Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

sabato 9 settembre 2017

LE HO COMPRATE DA DECATHLON

Passare un giorno con gli amici per vivere una piccola avventura è una di quelle cose che ti riconcilia con la vita. Stamattina ascensione alla cima del Monte Maggiore, Pizzo San Salvatore, quota metri 1037 slm, ma non è di questo che vi voglio parlare, e neppure delle tante cose belle ed emozionanti, viste e vissute lungo il cammino, reso faticoso dalle asperità, dal dislivello da colmare e dagli anni che cominciano a farsi sentire. Cinque ore filate a camminare, discutere, ridere, osservare, non essere quasi mai d’accordo su nulla. Tuttavia un piacere intenso che porterò nel cuore ancora per tanto tempo: aver trascorso questo tempo con loro mi ha ritemprato di una settimana faticosa, conclusasi ieri, venerdì nel tardo pomeriggio; poi il viaggio in treno con gli annessi e le peripezie del caso.
Della passeggiata in montagna vi dicevo: ero titubante sul parteciparvi, e mi sono convinto solo dietro insistenza, tuttavia devo dire di essere grato a chi queste insistenze le ha fatte, perché oggi, a parte un poco di stanchezza fisica, mi sento veramente ritemprato nello spirito. Chi, tra i miei quattro lettori ne volesse sapere di più troverà immagini e qualche video su fb.
La nota di colore più intensa e che più delle altre ha suscitato ilarità nel gruppo è stata sicuramente lo scollamento progressivo, dapprima solo accennato, e via via sempre più grave della suola delle scarpe da trekking di uno di noi. Dovete sapere che, giunti nella vasta piana denominata “ i sugli ‘a tocca”, una delle suole era appena staccata in punta, invece a poche centinaia di metri dalla cima, la suola penzolava del tutto (come da foto di copertina), rimanendo attaccata solo dalla parte del tacco; sapevo della possibilità di trovare qualche filo atto a riparare alla meglio la scarpa, perciò ho rassicurato il mio compagno di cammino “stringi i denti che arrivati in cima, la sistemiamo”… e così è stato, con uno spezzone di filo elettrico e un coltello sono riuscito ad accomodare l’imprevisto. Inutile parlarvi dell’ironia e dello sfottò a cui il poveretto è stato sottoposto da parte di tutto il gruppo, il nostro per difendersi poteva solo continuar a ripetere: “sono scarpe ottime, le ho comprate da Decathlon”, non voleva proprio rassegnarsi all’idea che con quelle suole aveva “preso una sòla”; l’evidenza inoltre lo ha contraddetto nel modo più plateale, perché poco dopo aver preso la via del ritorno si è staccata (stavolta completamente) l’altra suola, mentre quella riaccomodata resisteva (ancora per poco), infatti altri due o trecento metri dopo, si è staccata completamente anche la suola riparata alla meglio dal sottoscritto: il mio compagno di viaggio, di cui per discrezione non rivelo il nome, ha dovuto quindi coprire la quasi intera distanza del ritorno praticamente scalzo, continuando imperterrito però a ripetere “le scarpe sono buone, le ho comprate da Decathlon”.
Alla fine anche i miei piedi (stavolta non le scarpe) cominciavano a dare segni di cedimento ma, provvidenziale quanto non mai, si è parata davanti a noi l’auto che doveva ricondurci in paese, parcheggiata nei pressi della località Fosse della Neve.

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