Apprendo da Wikipedia
che: “Leone da tastiera (keyboard warrior in inglese, letteralmente
"guerriero da tastiera") è un'espressione dispregiativa e sarcastica
del gergo di Internet usata per riferirsi a utenti del Web che, differentemente
da quanto farebbero di persona, scrivono in modo aggressivo, talora insultando,
offendendo, screditando o minacciando altri utenti. L'espressione fa
riferimento al fatto che tali comportamenti sono agevolati dalla sensazione di
deresponsabilizzazione derivante dall'uso di utenze anonime. Secondo uno studio
avvenuto in Canada, alcuni dei tratti che caratterizzerebbero il cosiddetto
"leone da tastiera" sono narcisismo, machiavellismo, psicopatia e
sadismo”.
Scorrendo le pagine dei social nei gruppi pietramelaresi, sembra che l’espressione sia in grande auge, tanto da essere usata e abusata anche da personaggi particolarmente in vista, sullo scenario comunale. E’ un modo come un altro per controbattere le polemiche dovute a differenti modi di vedere e di pensare; niente di male, diranno i miei quattro lettori, il leone è da sempre il re degli animali terrestri pertanto essere paragonato ad esso suscita sentimenti di orgoglio, gratificazione, appagamento. Beh …è il contesto a fare la differenza!
Del leone rimane, al limite, la violenza (verbale) ma comunque il “da tastiera” contiene disprezzo; nel senso che ci si sente al sicuro, protetti dal web, al limite utilizzando l’anonimato e/o celandosi dietro profili “farlocchi”.
Ritengo però che nelle ultime vicende “telematiche”, nel corso delle quali si è utilizzata tale espressione informatico/felina tali condizioni non si sono verificate: chi ha scritto, manifestando dissenso, lo ha fatto su profili riferibili a se stesso, con chiarezza e assumendosene, ovviamente, ogni responsabilità: è pertanto improprio ed offensivo l’utilizzo dell’espressione “leone da tastiera”.
Assistiamo quotidianamente ad una stucchevole e continua auto vanteria, condita da un “mantra” ripetuto all’infinito, di cui non se ne può più, e chi reagisce con cognizione di causa rendendo “pan per focaccia” viene tacciato di essere, appunto, un “leone da tastiera”.
Scorrendo le pagine dei social nei gruppi pietramelaresi, sembra che l’espressione sia in grande auge, tanto da essere usata e abusata anche da personaggi particolarmente in vista, sullo scenario comunale. E’ un modo come un altro per controbattere le polemiche dovute a differenti modi di vedere e di pensare; niente di male, diranno i miei quattro lettori, il leone è da sempre il re degli animali terrestri pertanto essere paragonato ad esso suscita sentimenti di orgoglio, gratificazione, appagamento. Beh …è il contesto a fare la differenza!
Del leone rimane, al limite, la violenza (verbale) ma comunque il “da tastiera” contiene disprezzo; nel senso che ci si sente al sicuro, protetti dal web, al limite utilizzando l’anonimato e/o celandosi dietro profili “farlocchi”.
Ritengo però che nelle ultime vicende “telematiche”, nel corso delle quali si è utilizzata tale espressione informatico/felina tali condizioni non si sono verificate: chi ha scritto, manifestando dissenso, lo ha fatto su profili riferibili a se stesso, con chiarezza e assumendosene, ovviamente, ogni responsabilità: è pertanto improprio ed offensivo l’utilizzo dell’espressione “leone da tastiera”.
Assistiamo quotidianamente ad una stucchevole e continua auto vanteria, condita da un “mantra” ripetuto all’infinito, di cui non se ne può più, e chi reagisce con cognizione di causa rendendo “pan per focaccia” viene tacciato di essere, appunto, un “leone da tastiera”.
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