Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

lunedì 4 settembre 2017

SAGRA 2017.ANALISI DI UN EVENTO

A una settimana di distanza dalla conclusione, vi sembra un esercizio facile quello del tirare le somme della Sagra al Borgo 2017? Tutt’altro! A giudicare comunque dall’ apprezzamento generale, dagli incoraggiamenti a continuare sul solco tracciato, dai consistenti flussi di visitatori, di cui alcuni giunti da località molto distanti, sembra che tutto sia andato benone. Dico “sembra”, perché qualche critica è pervenuta, via web o così, detta in faccia.
Sia chiaro:il giudizio mio, insieme a quello di coloro che con me hanno condiviso quest’avventura, non è probante, in quanto parti in causa. Ad ogni modo lo sforzo organizzativo è stato veramente enorme, esso ha coinvolto giovani, persone mature, a volte intere famiglie; sono stati utilizzati e trasformati quintali di farina, centinaia di uova, carne saucciciara da sfamare un reggimento, ettolitri di vino e via dicendo. Per non parlare del sudore versato e della fatica fatta!
In nome della trasparenza, per la fornitura della carne è stata inviata una “manifestazione di interesse” a tre macellerie locali, con l’invito a far pervenire l’offerta in busta chiusa.L’apertura delle buste è stata pubblica, e la merce è stata fornita dalla ditta il cui prezzo e le cui condizioni sono risultate più vantaggiose. L’allestimento ha coinvolto il volontariato confluito intorno alla Pro Loco, lodevoli ragazzi animati da una lodevolissima motivazione, insieme a due o tre ditte locali specializzate in servizi di varia natura.
Veniamo alle critiche: la prima e più forte riguardava la natura contadina della sagra; effettivamente si è giocato un poco sulla terminologia, perché più che di una sagra contadina, nelle intenzioni si è trattato di una sagra rurale; su questa differenza ho avuto modo di intrattenermi nel corso del convegno inaugurale, tenutosi al Teatrino “degli Archi” il giorno 24 agosto scorso, la sfumatura non è di poco conto. Il valore della ruralità, ancora presente in vasti strati della popolazione pietramelarese, fonda le sue radici nel millenario borgo, alla cui valorizzazione e riscoperta tende la sagra; tale valore abbraccia i rapporti di vicinato, gli usi, i costumi, le attività economiche, ivi comprese quelle agricole. Pertanto una sagra esclusivamente contadina avrebbe coinvolto solo uno degli aspetti della ruralità, ma non tutti, ed avrebbe automaticamente escluso il borgo, da sempre location naturale e storica della sagra.
Seconda critica: l’organizzazione.Penso di aver in parte già risposto ad essa nella premessa di questo pezzo, comunque un evento così complesso può comportare qualche stonatura e/o imperfezione, ci sta! Si tratta della prima sagra al borgo organizzata da questa pro loco (nata solo qualche mese fa) ed è già in corso un’autoanalisi ed un’autocritica interna che, per l’anno prossimo dovrebbe eliminare tali stonature, con umiltà chiediamo scusa per esse. Va detto tuttavia che alcune criticità, tipo carenza di posti a sedere non potranno mai essere rimosse, a causa della carenza di spazio, che d’altro canto costituisce una delle peculiarità più suggestive del nostro borgo.
Terza critica: l’uso del dialetto. Esso rappresenta uno dei modi più autentici di riaffermare la nostra identità, è stato da sempre il mezzo di comunicazione più usato, ed il fatto che giovani e giovanissime ne conservino l’uso non può che farci piacere; lasciatemelo dire in questo punto (per me) la polemica si è fatta pretestuosa!

Nessun commento:

Posta un commento