Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

martedì 3 ottobre 2017

LA TORRE E LA LUNA

Nel tardo pomeriggio di un giorno d’ inizio ottobre la torre alzò un poco la testa e vide la luna: la luce del giorno era ancora chiara e la luna nel cielo ancora azzurro aveva in volto quel colorito grigio pallido, tipico di queste situazioni, quando il sole a occidente non è ancora del tutto tramontato, e chiunque dal basso,osservando l’alto colle che sovrasta Roccaromana, le poteva scorgere tutte e due, così vicine. E sì… dovette alzare la testa la povera torre, perché per quanto alta potesse essere, era pur sempre opera dell’uomo, mentre la luna era stata creata da qualcuno “un po’ più importante”, e posta in quel punto del cielo.
Incominciarono a chiacchierare così alla buona, come due vecchie vicine di casa al balcone: “Sono qui da mille anni e più – cominciò la torre – e sapessi quante ne ho viste! Fui tirata su per ordine di un certo capo normanno di cui non ricordo il nome; in origine ero a pianta quadrata, come la mia sorella di Pietramelara, che mi sta dirimpetto, ma poi, qualche secolo dopo, in età svevo-angioina fui resa a pianta circolare, fu come aggiungermi addosso un vestito sull’altro, ma la cosa non ha generato in me alcun fastidio; ai miei piedi doveva esistere, ma se ne è persa la memoria, un piccolo borgo di boscaioli e carbonai, ma gli stenti e la solitudine hanno determinato il suo abbandono prima e la sua cancellazione poi”. “Guarda che ti passo sulla testa almeno una volta al giorno, da sempre, quindi conosco tutta la tua storia- rispose la luna- ma il tuo modo di raccontarti mi piace e mi incuriosisce, perciò continua…”.
“Mah, che ti posso dire- riprese la torre- come il piccolo borgo che dominavo, anch’fui abbandonata in tempi molto antichi e quell’abbandono è poi degenerato in rovina, ma la famiglia di un eremita che curava questa cappellina, qui accanto,mi ha tenuto compagnia fino all’ultima guerra, c’erano bambini, galline, qualche capra e si respirava, nella miseria, aria di vita serena e gioiosa; purtroppo si allontanarono in seguito ad un bombardamento che distrusse quasi del tutto la cappellina e provocò danni e ferite anche a me! Da allora ho dormito sempre più sola e la solitudine non faceva altro che aggravare il mio stato: il bosco, riprendendosi ciò che da sempre era stato suo, mi aveva ormai del tutto avvinghiata nelle sue spire e le radici avevano finito per intrufolarsi in ogni muro e parete”. La luna si rabbuiò in volto all’udire un racconto tanto drammatico, ma la torre la rassicurò “…non ti crucciare, come vedi da qualche anno a questa parte una nuova sensibilità ha caratterizzato Roccaromana e chi l’ha amministrata, e ciò ha permesso di restituirmi dignità, se non splendore antico; si comincia già a vedere qualche visitatore nelle aperture domenicali e spero che con il tempo siano sempre di più i turisti e i curiosi interessati a me”.
La notte era ormai calata sulle due e la Luna salutò la sua amica per riprendere la sua orbita, dandole appuntamento alla sera dopo. (le ho viste ieri stasera, sul tardi, in una delle mie passeggiate in campagna, ndr)

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