La “sindrome del Re Leone”, che prende il nome da un film a cartoni della Disney di qualche anno fa, si genera in una fase della vita familiare in cui il conflitto generazionale fra un padre e un figlio maschio diventa evidente. Comincia a manifestarsi appena dopo la pubertà dei figli, e si trascina più o meno con evidenza per decenni. Dalla parte del genitore vi sono le differenze di vedute, il modo un po’ morboso nel voler proteggere un figlio, l’essere legato a valori e stereotipi che le generazioni più giovani non condividono e non accettano, ed ancora l’inconfessata voglia di mantenere per sempre il proprio primato e lo status di potere. Dalla parte dei figli maschi, perché sono costoro a intravedere nella figura paterna un potenziale rivale, la smania di emergere, di fare da se con il proprio portato di informazioni in più, acquisite negli studi e/o con l’esperienza di vita. Qualche bisticcio, muso lungo portato per giorni, a volte mesi, ma poi finisce li: le conseguenze non sono in genere drammatiche e si stemperano nell'affetto reciproco.
La natura e la necessità hanno individuato nelle cure parentali e nei legami affettivi fra genitori e prole un strumento fondamentale per la sopravvivenza e il diffondersi di qualsiasi specie animale. Nella specie umana questo tipo di legame, un poco naturale perché insito nel corredo genetico, un poco culturale perché da sempre è così, tende a perpetuarsi anche ben oltre lo svezzamento ed il momento in cui i cuccioli lasciano padre e madre per affrontare la giungla. Ma questa è la regola!... a volte però si verificano le eccezioni, e quando queste eccezioni danno luogo a drammi che si consumano a pochi passi da noi rimaniamo attoniti e ci chiediamo il perché senza alcuna risposta convincente.
Nessun commento:
Posta un commento