse a vivere quotidianamente con le sirene degli allarmi, col rombo della contraerea e le esplosioni degli ordigni, con la paura e l’angoscia, e ad adottare strategie per sopravvivere. Lo sfollamento fu una di queste. Fin dal giugno ‘40, infatti, ma soprattutto dall’autunno ’42, milioni di italiani si allontanarono dalle città bombardate per cercare un rifugio più sicuro.
Ed è proprio una storia di sfollati quella che vi voglio raccontare. Correva l’anno 1942, la città di Napoli, soprattutto per la presenza del porto, era sottoposta a bombardamenti continui e dalle conseguenze drammatiche. La famiglia Dell’Aquila, che abitava ai Ponti Rossi, quartiere nord di Napoli, si vide costretta a lasciare la città. La signora Antonietta, all’epoca adolescente, insieme ai genitori Ciccillo e Peppenella, partì, dietro suggerimento di una conoscente, alla volta di Pietramelara con la corriera che, nonostante gli eventi bellici, continuava a fare servizio. Giunti in paese, affardellati di valigie e suppellettili che erano riusciti a portare con sé (come nella foto di copertina), scesero dalla corriera e, guardatosi intorno con lo smarrimento tipico di tali situazioni, cercarono un alloggio. Qualcuno si fece avanti suggerendo di provare dalle parti dell’Ariola, contrada rurale attualmente inglobata in paese, allora estrema periferia. La famiglia Colapietro, che abitava alla fine della strada, fu disposta ad affittare una stanza. Ed allora emerse quel senso di solidarietà diffuso fra la nostra gente e, messa da parte ogni diffidenza, ospiti ed ospitanti si integrarono a tal punto da costituire ancor’ oggi un ricordo fisso e persistente nella non più giovane Antonietta, affettuosamente ribattezzata Tettella dai Colapietro.  Le famiglie ormai fuse nel momento di sventura, pranzavano insieme, Tettella veniva rassicurata quando si spaventava per il sorvolo dei bombardieri, essa stessa partecipava alla vita di campagna.
Dopo ben ottanta anni la voglia di Tettella di ritrovare quei luoghi, quella famiglia che l’aveva accolta insieme ai propri cari, la nostalgia per momenti sereni vissuti nonostante la guerra, era divenuta un chiodo fisso, ed oggi, ormai novantenne, continuava a parlarne con le tre figlie, che le promettevano di farla ritornare a Pietramelara, nel tentativo di riuscirci. Un evento fortuito permise a una di loro di stabilire un contatto con il carissimo Antimo De Cesare: detto fatto… in coincidenza con la Festa della Mamma condussero Tettella domenica scorsa in paese. Antimo mi contattò per la mia conoscenza delle parentele e delle ascendenze, tuttavia la ricerca, data la vaghezza delle informazioni, attenuate da ricordi troppo lontani nel tempo, si presentava ardua.
Avevo intuito che la località era dalle parti dell’Ariola, ma come discernere fra le tante abituazioni rurali presenti in quel luogo? La scintilla scoccò quando Tettella nominò una certa Mariannina, che si sposò nel periodo dello sfollamento! Ricollegai quel nome alla defunta mamma di Gianni Ionata: le emozioni cominciarono da quel momento a montare, fino a farsi tangibili quando si avvicinò Vincenzo, discendente di quei Colapietro che tanto umanamente avevano accolto quella famiglia in forte difficoltà. Dai ricordi di costui, che coincidevano con quelli di Tettella nei nomi e nelle situazioni, emerse che la famiglia era quella… l’operazione memoria era ormai fatto compiuto!

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