Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

giovedì 2 giugno 2016

FESTA DELLA REPUBBLICA

Nei ricordi di un bambino degli anni ’60 la Festa della Repubblica si identifica soprattutto nel non aver mai mancato, insieme a mio padre, l’appuntamento televisivo con la bellissima parata sui Fori Imperiali. A parte tutti i bei discorsi sugli armamenti, sul pacifismo e bla, bla, bla… apprezzavo quel vero clima di festa, quella partecipazione di una grande folla ad un evento sentito, vissuto e condiviso: la musica delle fanfare, le uniformi, uomini e donne, giovani e bellissimi, mostravano al mondo il volto dell’Italia, una nazione e un popolo da poco riemersi da una guerra disastrosa, che aveva saputo recuperare posizioni su posizioni e da qualche anno aveva partecipato alla fondazione dell’Europa Unita.
La nascita della Repubblica Italiana avvenne a seguito dei risultati del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno1946, indetto per determinare la forma di Stato da dare all'Italia e che vide 12.717.923 (54,3%) cittadini favorevoli alla repubblica e 10.719.284 (45,7%) cittadini favorevoli alla monarchia, i cui risultati furono proclamati dalla Corte di cassazione il 10 giugno 1946, mentre il giorno successivo tutta la stampa dette ampio risalto alla notizia. I presunti brogli elettorali e altre supposte azioni "di disturbo" della consultazione popolare, pur avendo costituito un tema di rivendicazione da parte dei sostenitori della causa monarchica, non sono stati mai confermati dagli storici non di parte; d’altronde il margine della vittoria fu ampio e non risicato (2 milioni di voti), motivo per il quale difficilmente tali brogli avrebbero potuto influenzare il risultato finale della consultazione.
Il tempo è cambiato e ci ha cambiato, ed anche se stamattina non mancherò di guardare in televisione la parata (o almeno qualche pezzo di essa), guardo al 2 Giugno come una grande occasione di coesione nazionale. Dopo un certo percorso di studi e documentazione, il 2 Giugno, oggi per il vostro blogger scribacchiante, è stata una grande occasione storica, per il Sud dell’Italia, di liberarsi di una dinastia imposta con le baionette, il fuoco e la violenza su un popolo inerme. Mettere i Savoia sul trono d’Italia infatti costò la vita a milioni di uomini, donne e persino bambini, rei semplicemente di non essere d’accordo, e interi paesi in quella guerra non dichiarata furono di fatto cancellati, vedi gli episodi di Pontelandolfo e Casalduni. Ma non bastò: dopo essersi impossessati dell’intera penisola, i Savoia ressero il gioco del fascismo e, caduto questo, con il nemico alle porte, si diedero a una vergognosa fuga da quella Roma di cui si erano impossessati ottant’anni prima.
Eppure fu proprio il popolo del Sud a sostenere maggiormente la monarchia nel referendum: nello spoglio delle schede i risultati, dalle nostre parti furono ampiamente a favore della monarchia, e dopo il referendum non mancarono scontri, durante i quali si verificarono alcune vittime, come ad esempio a Napoli, in Via Medina. Strano popolo il nostro, si affeziona ai suoi capi e si fa manovrare oggi come allora da loschi figuri!

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