Il 2022 che è ormai alle porte sarà cruciale per la pandemia che ci affligge ormai da ben due anni; ne usciremo solo grazie a un senso di responsabilità diffusa, che tenda a minimizzare la negatività delle teorie no-vax. Anche se ritengo utopistico convincere certe teste di legno, sono speranzoso che la platea dei non vaccinati si assottigli sempre di più, che anche nei paesi del sud del mondo cresca l’incidenza delle vaccinazioni; è ormai chiaro infatti che le varianti del COVID hanno origine nei luoghi ove il virus può propagarsi e ricombinarsi con maggior libertà, grazie all’inconsistenza della barriera vaccinale.
Veniamo a Pietramelara: nella prossima primavera ci sarà il rinnovo (salvo proroghe) del Consiglio Comunale e del Sindaco. Non si profilano grosse novità all’orizzonte… soliti nomi, a meno di novità dell’ultimissimo momento. Sarà la pandemia, sarà il doversi occupare di cose più importanti, quali ad esempio la ricerca di un lavoro, i nostri giovani continuano a manifestare disinteresse alla gestione della cosa pubblica; chi si aspettava, come il sottoscritto, la nascita di un movimento di opinione portatore di idee e istanze innovative anche stavolta rimarrà deluso. Il distacco di una nutrita fetta della popolazione dalle problematiche che riguardano lo sviluppo della comunità in senso sociale ed economico, finiranno per favorire il mantenimento dello status quo, almeno per altri cinque anni. Se guardiamo l’immediato futuro con gli occhi di adesso, sembra che per ora l’unica vera preoccupazione dell’amministrazione in carica sarà quella di dover creare una lista civetta, che la metta al riparo da brutte sorprese elettorali: ma anche questa ritengo sia un’eventualità remota.
Sul versante ecclesiastico e religioso abbiamo assistito, nella Parrocchia di Sant’Agostino, al balletto, a volte farsesco, di parroci che si sono avvicendati con velocità ultrasonica: la notizia del trasferimento di Don Giosuè nel pieno della trascorsa estate, prima ipotizzata e poi cruda realtà, la nomina di Don Marco a economo e la sua fuga dall’altra parte del mondo, dopo qualche mese. Quanto diversa la figura di parroci che sono rimasti al proprio posto anche per mezzo secolo, nella forte convinzione della missione affidata loro; erano altri tempi, diranno i miei quattro lettori, non si era verificata ancora quella penuria di preti che costringe il vescovo a limitare fortemente le proprie possibilità di scelta. Certamente… ma non ci esimiamo dal mostrare incredulità e stupore. Sarà la prossima una nomina definitiva? Oppure si tenderà, come in altri paesi, anche più grandi di Pietramelara, ad unica comunità inter parrocchiale, con un solo sacerdote che si affannerà per lasciare aperte, di volta in volta, le nostre tre belle chiese?