Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

mercoledì 14 dicembre 2022

UNA FOTO IMPIETOSA MA FEDELE

 

E’ ormai fisso l’appuntamento di fine anno con le classifiche che stabiliscono qual è il livello di qualità della vita nella varie province d’Italia. 
La 33esima edizione dell’indagine del Sole 24 Ore, pubblicata il 12 dicembre, rivela che la provincia in cui si vive meglio è il capoluogo emiliano, davanti a Bolzano e Firenze. Bologna risulta la provincia italiana in cui si vive meglio: il capoluogo emiliano torna in vetta alla classifica generale dell’indagine che viene pubblicata ogni anno, dal 1990. Si tratta della quinta medaglia d’oro dopo quelle conquistate nel 2000, 2004, 2011 e 2020. Ma…veniamo a noi. Com’è messa la nostra provincia? ... e la nostra regione?
La risposta è tutt’altro che confortante, per quanto attiene Caserta essa continua a posizionarsi nelle parti di “fondo classifica”, guadagnando rispetto al 2021 un misero posto, dal 100simo a 99simo. Napoli al confronto perde ben otto posizioni, Avellino e Benevento fanno meglio ma comunque rimangono nelle zone basse, rispettivamente al 84simo posto guadagnando 9 posizioni, e al 82simo posto guadagnando 4 posizioni.
Sono numeri, dirà qualcuno, tuttavia i numeri nella loro freddezza lasciano pensare! Mi piace (per auto consolarmi) riportare il parere di Erri de Luca, copiato par pari dalla pagina FB “Terroni di Pino Aprile”. Il noto scrittore dice cose condivisibili: “Ignoro i criteri di valutazione ma dubito che siano adeguati allo scopo. C’è qualità di vita in una città che vive anche di notte, con bar, negozi, locali aperti e frequentati, a differenza di molte città che alle nove di sera sono deserte senza coprifuoco. Considero qualità della vita poter mangiare ovunque cose squisite e semplici a prezzi bassi, che altrove sarebbero irreali. Considero qualità della vita il mare che si aggira nella stanza del golfo tra Capri, Sorrento e Posillipo. Considero qualità della vita il vento che spazza il golfo dai quattro punti cardinali e fa l’aria leggera. Considero qualità della vita l’eccellenza del caffè napoletano e della pizza. Considero qualità di vita la cortesia e il sorriso entrando in un negozio, la musica per strada. Considero qualità della vita la storia che affiora dappertutto. Considero qualità della vita la geografia che consola a prima vista, e considero qualità della vita l’ironia diffusa che permette di accogliere queste graduatorie con un ‘Ma faciteme ‘o piacere'. Per consiglio, nelle prossime statistiche eliminate Napoli, è troppo fuori scala, esagerata, per poterla misurare.” Ma, per quanto autorevole, non penso che basti: è vero che noi meridionali abbiamo una serie di tesori materiali e immateriali, molte volte abbandonati al degrado e al vandalismo, ma ciò che manca è l’orgoglio.  Cari miei quattro lettori, se non rialziamo la schiena, e penso che siamo ancora in tempo, tra qualche decennio il popolo meridionale sarà addirittura estinto! Giovani che devono per forza emigrare appena conclusi gli studi, laureati costretti dalla sorte ad accettare un posto da netturbino, natalità della Campania inferiore a quella di Bolzano, sono segnali forti di un declino che si fa sempre più avvertibile e, purtroppo, le classifiche, come quella del Sole 24 ore, non sono che la foto impietosa ma fedele di tale stato di cose.

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