Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

venerdì 20 luglio 2012

Un diritto fondamentale

Educazione, fede religiosa, formazione scolastica ci hanno imposto un sistema di regole non scritte ma rigide nella loro applicazione: responsabilità nel lavoro, attaccamento alla famiglia, legami profondi con le radici ed il luogo di nascita, rispetto delle tradizioni.
Fuori da ogni dubbio, le conseguenze che ne sono derivate sono state positive sotto più di un punto di vista: l’istaurarsi un sistema di relazioni sociali equilibrate e durature hanno accompagnato il cammino della nostra civiltà occidentale, dapprima rurale, quindi industriale ed infine, postindustriale e/o postmoderna.
In uno scenario di questo tipo, si è salvato chi ha saputo mantenere entro se stesso un equilibrio fra ciò che doveva, perché imposto dalle regole, e ciò che voleva, perché suggerito dall’istinto; per coloro ai quali, invece, la cosa non è riuscita le conseguenze sono state e sono serie: la nevrosi, patologia sempre più diffusa e presente nell’uomo moderno è il frutto, il portato proprio di questa intima mancanza di equilibrio. Nei casi più gravi subentra l’alienazione totale dal mondo, determinando quella vasta fascia di emarginazione sociale presente soprattutto nelle realtà metropolitane più importanti.
La filosofia “del pensiero debole”, cioè il modo di pensare tipico delle persone semplici e serene, ha rappresentato per molti il paracadute, la rete tesa tra il trapezista ed il suolo, ma…è quella la sola strada per salvarsi? A ragion veduta, e per l’esperienza di vita che mi son potuto fare, non penso che esistano serie e credibili alternative al compromesso che si stabilisce con se stessi; tuttavia, due cose sono da tener ben presenti: primo, ogni uomo detiene il fondamentale “diritto a vivere”, e secondo, la consapevolezza di tale diritto a volte induce anche a percorrere strade alternative a quella delle regole.
L’interpretazione della vita in chiave “positivistica”, cioè quella che concede poco o nulla alle regole, anche se può dare soddisfazione, richiede un coraggio particolare: quello di infrangere gli schemi ed intraprendere un percorso proprio,
fatto di assoluta libertà.
Quante persone al giorno d’oggi possono dire di aver avuto tale coraggio, anche solo per un breve periodo della vita?

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