Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

domenica 14 luglio 2013

UNA CENA MULTIETINICA

Non è una novità per nessuno che, una volta che una casa in costruzione sia giunta al tetto, venga offerta una cena ai muratori, a coloro che con rischio, fatica e sacrificio, hanno portato a termine l’opera: si issa una bandiera tricolore e si fa festa! Si è sempre fatto, lo ricordo sin da bambino; il singolare, il nuovo è altro!
Presso il locale “Casa Matilde”, da tutti conosciuto come “Pietri a Santa Croc’”, in occasione della piccola festa che ho voluto offrire per solennizzare la copertura della piccola “casa fra gli ulivi” in via di completamento, sedevano,accanto a noialtri “autoctoni” , uomini di varie provenienze, razze, religioni ed etnie. La cosa mi ha lasciato piacevolmente sorpreso, ci pensate? … Vasily e Marcel, un rumeno e un camerunense che discutevano e scherzavano fra loro in un italiano fortemente “pietramelaresizzato”, evidentemente diventato, da tempo, il loro idioma comune. Mi sono divertito ad osservarli: quanta distanza dal nostro modo di pensare emergeva dal loro comportamento a tavola, seppure correttissimo ed educato. Chi sedeva accanto a me è arrivato ad un improbabile cocktail di birra e vino rosso, ed ha divorato insalata non condita per tutta la serata, anche quella che era servita a Pietro per abbellire i vassoi da portata. Quanto vissuto e quante difficoltà ci fossero dietro quelle stranezze è fin troppo facile immaginarlo. Altri, pietramelarese sposato con moglie rumena, raccontava con gioia ed autoironia quanto aveva dovuto faticare per comprendere le abitudini delle famiglie con le quali aveva fuso il suo destino.
Sono segni questi di quanto la nostra società, anche nelle zone rurali come le nostre, vada inesorabilmente mutando per evolversi verso un modello multietnico e multirazziale. Quali i pericoli, quali le conseguenze ipotizzabili, quali le opportunità da cogliere? … il ragionamento è articolato e sfaccettato.
Certo, mai dovremmo cedere di un passo di fronte a pericoli di perdita della nostra identità e della nostra cultura: essa è figlia di un cammino di civilizzazione iniziato ben trenta secoli or sono, ed è pertanto un bene di inestimabile valore. Tuttavia le evoluzioni sociali a cui assistiamo vanno vissute con animo sereno, non solo perché inevitabili ed imposte da un processo di globalizzazione che interessa l’intero pianeta . Hanno tanto da imparare, costoro, ma qualcosa in cambio, certamente ce lo insegneranno!

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