Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

sabato 7 febbraio 2015

RIECCOMI

Ritornare a scrivere (o scribacchiare come vuole il titolo del blog), miei cari quattro lettori, dopo due mesi di “silenzio stampa” non è stato facile e tantomeno mi ha riempito di entusiasmo. Quali i motivi di un silenzio mai durato tanto a lungo?... nessuno e tutti. Chi scribacchia per se e per gli altri, e lo fa senza altro scopo oltre il piacere stesso di farlo, vuole scrivere sempre cose sensate, capaci di destare interesse e condivisione ma, in tutto questo lasso di tempo niente è stato in grado di stimolare il mio estro, le mie emozioni. In altre parole, lo confesso, non ho scritto nulla perché non avevo nulla da scrivere ne su me stesso, ne sulla terra che continuo ad abitare, ne sulla “pietramelaresità”. Certo… avrei potuto “cavalcare la tigre” del malcontento diffuso nei miei concittadini continuando a lanciare strali di fuoco nei confronti di chi ci (dis)amministra ma, nonostante la mia notoria contrarietà al sistema, ritengo che il buon senso vada adoperato anche in questo ambito e che per tutto ci sia una misura, una soglia da non varcare. Tornerò a farlo appena lo riterrò opportuno.
Non è una dichiarazione di resa la mia, ne tantomeno una sorta di testamento: già in passato ho vissuto crisi del genere che, quasi sempre, sono state seguite da periodi molto intensi e penso che anche stavolta, nonostante la durata sensibilmente maggiore, dovrebbe trattarsi della stessa cosa.
Vi aggiorno su di me, se la cosa vi fa piacere, dopo un Natale quasi tutto trascorso in compagnia di una “fedele e duratura” influenza, il ritorno in ufficio ha comportato una significativa novità: distacco a Napoli, presso la Direzione Generale Politiche Agricole, Alimentari e Forestali; era stato manifestato un bisogno e il sottoscritto ha risposto “Presente!”. Come tutte le cose nuove tale distacco ha generato apprensioni: luoghi conosciuti, ma gente nuova per colleghi e superiori, metodi di lavoro e tematiche diverse e, quel che per me è peggio assenza completa di contatto con l’utenza, le aziende, gli Enti, gli uomini; il lavoro che ho condotto finora in gran parte era fatto proprio di questo: consulenza a tecnici, imprenditori, amministratori pubblici, partecipazione a convegni ed eventi vari, contatto continuo con la realtà agricola e rurale”in loco”. Ma… tant’è: mi abituerò anche a questo nuovo lavoro. Napoli è una città caotica quanto si vuole e relativamente lontana dal mio borgo natio ma tanto bella da rimanere incantati: dribblare il traffico appena sceso dal treno o lasciando l’ufficio, respirare la sua aria salsa, guardare il Golfo da una stanza al 17simo piano in parte attenuerà questo senso di ignoto che mi pervade.

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