Scribacchiando per me

Scribacchiando per me
il blog di un pietramelarese

sabato 30 giugno 2018

LA TORRE

E’ fra gli edifici storici di Pietramelara quello che maggiormente la caratterizza in senso geografico e di immagine: parlo della torre, ultimo residuo del castello distrutto nel nefasto 12 marzo 1496 dalle truppe aragonesi, giorno della presa e del sacco di Pietramelara (sullo stesso argomento in questo blog cfr. http://scribacchiandoperme.blogspot.com/2018/01/un-castello-da-risvegliare.html). Chiunque infatti fissa nella mente l’immagine del borgo, adagiato sullo sperone calcareo a forma di tronco di cono, non può non aver notato la torre alla sua sommità che emerge con la sua altezza fra case e palazzi, e soprattutto la sua posizione eccentrica rispetto al vertice.
Le origini si collocano nel periodo normanno/svevo (X-XI secolo) secondo alcuni, mentre altri le collocano in epoca longobarda. La torre si articola attualmente in due piani, residui degli originari quattro, di cui il terraneo adibito originariamente a serbatoio di acqua, strategico per la resistenza ai lunghi assedi. L’ingresso originario, di cui vi è ancora evidente traccia, è al primo piano: vi si poteva accedere mediante un ponte levatoio, di cui si conservano ancora tracce degli attacchi; è evidente che per poter arrivare a tale ponte levatoio sito a circa 7 metri di altezza, dovevano esserci scale o altre parti del castello distrutto al momento del sacco. Le volte che separano i piani sono a botte, orientate ortogonalmente fra loro, per distribuire meglio le spinte sulle pareti verticali. L’area di base, quadrata, misura 9 metri per 9, e a tal livello lo spessore delle murature calcaree è di 2 metri e 20, spessore che si riduce gradualmente salendo fino a un metro e 70, in sommità. La struttura portante è in calcare a blocchi regolarmente squadrati dalla base al primo piano, in tufo per i livelli superiori, sicuramente ricostruiti e più volte (cfr. immagine di copertina).
Da disegni e vecchi documenti pervenuti si è potuto intuire che ancora nell'800 la torre era a tre (o quattro) piani ed era presente una copertura a doppio spiovente; già allora era stata eliminato il coronamento a merli, sicuramente presente in origine. Tramontata l’importanza militare vari ne furono gli impieghi: quello di cui si ha tuttora traccia è l’allevamento dei colombi, essendo presenti al primo piano ancora numerosissime cellette ricavate nel muro, per accogliere i nidi. Partecipai negli anni 70 al campo di lavoro allestito dalla Pro Loco per liberare la torre da detriti derivanti dalla capitozzatura degli anni 60, e potei allora rendermi conto di alcuni graffiti presenti al piano superiore (oggi cancellati dall’intonaco), attestanti probabilmente l’impiego a cella carceraria.
Liberato il piano inferiore, sistemata e recintata la piccola area prospiciente, l’allora Amministrazione Sorbo finanziò una scala lignea, eliminata poi per far posto alle attuali scale a chiocciola metalliche. L’aspetto attuale è ancora quello di un imponente ed austero edificio, che si erge per oltre 15 metri in elevazione. Nei due piani coperti è stato allestito un piccolo museo; sulla terrazza a belvedere della sommità si può ammirare un suggestivo panorama sulla vasta piana circostante, detta dei 5 castelli (Pietramelara, Roccaromana, San Felice, Pietravairano, Riardo); in genere le visite guidate al borgo, organizzate dalla Pro Loco o altre associazioni sul territorio, si concludono con l’accesso a tale belvedere, e da molta soddisfazione in chi le organizza notare lo stupore, il piacere e la meraviglia di chi per la prima volta giunge in quel luogo grondante di storia: si può ammirare un paesaggio vario e ancora risparmiato dagli eccessi dell’urbanizzazione, la corona di borghi e castelli circostanti, le verdi campagne e i lussureggianti boschi del Monte Maggiore. Una tappa da non perdere visitando l’Alto casertano!

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