Scribacchiando per me

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il blog di un pietramelarese

mercoledì 13 giugno 2018

IL CIAO

Entrò nella mia giovane vita circa un cinquantennio fa, avevo poco più di nove anni in quel luglio 1969, lo comprò mio padre per se stesso, ma solo dopo qualche tempo per vari motivi fu mio, solo mio (o quasi), e da allora non ne è più uscito, perché tuttora lo posseggo, custodendolo gelosamente, anche se non lo uso ormai più. Parlo del Ciao, ciclomotore della Piaggio progettato dall'ingegner Gaddi, che sin dalla sua presentazione ebbe un rapido successo, soprattutto grazie ad uno strumento di marketing di particolare efficacia: la semplicità meccanica. Era provvisto infatti di un minuscolo motore a due tempi funzionante a miscela, raffreddato ad aria; l'avviamento era a pedali, molto simili a quelli di una bicicletta.
Dotato di un telaio molto semplice in lamiera d'acciaio, le cui forme richiamavano le biciclette da donna, e al cui interno era ricavato anche il serbatoio del carburante, e di impianto frenante a tamburo, divenne in breve tempo un veicolo di successo, al pari dell'altra famosa creazione della casa, la Vespa.
Nella fabbricazione si era cercato di ridurre al minimo i costi e di contenere il peso (inferiore a 40 kg, a secco); tutto era improntato alla massima semplicità, a partire dall'impianto delle sospensioni anteriori “a biscottino”. Per quanto riguarda il posteriore, la sospensione era addirittura inesistente e il comfort per il guidatore era affidato a delle molle sottostanti al sellino. Queste scelte tecniche resero possibile, di presentarlo al pubblico il 11 ottobre 1967, a un prezzo di listino che andava da 54.000 lire alle 61.000 lire (attuali 27/30 euro).
Uno dei suoi punti di forza era certamente il peso irrisorio, oltre al ridotto consumo di carburante, pari a circa 50 km/l, e alla manutenzione particolarmente semplificata. Il suo successo non fu limitato al mercato italiano, ed ottenne un buon riscontro anche sul mercato tedesco. Durante i quasi 40 anni di produzione, con 3 milioni e mezzo di esemplari, il Ciao è stato il ciclomotore italiano più venduto nel mondo.
La data di immatricolazione del mio Ciao, versione special con variatore, come da libretto in foto di copertina, è il 22 luglio 1969: per un riferimento temporale, il giorno prima un americano di nome Neil Armstrong aveva posato per primo il piede sul suolo lunare. Non esagero se dico che guidandolo ho imparato tanto, anche dalla vita: l’ho usato per spostamenti in paese, per andare a scuola, per le scorribande con amici dotati di mezzi dello stesso tipo e … anche per far colpo su qualche ragazza, anche se (non sempre) con pieno successo, forse anche perché la modestia del mezzo era un indicatore attendibile delle condizioni economiche del conducente . Tuttavia sono molto legato a questo m’zzicciull (piccolo mezzo), come lo chiamava mio padre nel suo idioma napoletaneggiante, per i ricordi che mi legano a lui, per le ore serene che ho trascorso guidandolo, perché per me soprattutto è diventato un’icona, un oggetto simbolo di quegli anni sereni e spensierati.

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