Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

domenica 9 febbraio 2014

PICCOLE MERAVIGLIE IN UN INVERNO STRANO

… e menomale che ieri mattina sono uscito, ho approfittato di un sole che faceva capolino fra le nubi, tuta e scarpette e via: in campagna a camminare e correre. Intendiamoci… correre come può correre il vostro blogger scribacchiante, che le cinquanta primavere le ha superate da un pezzo. Stamattina invece la pioggia non da alcuna tregua e ci costringe ad una domenica casalinga, davanti al PC o alla TV; ieri era un’altra cosa, e chi sa apprezzare la poesia di un territorio ancora a misura d’uomo, avrebbe potuto avere ampia soddisfazione.
Sono partito da casa mia, ho percorso la frequentata arteria delle “pescare”, dalla quale mi sono spinto fino alle pendici del Monte Maggiore, località “quattu cupuni”. Qui è venuto il bello: la mattina “a sole alternato” seguiva una nottata con piogge continue ed intense, le vigne e gli oliveti la cui terra era già satura di acqua, mostravano qua e la affioramenti frequenti nei quali il sole si specchiava e poi si nascondeva, come usa fare una donna in vena di preziosità. Ai lati della strada, poi, la rete di fossi, disegnata nel corso dei secoli da una mano sapiente, dava il meglio di sé e dappertutto si vedevano e, soprattutto, si udivano piccoli salti d’acque e minuscole cascatelle; lo scorrere dell’acqua produceva quel suono armonioso e gaio che ognuno di noi apprezza in prossimità di una fontana, e l’armonia era continua perché il suono accompagnava il cammino, dove più forte e dove meno, per l’intera sua lunghezza. Dai quattu cupuni ai Mancini è stato tutto un susseguirsi di queste piccole/grandi meraviglie, offerte dalla Natura con generosità.
Oggi invece no: solo pioggia e vento freddo, scrosciate di acqua alternate a relativa calma, nel corso della quale la pioggia si riduce ma non si arresta. E’ veramente un inverno strano il nostro, niente freddo, nessuna gelata, poca neve sui monti in lontananza e situazioni, come quella appena descritta, che si ripetono con ossessività. Guai ai meteoropatici, in queste condizioni la sofferenza è massima, e guai a coloro che soffrono a rimanere in casa per periodi prolungati; che dire allora di quelli come me che soffrono contemporaneamente di meteoropatia e “claustrofobia casalinga”?

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