Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

lunedì 27 agosto 2018

SAGRA 2018.CONSIDERAZIONI A MARGINE

E vabbè… è passata anche questa! Ieri sera (stanotte) si è conclusa la 46sima edizione della Sagra al Borgo, nella nostra Pietramelara. Per fortuna è andato tutto per il verso giusto: condizioni meteo, musica, gradimento degli avventori ben oltre le aspettative.
Certo che, a voler tener conto delle previsioni c’era poco da stare allegri: nuvoloni per gran parte della giornata con probabilità elevatissima di piogge e temporali. Lavorare alla preparazione dell’evento con tale “spada di damocle” sulla testa non è ne semplice ne defatigante e, si sa, le cose da fare sono tante e complesse. Il lieve malore del presidente Francesco Tabacchino, poche ore prima del debutto ne è il segno più tangibile.
L’intrattenimento musicale, seguendo una linea tracciata dalla sapiente direzione artistica Gino Lauro/Adele Bassi è stato vario, e non si è staticamente fossilizzato come in passato sulla musica popolare, che però non è mancata: abbiamo anche ascoltato volentieri e ballato su blues, folk, cantautori; tale offerta musicale diversificata ha coinvolto attivamente i nostri ospiti maggiormente che in passato.
Anche l’offerta enogastromonica si è sensibilmente evoluta, forse venendo incontro ad una domanda latente e non espressa di maggiore fantasia: prova ne sia il fatto che la braciola di maiale servita nella cucina “La vecchia cappella”, sotto la guida sapiente di Elio Barriciello, è andata letteralmente a ruba in entrambe le serate. Non per questo il must della sagra “la carna saucicciara” ha perso smalto: nella cucina “muro scassato”, coordinata da Peppe Izzo, non ne è avanzato un solo pezzettino! I primi piatti, poi, quelli che per propria natura e per volere degli organizzatori hanno bisogno di una preparazione che parta da lontano (almeno due tre giorni) hanno in pieno premiato Pasquale Lombardo e i suoi collaboratori.
La partecipazione è stata fortissima, in entrambe le serate, da una prudenziale stima direi che si è superato ampiamente il numero 5.000 ospiti. Divertentissimo l’epilogo della Sagra, in piazzetta “'ncoppa a corte”, dove gli ultimi ospiti, i più nottambuli hanno ballato, cantato e riso di gusto appena dopo il concerto di “Radici Popolari”, il gruppo in cui si esibisce fra la l’altro la nostra concittadina Adele Bassi, figlia del compianto Gabbì, tra i primi a credere nella valenza della Sagra, per lo sviluppo locale e la salvaguardia del Borgo.
Quali le considerazioni al riguardo? Beh, miei cari “quattro lettori”, il vostro blogger scribacchiante ha potuto notare quanto le innovazioni di cui sopra premino gli organizzatori, sia per le presenze che per gli incassi, che andranno a rifocillare le asfittiche risorse della Pro Loco Pietramelara che, lo ricordiamo, finanzia i propri eventi quasi esclusivamente grazie ai proventi della Sagra e agli sponsor.
Il gradimento è stato elevato, tuttavia si sono notate defezioni da parte dei nostri concittadini, gli ospiti graditissimi erano in gran parte provenienti dalle città di Napoli ed il suo hinterland, da Caserta e provincia. Saremo felici di qualche commento autenticamente pietramelarese a questo pezzo, possibilmente non polemico che ce ne fornisse i motivi in modo da poter, se possibile, correggere il tiro e rivedere sul borgo l’anno venturo i volti familiari e carissimi che ogni giorno incontriamo per strada.
Devo infine fare un “mea culpa”, il previsto “percorso del gusto”, degustazioni guidate da esperti di tipicità locali quali olio e.v.o., formaggi e vini, proposto e propugnato da me, non si è tenuto, a motivo di un assoluta mancanza di persone interessate alla cosa. Era una pretesa così ambiziosa coinvolgere un gruppo di nostro ospiti in tali attività? Chissà... forse l’interesse alle pietanze offerte e all’ intrattenimento ha in qualche modo impedito il successo di tale innovazione, o si tratta di qualcosa fuori posto in un evento come la Sagra, ove l’aspetto ludico ha predominanza su tutti gli altri, compreso quello culturale? I tempi non sono maturi per tali cose, devo riconoscerlo ma… “mai dire mai”, forse in futuro si riproverà e ci sarà un successo più incoraggiante.

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